Vangelo di Domenica 4 maggio 2014
Terza domenica del tempo di Pasqua
Anno A
La vita eterna per tutti è già cominciata dopo quella Resurrezione.
Questa forte esperienza di resurrezione, oggi la ritroviamo nel brano evangelico dei due discepoli di Emmaus. Loro due sono il prototipo dei discepoli di tutti i tempi : tanta fede, tanto entusiasmo, tanta attesa, e poi la realtà sembra infrangere ogni aspettativa. Finché si riscopre che l’ultima parola spetta al Signore, si riscopre che la Speranza è fondata se poggia su Gesù, figlio del Dio vero. Ed ecco che la loro vicenda diviene un altro prototipo, e cioè diviene quasi la prima “messa” celebrata dal primo vero “sacerdote” che amministra una liturgia della Parola (….cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture…) ed una liturgia Eucaristica con benedizione, ringraziamento, frazionamento del pane.
Dunque questi due giovanotti erano in una crisi di fede ? Ebbene sì, come Cleofa e come me e te. Cleofa sembra citato a bella posta affinché chi voleva potesse interrogarlo da parte dei contemporanei. L’altro discepolo anonimo è un ruolo “open free” che lo Spirito Santo (ispiratore e guida di San Luca) fa lasciare anonimo in quanto in quel ruolo potremmo calarci dentro io e te. Ma se prestiamo attenzione alla narrazione, la loro delusione nasce da ideologie, cioè idee di uomini, idee che durano poco come poco dura la vita degli uomini. E quando le ideologie inevitabilmente crollano, ecco che possiamo scoprire che quel Gesù morto e sepolto (dalle ideologie e dai suoi derivati) in realtà è vivo e continua amorevolmente a camminare accanto a me, a te, a Cleofa testimone insopprimibile.