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Ciascuno di noi è un messaggio che Dio manda al mondo (P. G. Vannucci OSM)

Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE
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Sul modo di ricevere Cristo vivo nell'Eucarestia

Nella Santa Messa si contempla la presenza sostanziale di Cristo in Corpo e Sangue nell'Offerta Eucaristica, punto focale della celebrazione, alla quale presenzia la S.S. Trinità, la Santa Vergine Madre di Dio, San Giuseppe, primo tra innumerevoli Santi e Sante, gli Arcangeli e schiere su schiere di Angeli...
Quante forze in campo per noi! impotenti persino a considerare che tale inimmaginabile sfoggio altro non è che la misura della speranza che Dio ripone in noi. Egli infatti - che immane peso queste parole! - è tutto per noi, solo per noi.
E noi, quanto siamo per Lui?
L'Angelo di Fatima, prima di accostare il Sacro Corpo alla bocca dei tre pastorelli, si prostrò fino a terra con queste parole: "Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, io Vi adoro profondamente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo, presente in tutti i tabernacoli del mondo, in riparazione degli oltraggi, dei sacrilegi, delle indifferenze da cui Egli medesimo è offeso. Per i meriti infiniti del suo Sacro Cuore e del Cuore Immacolato di Maria io Vi domando la conversione dei poveri peccatori."

Credo in Dio vivo nell'Eucarestia

Occorre tornare a piegare le ginocchia di fronte al Cristo nell'Eucarestia, poiché vediamo molti che, ricevutala nella mano, la portano alla bocca con tanta disinvoltura come fosse una caramella, senza considerare che nelle loro mani hanno l'umile Agnello, il Salvatore e Dio loro. Come non ricevere in ginocchio Cristo Gesù nella Comunione Eucaristica? Noi perpetriamo una contraddizione ricevendo il Corpo di Cristo (è il Corpo!) in piedi e nella mano con tanta noncuranza, poiché poco prima abbiamo pregato il Padre durante la Consacrazione ponendoci non solo in ginocchio, ma anche in silenzioso, intimo raccoglimento. Se quindi non siamo ciechi e sordi, ugualmente e anzi ancor più ci dovremo inginocchiare nel ricevere la Santa Eucarestia: perché in essa c'è ora il Cristo, Dio vivo. Quando saremo giudicati cosa diremo? Che erano i costumi del momento?
C'è altro. Capita che un sacerdote ti dica gentilmente: "Posso darti un consiglio? Fai la Comunione come gli altri (intende in piedi)." E che altrettanto gentilmente gli si risponda: "Se potessi scomparirei, ma non posso negare questo atto di adorazione a Cristo."

Benedetto XVI amministra la Comunione ai fedeli inginocchiati

Caro amico ti scrivo... come non inginocchiarsi?
Inizia in questo modo una curiosa lettera (quanto intensa di contenuti), inviatami qualche tempo fa da un amico “fedele” che mi ha fatto riflettere parecchio su alcune abitudini e atteggiamenti da parte di cristiani praticanti moderni. Lo spunto nasce dall’omelia del Giovedì Santo pronunciata da papa Benedetto XVI nella quale il Santo Padre ha toccato un tasto sensibile alla sua spiritualità: l’inginocchiarsi in chiesa.
In effetti, da quando, in ogni Messa, il papa ha deciso di amministrare la Comunione ai fedeli inginocchiati, questo gesto ha raccolto ben poche lodi e rari imitatori. In quasi tutte le chiese del mondo le balaustre sono state eliminate, la comunione si riceve in piedi e non si è incoraggiati a inginocchiarsi neppure durante la consacrazione: gran parte dei liturgisti lo considera un gesto devozionale tardivo, superato, addirittura inesistente nella genesi dell’eucarestia.

La comunione sulla mano è e resta un indulto

Molti confratelli sacerdoti e fedeli laici sembrano credere che il ricevere "la comunione sulla mano" - che in Italia è un uso neanche ventennale - sia un diritto divino intoccabile e sacrosanto... Forse ci si dimentica un tantino la storia, la teologia e recenti pronunciamenti.
La conferenza episcopale italiana, è riuscita solo nel 1989 a far approvare la POSSIBILITA' di ricevere la comunione sulla mano (19 maggio) e con un solo voto di scarto! Questa richiesta fu poi, come prassi, inoltrata alla Santa Sede perché venisse concesso l'indulto di distribuire la comunione in questa forma che si affianca, ma non sostituisce la precedente, né le è di per sé preferibile.

Ancora una decina d'anni prima dell'introduzione in Italia dell'indulto della comunione in mano, San Giovanni Paolo II aveva qualcosa da ridire riguardo a questa forma di distribuzione, che già era presente in varie nazioni europee e non.

Rileggiamo un passaggio della lettera Dominicae Cenae di giovanni Paolo II
In alcuni paesi è entrata in uso la comunione sulla mano. Tale pratica è stata richiesta da singole conferenze episcopali ed ha ottenuto l'approvazione della sede apostolica. Tuttavia, giungono voci su casi di deplorevoli mancanze di rispetto nei confronti delle specie eucaristiche, mancanze che gravano non soltanto sulle persone colpevoli di tale comportamento, ma anche sui pastori della Chiesa, che fossero stati meno vigilanti sul contegno dei fedeli verso l'eucarestia.

Comunione in ginocchio o in piedi?

Dopo aver portato ieri l'esempio di don Rigon, oggi diamo notizia di un altro sacerdote ci offre un nuovo esempio di strumento a servizio della Liturgia, in linea con il magistero di Benedetto XVI.

Vi ricordate di don Andrea Brugnoli? Il parroco di san Zeno alla Zai (Vr) che, tra altre cose, ha studiato i "4 passi" da suggerire ai suoi confratelli sacerdoti per seguire l'esempio del Santo Padre circa la distribuzione della S. Comunione in ginocchio e in bocca? (si veda qui il nostro post).

Ecco, a ulteriore completamento di quella bella iniziativa, don Andrea ha ideato un foglietto sulla S. Comunione e sui "6 passi" per accostarVisi. A san Zeno (Vr) i foglietti preparati dal parroco don Brugnoli con alcune paterne raccomandazioni. Molte copie di questa brochure vengono poste in fondo alla sua chiesa e vengono prese dai fedeli.

Sul foglietto il pio lettore può anche trovare risposte a domande ricorrenti: "Si può fare la Comunione ad ogni Messa?", "Comunione in bocca o in mano?", "Quali sono i frutti della Comunione?"

Riguardo al modo di ricevere la S. Comunione

Un’anziana fedele mi scrive riguardo al modo di ricevere la Santa Comunione.
Pochi giorni fa mi è giunta questa lettera. La riporto integralmente, all'inizio su un foglio è scritto a mano con la penna, a cui segue il testo sotto, ciclostilato.

“Reverendo Don Marcello Stanzione, Campagna (Sa), mi scuso per disturbarla,  ma ho davvero bisogno di avere, se vorrà, una sua parola, una sua opinione su ciò che scrissi il 25.2.n.s. sulla Santa Eucarestia.
Erano 15 anni che desideravo dire quel che ho scritto, ora sono vecchia (81 anni) e come dico in chiusura del testo, non voglio morire senza esprimere il mio profondo dolore su come hanno ridotto questo grande dono che ci ha fatto Gesù. La prego, la prego mi risponda, poi dirò il perché, se potrò riscriverle. E’ necessario che io possa morire in pace. A dolori si aggiungono altri dolori, che dai nostri Angeli Custodi mandiamo alla Madonna, Lei sa cosa farne, anche se sarà poca cosa. E’ davvero importante per me sapere cosa ne pensa, Lei Don Marcello sul testo che ho scritto. Appena avrò il suo pensiero Le scriverò motivando il perché mi rivolgo a Lei. Ho bisogno prima ... di avere la sua opinione. Tra poco ho la S. Messa e La rivedo là. Grazie.
Dev.te Anna Ester Frati Martinelli - Barasso (Va)

Testimonianza Eucaristica di Don Alberto Abreu

La mia testimonianza Eucaristica.
La testimonianza di Catalina è stata per me fonte di un profondo senso spirituale alla mia consacrazione sacerdotale, mettermi oggi davanti alla Eucaristia con più coscienza viva e attiva della presenza reale e divina del Nostro Signore Gesù Cristo, il quale è efficacia della nostra preghiera davanti ad essa.
È una esperienza che va oltre i nostri sensi, una emanazione della potenza divina. Come un fiume di grazie si scatena tutto l’amore appassionato di Dio Padre per noi, donandoci il suo Figlio, attualizzando la sua Passione, Morte in Croce e Risurrezione.
Celebrando la messa rivivo ogni avvenimento eucaristico, con un entusiasmo meraviglioso, con una grande gioia, la mia mente si riempie di immagine di questa presenza di Gesù vivo, della sua passione, dentro di me, vi confesso che devo fare un grande sforzo per contenermi e non piangere, perché tanto mi sento immerso in questo mistero così grande che a volte il mio cuore sembra scoppiare. Dio mi da la forza di viverla con molta serenità.