La preghiera giunge al suo grado di purezza autentica quando in essa dimentichi totalmente te stesso, quando cioè smetti deliberatamente di interessarti di te stesso e preferisci occuparti unicamente dei bisogni, delle ansie e della salvezza degli altri. Il grado di purezza perfetta della preghiera corrisponde al grado dell’amore perfetto.
Ora, l’amore è veramente autentico solo quando “non cerca il proprio interesse” (1Corinzi 13,5).
Interessarti di te stesso, dei tuoi bisogni – siano essi spirituali oppure materiali – denota un’imperfezione dell’amore e, di conseguenza, un’imperfezione della preghiera. La causa di tutto ciò sta nell'imperfezione della tua conoscenza interiore di Cristo e della tua unione con lui. Cristo ha detto: “Non cerco la mia volontà...” (Giovanni 5,30). “Non v’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Giovanni 15,13). “Chi ama la propria vita la perde” (Giovanni 12,25). “Amate i vostri nemici, pregate per i vostri persecutori” (Matteo 5,44).
L’oblio di te stesso comincia con uno sforzo della volontà. Ma quando vi perseveri con sincerità dinanzi a Dio, Dio te lo concede come un dono gratuito. È con spontaneità, allora, che non ricercherai più il tuo interesse, ma penserai piuttosto a quello degli altri (cfr. Filippesi 2,4).
Se nella preghiera trascuri deliberatamente i tuoi bisogni e trovi la gioia unicamente nel domandare, nel supplicare e nel prodigarti a vantaggio degli altri, allora Dio stesso comincerà a occuparsi di te e a farsi carico di tutta la tua vita, sia sul piano materiale che su quello spirituale, fin nei minimi dettagli. In altri termini i quando ti occupi degli altri, Dio si occupa di te; e quando ti limiti a pregare e a supplicare per i bisogni degli altri, Dio soddisfa i tuoi bisogni senza che tu glielo chieda. In questo modo si realizza, per mezzo della preghiera, il disegno salvifico di Dio, a proposito del quale Cristo disse ai suoi apostoli: “Andate, fate discepole tutte le nazioni” (Matteo 28,19).
Se il tuo cuore si è aperto a Dio, Dio ti basta: non devi più chiedere nulla per te. Se, invece, il tuo cuore non si è ancora aperto a Dio, hai bisogno di cuori amici che si effondano dinanzi a Dio in tuo favore, affinché Dio ti esaudisca per la preghiera fervente dei tuoi fratelli. Se hai conosciuto e amato Dio, allora sei responsabile dinanzi a Dio del fratello il cui cuore non si è ancora aperto a Dio. Attraverso la preghiera di coloro che lo amano e che gli sono vicini Dio raggiunge i peccatori che si sono sperduti lontano da lui. Coloro che hanno amato Cristo e che gli sono fedeli diventano sulla terra autentici ambasciatori di Cristo. Con le loro preghiere e con la loro disposizione a prodigarsi per gli altri essi riconciliano Dio con gli uomini e gli uomini con Dio: “Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo... Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (2Corinzi 5,20).
In tanti casi, ti pare impossibile entrare in rapporto con i peccatori e gli sbandati, sia a causa della loro ostilità, sia per la vergogna che essi provano a parlarti. Ma con la preghiera puoi scavalcare questi ostacoli che ti separano da loro: superi la loro ostilità ed eviti la loro vergogna; mediante la preghiera infatti puoi avvicinarti segretamente al loro cuore, puoi introdurti nel loro intimo senza che essi se ne rendano conto e ivi gemere identificandoti con loro, come se fossi tu stesso peccatore e sbandato. E tutto questo prima ancora che essi ti conoscano e ti parlino. Se dunque, dal fondo del loro cuore, tu preghi e gridi verso Dio portando il peso dei loro errori e del loro smarrimento, Dio li ode tramite te, e, nonostante il loro recalcitrare, il pentimento assale la loro coscienza e l’appello a ritornare si fa così pressante che essi si dirigono ben presto verso Dio e verso di te chiedendo il tuo aiuto.
La preghiera è una forza d’attrazione in virtù della quale puoi attirare il fratello grazie all'azione dello Spirito santo; infatti è per mezzo dello Spirito che Cristo attira tutti a sé (cfr. Giovanni 12,32) e trasforma in se stesso la dualità in unità (cfr. Efesini 2,14).
Ora, l’amore è veramente autentico solo quando “non cerca il proprio interesse” (1Corinzi 13,5).
Interessarti di te stesso, dei tuoi bisogni – siano essi spirituali oppure materiali – denota un’imperfezione dell’amore e, di conseguenza, un’imperfezione della preghiera. La causa di tutto ciò sta nell'imperfezione della tua conoscenza interiore di Cristo e della tua unione con lui. Cristo ha detto: “Non cerco la mia volontà...” (Giovanni 5,30). “Non v’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Giovanni 15,13). “Chi ama la propria vita la perde” (Giovanni 12,25). “Amate i vostri nemici, pregate per i vostri persecutori” (Matteo 5,44).
L’oblio di te stesso comincia con uno sforzo della volontà. Ma quando vi perseveri con sincerità dinanzi a Dio, Dio te lo concede come un dono gratuito. È con spontaneità, allora, che non ricercherai più il tuo interesse, ma penserai piuttosto a quello degli altri (cfr. Filippesi 2,4).
Se nella preghiera trascuri deliberatamente i tuoi bisogni e trovi la gioia unicamente nel domandare, nel supplicare e nel prodigarti a vantaggio degli altri, allora Dio stesso comincerà a occuparsi di te e a farsi carico di tutta la tua vita, sia sul piano materiale che su quello spirituale, fin nei minimi dettagli. In altri termini i quando ti occupi degli altri, Dio si occupa di te; e quando ti limiti a pregare e a supplicare per i bisogni degli altri, Dio soddisfa i tuoi bisogni senza che tu glielo chieda. In questo modo si realizza, per mezzo della preghiera, il disegno salvifico di Dio, a proposito del quale Cristo disse ai suoi apostoli: “Andate, fate discepole tutte le nazioni” (Matteo 28,19).
Se il tuo cuore si è aperto a Dio, Dio ti basta: non devi più chiedere nulla per te. Se, invece, il tuo cuore non si è ancora aperto a Dio, hai bisogno di cuori amici che si effondano dinanzi a Dio in tuo favore, affinché Dio ti esaudisca per la preghiera fervente dei tuoi fratelli. Se hai conosciuto e amato Dio, allora sei responsabile dinanzi a Dio del fratello il cui cuore non si è ancora aperto a Dio. Attraverso la preghiera di coloro che lo amano e che gli sono vicini Dio raggiunge i peccatori che si sono sperduti lontano da lui. Coloro che hanno amato Cristo e che gli sono fedeli diventano sulla terra autentici ambasciatori di Cristo. Con le loro preghiere e con la loro disposizione a prodigarsi per gli altri essi riconciliano Dio con gli uomini e gli uomini con Dio: “Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo... Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (2Corinzi 5,20).
In tanti casi, ti pare impossibile entrare in rapporto con i peccatori e gli sbandati, sia a causa della loro ostilità, sia per la vergogna che essi provano a parlarti. Ma con la preghiera puoi scavalcare questi ostacoli che ti separano da loro: superi la loro ostilità ed eviti la loro vergogna; mediante la preghiera infatti puoi avvicinarti segretamente al loro cuore, puoi introdurti nel loro intimo senza che essi se ne rendano conto e ivi gemere identificandoti con loro, come se fossi tu stesso peccatore e sbandato. E tutto questo prima ancora che essi ti conoscano e ti parlino. Se dunque, dal fondo del loro cuore, tu preghi e gridi verso Dio portando il peso dei loro errori e del loro smarrimento, Dio li ode tramite te, e, nonostante il loro recalcitrare, il pentimento assale la loro coscienza e l’appello a ritornare si fa così pressante che essi si dirigono ben presto verso Dio e verso di te chiedendo il tuo aiuto.
La preghiera è una forza d’attrazione in virtù della quale puoi attirare il fratello grazie all'azione dello Spirito santo; infatti è per mezzo dello Spirito che Cristo attira tutti a sé (cfr. Giovanni 12,32) e trasforma in se stesso la dualità in unità (cfr. Efesini 2,14).
Tratto da "Consigli per la preghiera" di Matta el Meskin
CAPITOLI PUBBLICATI
MATTA EL MESKIN (Matteo il povero) 1919-2006.
Umile monaco eremita, fu il rinnovatore della vita monastica originale dei padri del deserto e Igumeno (Abate) del monastero di San Macario a Scete in Egitto. I suoi preziosi scritti costituiscono una guida alla preghiera sul modo di intrattenersi con Dio nell'autentica preghiera del cuore, quella preghiera che ristabilisce la confidenza dei figli che chiamano Dio “Abbà, Padre”.
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