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Ciascuno di noi è un messaggio che Dio manda al mondo (P. G. Vannucci OSM)

Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE
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San Giovanni Climaco - La scala del Paradiso (estratto)

"Se invocherai Dio di poter fare soltanto la sua volontà, otterrai di averlo come pilota del tuo cuore." 

Discorso XXVII sull'esichia del corpo e dell'anima

Qui solo un approccio al tema dell'esichia: PG 1096C-1097B
177. In quanto eternamente schiavi delle empie passioni e venuti a patti con loro, noi conosciamo in qualche modo come per esse siamo ingannati, i comportamenti che tengono, la dura tirannia, le malvagie astuzie e la violenza che esercitano gli spiriti del male sulla povera anima nostra.
Altri invero per la potenza dello Spirito Santo si sono resi conto sul modo di allontanare le loro perverse suggestioni. Qualcuno infatti da Lui illuminato ha cominciato a capire cosa vuol dire essere stato liberato dalla sua affliggente malattia ora che ha riacquistato la salute; qualche altro che già sente il benessere della salute riacquistata fa induzioni e congetture sulla natura disanimante del morbo.
Per parte nostra, paventiamo della nostra debolezza e quindi esitiamo ad affrontare il tema dell'esichia come del porto dell'anima, ben sapendo che c'è un cane appostato a questa tavola del santo convito, che ha deciso di rapinare l'anima sottraendo il pane dalla tavola e, portatoselo alla bocca, di correre lontano per mangiarselo in tutta tranquillità.

San Giovanni Climaco - Estratto dalla catechesi di Benedetto XVI del 11/02/09

Cari fratelli e sorelle, (…) vorrei riprendere oggi la presentazione dei grandi Scrittori della Chiesa d’Oriente e d’Occidente (…) con la figura di Giovanni detto Climaco (…).

Egli nacque verso il 575, (…) visse e raccontò le sue esperienze spirituali tra le montagne del Sinai, ove Mosè incontrò Dio ed Elia ne udì la voce. Notizie su di lui sono conservate in una breve Vita (PG 88, 596-608), scritta dal monaco Daniele di Raito: a sedici anni Giovanni, divenuto monaco sul monte Sinai, si fece discepolo dell’abate Martirio, un "anziano", cioè un "sapiente".
Verso i vent’anni, scelse di vivere da eremita in una grotta ai piedi del monte, in località di Tola, a otto kilometri dall’attuale monastero di Santa Caterina. Ma la solitudine non gli impedì di incontrare persone desiderose di avere una direzione spirituale, come anche di recarsi in visita ad alcuni monasteri presso Alessandria. Il suo ritiro eremitico, infatti, lungi dall’essere una fuga dal mondo e dalla realtà umana, sfociò in un amore ardente per gli altri (Vita 5) e per Dio (Vita 7).
Dopo quarant’anni di vita eremitica vissuta nell’amore per Dio e per il prossimo, anni durante i quali pianse, pregò, lottò contro i demoni, fu nominato igumeno del grande monastero del monte Sinai e ritornò così alla vita cenobitica, in monastero. Ma alcuni anni prima della morte, nostalgico della vita eremitica, passò al fratello, monaco nello stesso monastero, la guida della comunità. Morì dopo il 650. La vita di Giovanni si sviluppa tra due montagne, il Sinai e il Tabor, e veramente si può dire che da lui si è irradiata la luce vista da Mosè sul Sinai e contemplata dai tre apostoli sul Tabor!

San Giovanni Climaco - Lacrime e preghiera nella Scala del Paradiso

Dopo il battesimo, la fonte delle lacrime - è audace dirlo - vale più dello stesso lavacro che ci purifica soltanto dalle colpe precedenti il battesimo, mentre la compunzione ci lava da quelle commesse dopo; quello, (il Battesimo) l'abbiamo ricevuto da bambini poiché tutti siamo stati contaminati, mentre questa, (la compunzione) ci purifica anche da quelle commesse dopo: se essa non fosse stata donata agli uomini dal Dio di misericordia, i salvati sarebbero realmente pochi, e sarebbe difficile trovarne. (Scala par 7,8)

Per chi ha ottenuto il pianto del cuore, ogni luogo è adatto alla compunzione: al contrario chi piange solo esteriormente non cesserà mai di distinguere tra luogo e luogo, tra costumi e costumi. (Scala par. 7,14)
Come un tesoro nascosto è più sicuro di quello esposto in piazza, pensiamo avvenga per la predetta compunzione. (Scala par. 7,15)
Ho visto infatti versare piccole stille come di sangue a chi piangeva lacrime di vero dolore, e ne ho visto sgorgare dagli occhi come da fonti in chi piangeva senza dolore; ma io ho giudicato chi si struggeva più secondo il dolore che secondo le lacrime, e penso che così faccia anche Dio. (Scala par. 7,26)
La compunzione del dolore non si accorda con lo stato di chi parla di Dio, perché questo per sua natura elimina quella. Chi infatti occupa il seggio episcopale è simile a chi occupa la cattedra professorale, mentre colui che piange assomiglia a chi passa la vita su un letamaio e su un sacco. (Scala par. 7,27)