Non sono solo i peccatori e gli sbandati che hanno bisogno che si preghi per loro, affinché si convertano e giungano alla conoscenza di Dio; ma anche tu, come anch'io del resto, hai bisogno delle preghiere degli altri. Perché troppo spesso trascuriamo di esaminare la nostra coscienza e lasciamo che vi si trascinino gravi colpe: per lunghi anni omettiamo di accusarcene, e queste contribuiscono a indebolire la nostra vita spirituale. Per questo motivo la nostra anima si trova sprovvista della potenza di Dio e dell’azione manifesta della grazia. Noi parliamo dei peccati degli uomini, preghiamo per gli altri, e intanto il peccato cova nelle nostre membra, contamina i nostri pensieri e alimenta le nostre passioni.
Abbiamo un estremo bisogno che si preghi per noi con fervore, affinché lo Spirito ci sveli i peccati che si trascinano e si nascondono nel nostro cuore, e la nostra coscienza sia presa dal pentimento e si converta. Potremo allora ricevere in noi la potenza di Dio, e le nostre preghiere e tutte le nostre azioni saranno ravvivate dal dinamismo della grazia. Le preghiere degli altri, quando sono dirette verso di te con forza e discernimento, risvegliano il tuo essere interiore. Diventano come raggi infuocati, sfavillanti, che ti illuminano la coscienza e infiammano il cuore, affinché tu cerchi la conversione e la salvezza. Le preghiere degli altri, quando sono ferventi, diventano per te uno dei fattori più importanti per rinnovare la tua vita e acquisire maggiore energia spirituale.
Anche i santi, i profeti e gli apostoli avevano bisogno delle preghiere degli altri. Se Cristo non avesse pregato per lui, Pietro con il suo rinnegamento si sarebbe perduto per sempre e la sua fede sarebbe venuta meno senza possibilità di ritorno (cfr. Luca 22,32). Ugualmente, se non ci fosse stata la preghiera instancabile della chiesa per lui, egli avrebbe terminato la sua vita in prigione, al tempo di Erode (cfr. Atti 12,5). Anche Paolo aveva una coscienza acuta dell’importanza della preghiera degli altri perché gli fosse dato di “aprire la bocca” per annunciare il messaggio dello Spirito e per poter perseverare nel proprio ministero. Perciò non cessava mai di chiedere a ogni chiesa di pregare per lui (cfr. Efesini 6,19; Colossesi 4,3; Romani 15,30; ecc.).
Al santo, al profeta, all'apostolo, dunque, non può bastare la preghiera che egli fa per se stesso o per il proprio ministero: egli ha un vivo bisogno che gli altri preghino per lui, perché sia maggiormente riempito della potenza divina e perché la grazia susciti in lui nuove energie. E così la preghiera degli altri diventa, per te che agisci o predichi, una sorgente insostituibile di energia spirituale. Nella misura in cui le preghiere degli altri per te si fanno più ferventi, la tua azione diventa più efficace; e fintantoché qualcuno persevera a piegare le ginocchia per te dinanzi al Signore, persiste anche l’ardore della tua azione, e le tue parole ricevono la potenza e l’efficacia dello Spirito santo.
Abbiamo un estremo bisogno che si preghi per noi con fervore, affinché lo Spirito ci sveli i peccati che si trascinano e si nascondono nel nostro cuore, e la nostra coscienza sia presa dal pentimento e si converta. Potremo allora ricevere in noi la potenza di Dio, e le nostre preghiere e tutte le nostre azioni saranno ravvivate dal dinamismo della grazia. Le preghiere degli altri, quando sono dirette verso di te con forza e discernimento, risvegliano il tuo essere interiore. Diventano come raggi infuocati, sfavillanti, che ti illuminano la coscienza e infiammano il cuore, affinché tu cerchi la conversione e la salvezza. Le preghiere degli altri, quando sono ferventi, diventano per te uno dei fattori più importanti per rinnovare la tua vita e acquisire maggiore energia spirituale.
Anche i santi, i profeti e gli apostoli avevano bisogno delle preghiere degli altri. Se Cristo non avesse pregato per lui, Pietro con il suo rinnegamento si sarebbe perduto per sempre e la sua fede sarebbe venuta meno senza possibilità di ritorno (cfr. Luca 22,32). Ugualmente, se non ci fosse stata la preghiera instancabile della chiesa per lui, egli avrebbe terminato la sua vita in prigione, al tempo di Erode (cfr. Atti 12,5). Anche Paolo aveva una coscienza acuta dell’importanza della preghiera degli altri perché gli fosse dato di “aprire la bocca” per annunciare il messaggio dello Spirito e per poter perseverare nel proprio ministero. Perciò non cessava mai di chiedere a ogni chiesa di pregare per lui (cfr. Efesini 6,19; Colossesi 4,3; Romani 15,30; ecc.).
Al santo, al profeta, all'apostolo, dunque, non può bastare la preghiera che egli fa per se stesso o per il proprio ministero: egli ha un vivo bisogno che gli altri preghino per lui, perché sia maggiormente riempito della potenza divina e perché la grazia susciti in lui nuove energie. E così la preghiera degli altri diventa, per te che agisci o predichi, una sorgente insostituibile di energia spirituale. Nella misura in cui le preghiere degli altri per te si fanno più ferventi, la tua azione diventa più efficace; e fintantoché qualcuno persevera a piegare le ginocchia per te dinanzi al Signore, persiste anche l’ardore della tua azione, e le tue parole ricevono la potenza e l’efficacia dello Spirito santo.
Tratto da "Consigli per la preghiera" di Matta el Meskin
CAPITOLI PUBBLICATI
MATTA EL MESKIN (Matteo il povero) 1919-2006.
Umile monaco eremita, fu il rinnovatore della vita monastica originale dei padri del deserto e Igumeno (Abate) del monastero di San Macario a Scete in Egitto. I suoi preziosi scritti costituiscono una guida alla preghiera sul modo di intrattenersi con Dio nell'autentica preghiera del cuore, quella preghiera che ristabilisce la confidenza dei figli che chiamano Dio “Abbà, Padre”.
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