Katie Downtain Operation Smile Staff |
Una volta ho sentito dire da un medico volontario che dopo essere andato
in missione con Operation Smile è cambiata la sua percezione
personale del mondo: più grande e più piccolo allo stesso tempo. Non ho
mai capito il significato di questa affermazione fino a quando non sono partita
anche io, in missione medica, in Ecuador.
Emozione e
grande eccitazione sin dal primo giorno, dedicato allo screening dei pazienti. A
Santo Domingo appena scesa dal pullman, alle prime ore del mattino, ero nervosa
e ansiosa. Guardando attraverso i cancelli del grande parcheggio, rimasi colpita
nel vedere una folla immensa: file e file di persone in coda, tutti
pazientemente in attesa di incontrare noi volontari.
Abbiamo
velocemente montato le postazioni in diversi padiglioni, allestendoli in modo
che i pazienti capissero il percorso da seguire. Io avevo il compito di fare le
fotografie da inserire nelle cartelle cliniche.
Il lavoro da fare per
riuscire a visitare più di 100 pazienti era molto, ma nonostante ciò non ho mai
avuto la sensazione che dovessi andare di fretta. Ogni volontario
prendeva il suo tempo per entrare in contatto e confortare ogni bambino e la sua
famiglia. Sono rimasta sorpresa dalle attenzioni dedicate ad ogni
singolo paziente. Ho trascorso parte del mio tempo con Linda Highfield,
la Clinical Coordinator. Una persona straordinaria, profondamente motivata
nell'aiutare i bambini nati con il labbro leporino e che ha partecipato a più di
50 missioni mediche.
Al suo fianco, nel corso di questa missione
in Ecuador, c’erano volontari da più di 12 differenti paesi. Un team medico
coeso, che ha donato più di 100 nuovi sorrisi nel corso della settimana
trascorsa insieme.
Nei giorni dedicati agli interventi
chirurgici, ho visto con i miei occhi come funziona la “macchina” dei volontari,
in ogni suo elemento. Io mi sono occupata di Violet, una bambina di 3 anni, che
doveva essere sottoposta ad un intervento al naso dopo aver fatto quello al
labbro, quando era più piccola.
I volontari facevano di tutto per
rendere piacevole e divertente il momento dell’attesa dell’intervento
chirurgico. Se si pensa a quanto sono deprimenti i nostri ospedali
questo, a confronto, era il più divertente che abbia mai
visto.
Quando è arrivato il momento dell’intervento per Violet,
ho promesso a sua madre che le sarei stata vicina per tutto il tempo. L’ho
portata nella sala operatoria e le sono stata vicino mentre spaventata,
piangeva. Questo è stato per me il momento più delicato.
Una volta terminata
l’operazione ho portato la piccola nella sala dedicata al risveglio post
operatorio, dove delle infermiere eccezionali si sono prese cura di lei.
Che emozione quando ho consegnato Violet nelle braccia della sua
mamma! In quel preciso momento io rappresentavo l’intero team dei medici
volontari di Operation Smile!
Prima di partire in missione più
volte mi sono domandata se sarei stata in grado di dare il mio contributo. Non
ero né un dottore e né una traduttrice. Ma essere lì con il team dei medici
volontari di Operation Smile è stato qualcosa di magico, io era una di loro e
subito ho avuto il mio ruolo. Il gruppo si è preso cura di me con la stessa
dolcezza e attenzione che è stata data ai pazienti.
Aver incontrato dei
volontari provenienti da diverse parti del mondo ha aperto i miei occhi su come
grande è il mondo ma, allo stesso tempo, di come siamo così simili.
Confortiamo i pazienti allo stesso modo, trasmettiamo la sicurezza con
un sorriso o con una pacca sulle spalle. Per questo il
mio mondo ora sembra più piccolo! Grazie a tutti coloro che
rendono tutto ciò possibile!
I nostri medici volontari sono pronti per partire per il Paraguay dove 125
bambini sono in attesa di essere operati. Dona un sorriso!
© 2011 Fondazione Operation Smile Italia Onlus
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