Image Cross Fader Redux
Ciascuno di noi è un messaggio che Dio manda al mondo (P. G. Vannucci OSM)

Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE

Lui e io: diario spirituale di Gabrielle Bossis - Capitolo VI°

3 dicembre 1939
«Vedi questa grossa porta di ferro e di legno spesso? Com’è pesante! È una porta fatta dalla paura e dalla diffidenza… Come potrei entrare da una porta come questa? O voi, miei intimi! Abbiate grande fiducia nella mia ricchezza d’amore. Allora, io mi precipiterò in voi con quanto desiderate, poiché sarete irresistibili».
Mentre cucivo delle pianete:
«Laggiù al fronte, o laggiù in Africa, io sarò contento di avere ornamenti confezionati dalla mia figliolina.  Sai quanto un padre è fiero e felice di ciò che gli offre il suo piccolino? Forse, non è fatto molto bene… potrebbe essere più bello… ma il bambino ha lavorato con tutto il cuore, allo scopo di far piacere al suo caro padre, e allora… Non è meglio questo che un lavoro perfetto ma fatto senza amore? Ah! la tua tenerezza, come la cerco in te! Nelle tue opere!...».

22 dicembre 1939
«Prega molto per gli altri. Amplia le tue richieste: i governi, le missioni, i popoli… il mio Regno ovunque… Io me ne faccio carico».

24 dicembre 1939
Al chiaro di luna, nell’Avenue. Gioiosa del Santo Natale in arrivo. Mi ha detto:
«Oh sì, rallegrati! Sai che cos’era la terra prima della mia venuta? C’era Dio e c’erano gli uomini. Ora Dio è diventato uno degli uomini, uno di voi… Che amore! Quale unione possibile tra voi e Lui… Riesci a percepire la differenza? Ringraziami con tutte le tue forze e sii mia più che mai».

26 dicembre 1939
Dopo una riunione di giovani:
«Prendi la tua anima nelle tue mani e guarda la tua giornata. Pesa l’amore che mi hai dato nel corso delle ore. Ricordati: Sarete giudicati sull’amore».
Dopo la Comunione:
«Cerca di evitare le più piccole colpe. Questo è il tuo lavoro, perché sei chiamata alla santità, e la santità è l’assenza di ogni macchia volontaria. Lavoro d’amore, d’amore, capisci?».
Via Crucis, 1a stazione:
«Mi condanneresti a una morte certa, se nel tuo spirito il disordine dei pensieri terreni oscurasse il pensiero di me».

1940

17 gennaio 1940
«Tu non mi senti sempre allo stesso modo; ma che l’oscurità non t’impedisca di camminare! Umiliati e cammina fedelmente. Cammina. Non mi vedi. Non mi senti, ma io sono qui, tutto amore, tendendoti le braccia. Nulla sulla terra mi distrae da voi… Le idee, i pensieri umani sono brevi, e mi si giudica così…
Io sono l’Essere stabile, immutabile. Io sono la Presenza. Io sono lo Sguardo. Io sono Colui che contiene tutto. Io sono sia l’Istante che l’Eternità. Io sono la Ricchezza d’amore. Io sono Colui che chiama, affinché veniate senza timore a gettarvi sul mio cuore. Io, chiamo. Tu, almeno, sii la risposta».

2 febbraio 1940
Di mattina:
«Render l’anima, è una parola giusta. Io ve l’avevo data. Vi avevo messo tanto Amore… Bisogna rendermela con tutto l’affetto, tutta la tenerezza di cui siete capaci, per onorare il mio amore, il Primo. Quando verrò a coglierla, questa cara anima, che essa mi si doni come un flacone di profumo che si spezza».

4 febbraio 1940
Col pensiero cercavo di consolarlo mentre era tutto sfigurato dai colpi. E mi chiedevo: “Lo amerò altrettanto, glorificato?”. Lui mi ha risposto:
«Non hai lo stesso cuore, quando indossi il tuo abito delle feste?».

18 febbraio 1940
Via Crucis, 2a stazione:
«Ricevi la tua Croce di ogni giorno come io ho ricevuto la mia, con grande amore. Non dico: “Non sentirne la sofferenza”. Dico: “Arriva, poco a poco, ad amare la sofferenza”. È la sofferenza che avvicina a me e nessuno potrà uguagliarmi nelle mie innumerevoli sofferenze».
Durante l’Elevazione:
«Io sono Colui che espia. Metti sull’altare tutte le tue colpe, fin dalle prime; e all’orecchio del Padre, con tenerezza, di’ la tua contrizione».
«Pare che ci siano due dèi: quello del Cielo e quello della terra, il denaro. Tu, non servirti di quest’ultimo che per servire il tuo Salvatore e il prossimo per Lui».
«In ogni azione, metti la tua piccola parte di buona volontà e attendi da me tutto il resto».
«Ogni cristiano in grazia è un altro Cristo. Si dice talvolta che in certi uomini vi sono più uomini. Il Cristo è stato tutti gli uomini. Egli ha portato tutti i loro peccati. Unisciti a Lui quando è stato te, quando si è caricato delle tue colpe. Non si può comprendere, quaggiù, la penetrazione di Cristo in ognuno di voi. Era un Dio in un uomo! Il suo potere di salvezza era infinito, poiché la sua Divinità non ha mai lasciato la sua umanità. Trattatemi come il più intimo, che non solo perdona le colpe che gli si confidano, ma che prende su di sé queste colpe per ottenerne il perdono dal Padre».

1° marzo 1940
«Non pensi mai che questa o quella grazia ti è stata concessa per una preghiera detta per te? Per l’una o l’altra benedizione di un sacerdote? Per i meriti dei tuoi genitori? Per la misericordia divina? O la bontà di mia Madre? Nulla ti porti a credere che la causa sei tu o le tue virtù...».

5 marzo 1940
Dopo la Comunione:
«Quando vedi che la tua volontà viene da te stessa, allora metti la tua mano nella mia, guardami, affinché la tua volontà sia modificata da me, per il mio servizio».

11 marzo 1940
Dopo la Comunione:
«Da questo vedrò che mi sei fedele: nelle ore di lavoro, impegnati bene nel tuo lavoro; nelle ore degli affari, impegnati bene nei tuoi affari; ma nelle ore di preghiera, nelle ore d’amore, che nulla venga a distoglierti da me e dai miei interessi. Sii così la mia Fedele, fin da ora».
Dopo una mia critica:
«Figliolina mia, bisogna temere di essere meno santi di colui che denigriamo».
Nel viale:
«Non dire le tue preghiere come una corvée obbligatoria, ma come una storia affascinante e nuova raccontata all’orecchio del tuo Diletto. E come la dirai ancora meglio con un sorriso interiore! E come sarà ascoltata meglio!…».

Pasqua 1940
Nella cattedrale:
«Così come sono entrato solennemente nel Limbo dopo le mie ultime sofferenze (ricordati questo: sulla terra, si arriva sempre a una sofferenza che sarà l’ultima, lo dico per incoraggiarti), così come ho rallegrato e liberato quelle anime, allo stesso modo, solennemente, io verrò a liberarvi dalla terra e a rallegrarvi, anime mie così care! Che questo pensiero vi dia una fiducia gioiosa. È breve, la terra… E allora vedrai il mio volto».
“Signore, vorrei parlare con te con tanta grazia quanto la prima donna, quando visitavi Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre”.
«Ma tu, hai molti più motivi d’amore dei tuoi progenitori! Allora, ero il Creatore, il Benefattore, l’Illuminatore. Ora sono il tuo Salvatore, il tuo Riparatore, la tua dolce Vittima, l’Amore rivelato. Ti faccio più che delle visite: abito in te. Non ti lascio mai, a meno che tu non mi scacci via… Trova dunque in te delle parole che ti facciano struggere d’amore».

24 giugno 1940
«Non credere che sia difficile fare penitenza. Voi espiate quando volete, unendovi alle mie sofferenze. E la vostra espiazione piace a Dio perché siete liberi, mentre l’espiazione in Purgatorio è indipendente dalla vostra volontà».
«Vedi, ci sarebbe un modo per non pensare più alle tue piccole preoccupazioni: pensare alle mie».

8 agosto 1940
Ora santa:
«Non scoraggiarti. Ci sono modi di avanzare, anche tramite le cadute: grida verso di me, non temere di gridare se cadi. Ma che questo tuo grido vada dritto verso il tuo unico Amico. Credi nella mia forza. Non ho afferrato Pietro che sprofondava nelle onde? Non mi credi più pronto ad aiutarti che a perderti? Ah! mia povera figliolina, quanto poco mi si conosce… Mi si vuole ignorare. Si auspica che io non esista, io, l’Essere!... Accresci lo scarso numero di anime che si donano totalmente al mio amore. Serratevi attorno a me come se difendeste un vostro povero tesoro. Dico “povero”… Vorrei essere il grande “ricco” di anime! Ma il rapitore porta via molte pecorelle... Eppure, io le chiamo ognuna per nome. Aiutami! Unisciti alle mie pecorelle fedeli con ogni tua Via Crucis, con i tuoi buoni esempi, le tue amabili parole. Prolungami sulla terra. Io ci sono ancora, grazie a voi. Lasciami vivere intensamente, grazie a te. Prestami la tua intelligenza e il tuo corpo; e tu, nel cielo, possiederai la mia Essenza. Non saremo tutto l’uno per l’altro?».
Consideravo la mia miseria:
«Più un bambino è piccolo e debole, e più lo si tiene stretto sul proprio cuore».

22 agosto 1940
A Le-Fresne. Mentre guardavo il sorgere del sole:
«La mia luce si leverà su di te nell’ultimo giorno. Quale sarà la tua estasi… Conoscerai i favori della salvezza. Sarai avvolta e come sommersa dalla mia Misericordia. Canta sin d’ora la tua riconoscenza con la tua fede».

24 agosto 1940
«Un solo Pater Noster detto da un santo è più potente di un gran numero di preghiere dette senza amore. Metti amore nelle tue parole come un’effusione del cuore, allora le tue parole mi consoleranno. Non è per te una gioia far riposare il tuo Dio? Dimmelo, che io lo intenda bene al mio orecchio, come un segreto d’amore».

25 agosto 1940
Mentre ricevevo dei nipoti:
«Ricevili come se tu ricevessi me stesso. Immagina le premure che la tua tenerezza avrebbe per me. Ebbene, dona loro le stesse premure».

3 settembre 1940
Dopo la Comunione:
- «Il lunedì: vivi nell’amore dello Spirito Santo chiedendogli l’amore. È Lui che fa la santità.
- Il martedì: con la Regina degli angeli e gli angeli. Per riparare alle offese e alle tue offese.
- Il mercoledì: con San Giuseppe. Prendi in prestito da Lui la sua vita interiore.
- Il giovedì: sii piccola ostia con me. Sii un’ostia che canta. Cerca come un avaro le occasioni di piccoli sacrifici che ti rinnoveranno nello stato di ostia.
- Il venerdì: tutta per il mio Cuore. Il venerdì che fu per me una grande sofferenza, sia per te una grande dolcezza.
- Il sabato non sei sola: mia Madre ti accompagna. Risveglia in te l’amore per Lei.
- La domenica: sali in seno alla Trinità santa, come un piccolo grano d’incenso in segno di pura lode.
Fa’ così, piccola anima».

10 settembre 1940
«Quando passa un giorno senza che tu abbia pensato a me, sia grande il tuo dolore! Per paura che il mio dolore sia ancora più grande…».

Leggi l'intero diario spirituale di Gabrielle Bossis

Nessun commento:

Posta un commento