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Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE

Biografia di Matta el Meskin, monaco eremita e Igumeno della Chiesa Copta Ortodossa

"Se ti spogli veramente di te stesso, allora otterrai una forza autentica che domina misticamente tutte le cose insieme, come se una mano suprema impugnasse, guidasse e dominasse ogni cosa in modo totale." (Matta el Meskin)

Matta El Meskin, (Matteo il povero) al secolo Yūsuf Iskandar (1919 – 2006), è stato un monaco egiziano, Igumeno (Abate) del monastero di San Macario il Grande, nel deserto di Scete, dal 1969 alla morte. Matta El Meskin non è solo una delle maggiori figure della storia contemporanea della chiesa copta ortodossa ma anche un autore spirituale noto e apprezzato in tutto il mondo, le cui opere sono state tradotte in quattordici lingue.

Primi anni di vita. Matta El Meskin nacque il 20 settembre 1919 a Banha, nella regione del Delta del Nilo, da una famiglia modesta. Suo padre era un impiegato delle ferrovie egiziane e sua madre una pia donna di campagna analfabeta che avrebbe incarnato il suo primo modello di vita cristiana. Durante la gioventù trascorsa al Cairo (1935-1944) entrò in contatto con il movimento delle madāris al-aḥad (prime scuole) ma ben presto ne prese le distanze scoprendo con sgomento la chiusura e i pregiudizi nei confronti delle altre confessioni cristiane e delle altre religioni.
Laureatosi in farmacia nel 1944, esercitò la professione acquistando una propria farmacia a Damanhur, nel Delta.

Vita monastica. Nel 1948, sentendosi chiamato alla vita monastica, Yusuf Iskandar vendette la farmacia, distribuì il denaro ai poveri e partì verso quello che all'epoca era uno dei monasteri egiziani più austeri e più isolati, il monastero di San Samuele il Confessore, nell'altopiano di al-Qalamun, nell'Alto Egitto.
Qui vivevano pochi monaci anziani, analfabeti e malati e il cui igumeno era lo ieromonaco Mina al-Baramusi, futuro patriarca Cirillo VI. Qui il 10 agosto dello stesso anno Yusuf Iskandar prese i voti con il nome di Matta al-Samu'ili e vi trascorse due anni e mezzo (1948-1951) in condizioni di estrema austerità. Matta al-Samu'ili si dedicò alla preghiera oltre che alla lettura dei Padri della Chiesa su alcune pagine dattiloscritte dall'archimandrita inglese Lazarus Moore, contenenti un florilegio dei padri su diversi temi spirituali. A fianco ai grandi nomi del monachesimo delle origini si trovavano anche i mistici della tradizione russa recente. Questi appunti rappresentarono il materiale che servì per la stesura della sua prima e, probabilmente, più importante opera: La vita di preghiera ortodossa.
Nel marzo 1951, a causa di problemi alla vista, Matta al-Samu'ili si trasferì nel monastero della Vergine noto come monastero dei Siriaci, nel deserto di Nitria. Qui, il 19 marzo, contro la sua volontà, fu ordinato prete dal superiore anba Teofilo con il nome di Matta El Meskin. Dopo aver trascorso un breve periodo di discepolato con un'altra importante figura spirituale di quest'epoca, l'eremita etiope 'Abd al-Masih al-Habashi, per apprendere le basi dell'ascetismo e dell'eremitaggio, si scavò una grotta dove trascorse un periodo di solitudine.
Nel 1954 Matta El Meskin accettò, su insistenza di Giuseppe II (1875-1956, patriarca dal 1946 al 1956), l'incarico di vicario patriarcale ad Alessandria. In poco tempo riuscì a introdurre una serie di riforme tra cui la riorganizzazione dell'amministrazione patriarcale. La messa in discussione di molti privilegi del clero gli valse l'opposizione di numerosi prelati. Dimessosi, Matta El Meskin rientrò al monastero dei Siriaci. Nel 1956, credendo che la riforma monastica in atto mancasse del necessario radicalismo, lasciò il monastero insieme a dodici monaci suoi discepoli, tra i quali il futuro patriarca Shenuda III, per ritornare nuovamente al monastero di San Samuele.
Alla morte di Giuseppe II, Matta El Meskin fu candidato al patriarcato e poi escluso, secondo quanto prevedeva lo statuto, perché di età inferiore a quarant'anni e con meno di quindici anni di vita monastica. Dopo l'elezione al soglio patriarcale di Mina al-Baramusi con il nome di Cirillo VI (1902-1971, patriarca dal 1959 al 1971), al termine di un periodo particolarmente tumultuoso per la chiesa copta, Matta El Meskin si ritirò in solitudine fino alla fine del 1959; scriverà: La chiesa eterna. Il 9 aprile 1960, Matta El Meskin e i suoi discepoli partirono verso Hilwan, periferia meridionale del Cairo, dove Matta El Meskin aveva fondato, insieme ad altri, la casa della consacrazione nel 1958-1959.

Wadi al-Rayyan. L'11 agosto 1960 i monaci guidati da Matta El Meskin si diressero all'inospitale wadi al-rayyan, a circa cinquanta chilometri al nord del monastero di San Samuele, dove vissero, malgrado alterne vicende, per nove anni in grotte scavate da loro stessi, conducendo una vita simile a quella dei primi anacoreti cristiani. In questo periodo Matta El Meskin pubblicò numerose tra le sue opere più note, fra le quali ricordiamo: Con Cristo nella sua passione, morte e resurrezione (1961), Chiesa e Stato (1963), L'azione spirituale (1965), L'unità cristiana (1965), Istruzioni sulla preghiera (1966), Sant'Antonio, anacoreta secondo il vangelo (1968).

Monastero di San Macario il Grande. In seguito ad alcune divergenze, l'8 maggio 1969 il patriarca Cirillo VI convocò Matta El Meskin e il suo gruppo per chiarire la situazione e li invitò a prendere in consegna l'antico monastero di San Macario il Grande, nel deserto di Scete, dove all'epoca non vivevano che sei monaci anziani in una struttura in rovina, sommersa dalla sabbia del deserto circostante. Matta El Meskin divenne il padre spirituale del monastero e diede il via a una importante rinascita riformandone il sistema monastico e intraprendendo lavori di restauro e ampliamento. In dieci anni il numero di monaci crebbe dalla decina iniziale a circa ottanta. È in questi anni di stabilità che redasse le sue opera magna come: Il monachesimo copto all'epoca di San Macario (1972), Lo Spirito santo, Signore vivificante (1981), Il mistero dell'Eucaristia (1982).

Le accuse del patriarca Shenuda III. Alla morte di Cirillo VI (1971), Matta El Meskin fu candidato per la seconda volta al soglio del patriarcato copto ortodosso e fu nuovamente escluso. A essere eletto fu Anba Shenuda, vescovo dell'educazione (1923-2012, patriarca dal 1971 al 2012), con il nome di Shenuda III. Nel 1981, in seguito all'acuirsi delle tensioni tra Anwar al-Sadat, Shenuda III e i gruppi estremisti islamici, il presidente egiziano fece arrestare otto vescovi ed esiliò Shenuda III nel monastero di San Pishoi, nel deserto di Nitria, dove vi sarebbe restato fino al 1985. Matta El Meskin svolse il ruolo di paciere tra Shenuda III e Sadat rifiutando l'offerta di quest'ultimo di diventare patriarca al posto di Shenuda. Questi incontri furono alla base di malintesi tra Matta El Meskin e Shenuda III, i cui rapporti, malgrado Matta El Meskin fosse stato il padre spirituale del patriarca, andarono sempre più raffreddandosi. Da allora Shenuda III accusò Matta El Meskin di eresia attraverso una serie di articoli pubblicati da al-kiraza ('L'evangelizzazione'), il periodico ufficiale del patriarcato, poi ripubblicati in un libro intitolato: Eresie moderne. A partire dal 1988, Matta El Meskin visse, tranne che per sporadiche visite al monastero, in una dépendance di quest'ultimo a settanta chilometri a ovest di Alessandria. Qui si dedicò alla redazione dei commentari alle Scritture.

La morte. Matta El Meskin spirò in ospedale l'8 giugno 2006 all'età di ottantasette anni. Lo stesso giorno furono celebrati i funerali al monastero di San Macario, in assenza delle autorità ecclesiastiche.

Opere tradotte in italiano
Comunione nell'amore (trad. Guido Dotti), Qiqajon, 1986
Consigli per la preghiera (trad. Guido Dotti), Qiqajon, 1988
Secondo il vangelo. Le venti Lettere di Antonio, Qiqajon, 1999
Antonio il Grande (ed. Matta El Meskin) (trad. Laura Marino), 1999
Il cristiano nuova creatura (trad. Laura Marino), Qiqajon, 1999
L'esperienza di Dio nella preghiera (trad. Emanuela Cosentino), Qiqajon, 1999
La gioia della preghiera (ed. e trad. Marco Hamam), Qiqajon, 2012
I cristiani d'Egitto nella vita e negli scritti di Matta el Meskin (ed. e trad. Vittorio Ianari), Morcelliana, 2013

(Testo biografico tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le Condizioni d'uso per i dettagli.)
CONSIGLI PER LA PREGHIERA, di Matta el Meskin
Chiudere la porta
La preghiera, opera fondamentale nel cammino spirituale
L’effusione dello Spirito santo nelle parole della preghiera
L’importanza di una legge spirituale
La preghiera come dono
Cristo ti attende
Alla presenza di Dio
Superare le sensazioni mediante la fede
Pretesti per sfuggire alla preghiera
L’ascesi dei corpo e l’ardore dello spirito
La preghiera e il tempo
Cristo partecipa alla preghiera
Lo Spirito Santo grida nel tuo cuore
Come invocare lo Spirito Santo?
La preghiera, invito divino al ritorno della creatura esiliata
Le preoccupazioni: come presentarle nella preghiera?
La preghiera ti trasforma fin nel più profondo del tuo essere
La preghiera di comunione, di unione con il Signore
La preghiera è più potente del peccato
La preghiera, scambio d’amore con Dio
La preghiera, atto di obbedienza
La preghiera, scuola di obbedienza
La preghiera, capacità di abbandono alla volontà di Dio
Il sacrificio, pienezza dell'obbedienza
La preghiera, fonte di potenza per gli altri
Dio si serve delle tue preghiere per la salvezza degli altri
La comunione con Cristo e la condivisione delle sofferenze degli uomini
La ricerca di te stesso nella preghiera la contamina
Anche tu hai un grande bisogno che si preghi per te
La preghiera per gli altri è una grave responsabilità
La preghiera di lode, di adorazione e di contemplazione del Volto glorioso di Cristo

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