Mi è pervenuto questo breve manoscritto, con invito a utilizzarlo nelle conferenze e ritiri che tengo al Clero.
Avendo conosciuto qualche anima di cui si parla e in modo particolare l'autore, di cui ho la più alta stima, condivisa del resto da tutti coloro che lo conoscono, ho pensato che potrebbe tornare utile e gradito a tanti Confratelli, ai quali è esclusivamente rivolto, presentandolo in edizione extra commerciale.
Autentico pregio mi pare sia la veridicità dei fatti narrati, anche se ad essi siamo chiamati a prestare una fede puramente umana, lasciando alla Chiesa il giudizio autorevole e definitivo.
La stampa mi è suggerita dalla difficoltà di trovare libri che trattino dei fenomeni mistici, tanto che taluno, non avendo mai letto nulla al riguardo, si dimostra scettico od ostile incontrando qualche anima privilegiata.
Penso che un contatto con il soprannaturale, che sicuramente nessuno può negare “a priori”, e soprattutto il sapere che ci sono anime che soffrono per scontare i nostri peccati e ottenerci il dono della santità e della fecondità nell'apostolato, può farci riflettere e soprattutto farci del bene, ciò che mi auguro di cuore.
A. M. Alessi
A. M. Alessi
Brevi appunti di mistica
Durante tutto il corso di sacra Teologia, mentre si trattano diverse materie sia fondamentali che secondarie, per una completa formazione sacerdotale, non si insegna la mistica. A Roma si tiene qualche corso particolare, ma sono pochi quelli che lo frequentano. Di conseguenza, pur con le debite eccezioni, molti sacerdoti sono completamente digiuni di questa materia e questo spiega perché tanti si dimostrino indifferenti o addirittura ostili davanti a certi fenomeni.
- Per salvarsi basta la Rivelazione e il Magistero della Chiesa, dicono. Tutto il resto non è di fede, è pura illusione.
- Amare Dio e il prossimo! Qui c'è tutto il Cristianesimo; non occorre altro!
- Dio ci liberi dai visionari, gente esaltata e dalla fantasia malata!
- Non abbiamo tempo da perdere con tutti quelli che hanno visioni a ogni piè sospinto!
Frasi come queste se ne sentono un po' dovunque.
La Chiesa, pur affermando che la Rivelazione è terminata con gli Apostoli, né mettendo come articolo di fede quello che Dio si degna manifestare a persone private, non ha tuttavia mai disprezzato i fenomeni mistici, anzi li ha sempre sottoposti a un accurato esame.
Anche attualmente si stanno esaminando da parte dei competenti tribunali due figure di mistiche, la portoghese Alexandrina e l'italiana Lucia Mangano, morta solo da pochi anni, i cui fenomeni mistici hanno già riempito parecchi volumi e sulle cui virtù nessuno osa avanzare alcun dubbio.
Pertanto chi si schiera contro la mistica è in errore, dimostra per lo meno di non conoscerla.
E’ quanto mai opportuno che i Sacerdoti abbiano una certa conoscenza di questa delicata materia, non fosse altro per sapere distinguere la vera mistica da quella falsa; parlarne con una certa competenza ed essere eventualmente di aiuto, non di intralcio, a quelle anime che la Provvidenza volesse affidare alle loro cure.
Se la direzione di un'anima è sempre difficile e impegnativa, lo è in modo particolare quando essa venga chiamata da Dio a seguire vie non comuni, che richiedono particolare comprensione e attenzione.
Gratitudine
I mistici sono sempre esistiti nella Chiesa e ci sono ancor oggi, anzi in numero forse maggiore, per compensare l'abbandono dei principî della fede da parte di tanti cristiani e l'indulgenza a certe forme di razionalismo, di modernismo e di edonismo a cui non sono aliene anche anime consacrate. Queste anime privilegiate, per seguire la particolare vocazione a cui sono chiamate, hanno bisogno di una guida sicura per dottrina e virtù. Questa guida non può essere che il Sacerdote ben formato, prudente e vigilante. Occorre tener presente che i mistici sono anzitutto i grandi ausiliari dei Sacerdoti stessi.
Chi avesse la fortuna di conoscere una di queste anime, chieda pure quale particolare missione le abbia affidato Gesù ed a quale categoria di persone siano di preferenza indirizzate le sue preghiere e sofferenze. La risposta più ordinaria sarà: "La mia vita è consacrata ai Sacerdoti. Soffro per loro: per riparare le loro infedeltà, per ottenere loro la grazia di rialzarsi, per incitarli a camminare nella via della santità, per ottenere fecondità nel loro apostolato."
Anche per questo motivo i mistici dovrebbero essere i più apprezzati da parte del Clero, non fosse altro per un doveroso senso di gratitudine.
Elezione speciale
Come Dio chiama alla vocazione religiosa uno anziché un altro, così chiama allo stato mistico un'anima a preferenza di un'altra.
E poiché i privilegiati devono compiere una grande missione, in privato o in pubblico, secondo il disegno di Dio perché in essi risponda la sua opera, generalmente sono scelti tra coloro che hanno doti poco appariscenti.
A conferma sarà sufficiente ricordare come S. Teresa del Bambino Gesù e più ancora la privilegiata del S. Cuore: S. Margherita Alacocque, erano considerate tra le ultime suore di tutto il monastero, come Sr. Josepha Menendez, altra grande mistica, che era addetta alla cucina del monastero.
Finché sono sulla terra, le anime privilegiate devono vivere nel nascondimento. Gesù è molto esigente su questo punto.
Solo eccezionalmente ha permesso che qualcuna avesse in vita della pubblicità, per far sentire la sua presenza e la sua bontà in un mondo sempre più incredulo e materialista. Così avvenne per la stigmatizzata di Baviera: Teresa Neumann, morta nel 1963 e di cui si è già iniziata la causa di beatificazione; altrettanto per Madre Elena Aiello, morta da qualche anno, nota come la stigmatizzata di Cosenza, la cui biografia è pure nota a molti.
Generalmente i mistici vengono conosciuti dopo la morte, per qualche scritto pubblicato dal loro direttore spirituale o per interessamento delle stesse Autorità Ecclesiastiche che iniziano il processo per la loro elevazione all'onore degli Altari. La maggior parte però resta ignorata.
Solo in cielo conosceremo tanti Santi che Dio non ha voluto glorificare in terra e tra questi anche tanti mistici che sono vissuti eroicamente fedeli alla loro chiamata, nella pratica di tutte le virtù cristiane.
Difficoltà
Una delle maggiori difficoltà, a proposito di fenomeni mistici, che lascia spesso perplessi i Sacerdoti è questa: perché i mistici sono quasi sempre donne?
Qualcuno poi non teme di soggiungere: - "Se Dio ha qualche disegno da attuare, si rivolga a me che sono suo ministro. Perché dovrebbe preferire una beatella ignorante e incapace?".
A tali obiezioni vorrei rispondere che se le anime privilegiate sono di preferenza di sesso femminile, ciò è dovuto perché lo stato mistico è più congeniale e adatto alla donna. Lo stato di vittima straordinaria infatti è assai difficile e richiede spirito di sacrificio e generosità non comune. Il cuore umano è ricco di immense possibilità, ma difficilmente riesce a perseverare in uno stato di sofferenza e di dedizione assoluta. Il cuore della donna, sorgente immensa di amore e di sacrificio, è sicuramente più adatto ad accettare una simile vocazione.
Non mancano tuttavia anche tra gli uomini coloro che sono prescelti a questo stato. Occorre inoltre tenere presente che Dio sceglie sempre chi vuole ed è impossibile all'uomo scrutare i suoi disegni.
La storia insegna che Egli ha sempre preferito manifestarsi agli umili e ai semplici; basta pensare alle tante apparizioni Mariane, da Lourdes a Fatima, di cui è ricca la vita della Chiesa.
Dio preferisce spesso far sentire la sua voce a un'anima semplice, ma attenta, delicata, obbediente, pronta al sacrificio, anziché scegliere persone piene di se stesse, amanti del benessere e delle comodità.
Una testimonianza
D'accordo, non tutti quelli che affermano: "Vedo Gesù! Vedo la Madonna! Sento la voce del Signore!" sono nello stato mistico. Le allucinazioni, i fenomeni di isterismo, le fissazioni e soprattutto l'orgoglio femminile possono facilmente indurre in errore.
Il Sacerdote che conosce discretamente la mistica, dopo un po' di tempo che tratta con queste anime, sarà facilmente in grado di discernere la fantasia dalla realtà. Se però ignora la mistica, può prendere dei grossi abbagli, prendendo il vero per falso e viceversa.
Mi permetto di citare un episodio di cui sono stato testimone. Qualche anno fa mi giunse una lettera dall'estero. Un Sacerdote a me sconosciuto mi scriveva: "Si è presentata a me una suora per la direzione spirituale. Pretende di avere delle visioni e di ricevere confidenze di Gesù. Per principio sono contrario a queste forme di spiritualità, per cui le ho detto di non pensarci e non parlarmene più. La suora ha continuato ad insistere, assicurandomi l'autenticità di queste manifestazioni. È veramente cocciuta e non si arrende a quanto ho tentato di imporle. Con la presente le accludo, in busta chiusa, una lettera che mi ha pregato di farle pervenire. Ignoro cosa contenga e come abbia avuto il suo indirizzo. La prego, nella risposta, di farle capire che deve essere più docile e di smetterla con le sue visioni. Mi mandi pure la risposta in busta chiusa, che sarà da me puntualmente consegnata all'interessata ."
Esaminata la missiva, ho avutola sensazione che la suora si trovasse realmente nello stato mistico. Erano state le rivelazioni di Gesù a spingerla a rivolgersi a quel Sacerdote per una sicura direttiva, ma vedendosi incompresa, né volendo resistere alle sollecitazioni dello Sposo Celeste, pregò così: "Signore, tu sai come vorrei ubbidire al tuo ministro e negare fede a quanto mi accade! Ma come posso chiudere gli occhi davanti alla realtà? Ti prego, o Gesù, dammi un segno che rassereni me e convinca il mio padre spirituale!"
Gesù le rispose: "Scrivi al Sacerdote N.N. e comunica a lui quanto sto per dirti". E manifestò alla suora cose intime riguardanti la mia vita, soffermandosi su un argomento che rappresenta lo scopo precipuo di tutta la mia esistenza. La suora concludeva: "Se sarà vero quanto ho scritto, e non ho motivo di dubitarne, il mio direttore dovrà convincersi che agisco per ispirazione superiore".
Rispondendo a quel Sacerdote, lo invitai a mettere da parte le sue vedute personali e idee preconcette, suggerendogli qualche norma pratica per la direzione spirituale di quell'anima. Gli raccomandai inoltre di far chiedere a Gesù stesso qualche segno per conoscere meglio la sua volontà.
Trascorsi due mesi, quel reverendo così mi scriveva: "Mentre le confermo lo scetticismo dei primi tempi, le assicuro che ora ho dovuto arrendermi di fronte all'evidenza dei fatti. Ho avuto tali e tante prove che mi hanno fatto toccar con mano l'evidenza della verità, tanto da concludere: Hic est digitus Dei!".
Norme direttive
Quando al Sacerdote si presentasse una anima che manifesta fenomeni che escono dall'ordinario, se dall'insieme appaiono cose da tenere in considerazione, vorrei suggerire queste brevi norme:
Quando al Sacerdote si presentasse una anima che manifesta fenomeni che escono dall'ordinario, se dall'insieme appaiono cose da tenere in considerazione, vorrei suggerire queste brevi norme:
I - Invitare a scrivere tutto, precisando la data di tali manifestazioni. I veri fenomeni mistici hanno un nesso logico e non si staccano mai dai principi della dottrina cristiana.
Nel primo periodo mistico L'anima può cadere in certi difetti ed errori, dovuti alla sua inesperienza o all'incompetenza di chi la dirige.
Gli scritti cronologici vengono letti e vagliati da chi prende la cura spirituale di quest'anima. Se uno non si sentisse in grado di emettere un giudizio, chieda il parere di altro confratello più competente e preparato. Se risulta con evidenza che l'anima è in contatto con il soprannaturale e il Sacerdote richiesto di dirigerla non si sente all'altezza del compito, non ne assuma la responsabilità, ma la indirizzi a chi ritiene più capace.
Ritornando all'esame degli scritti, può accadere che si riscontrino delle contraddizioni o dei punti oscuri. Occorrerà tener presente che talvolta, insieme all'opera di Gesù, c'è anche lo zampino di Satana, che ha tutto l'interesse per ingarbugliare la situazione.
L'anima mistica ancora inesperta, scrive tutto ciò che vede o sente e non sempre riesce a discernere quello che viene da Dio da quello che le è suggerito dal demonio. E si sa che il maligno lavora per turbare le acque.
Quando si tratta di donne, giova tener presente quanto diceva un Vescovo, S. E. Mons. Peruzzi, che aveva diretto la Serva di Dio Suor Benigna Consolata Ferrero: "Nei fenomeni mistici si tenga conto solo di quello che viene da Dio, scartando quello che proviene dal demonio o dalla testa della donna".
II - Si sia molto cauti nel non rendere pubblici i fenomeni straordinari; sia perché non tutti sono disposti ad accettare il soprannaturale, sia per mantenere il nascondimento dell'anima privilegiata.
Si tenga inoltre presente che non è facile dirigere un'anima straordinaria. Non basta essere intelligenti, è necessaria una particolare grazia di Dio che si ottiene con l'umiltà, la preghiera, la santità della vita.
Quando l'Autorità Ecclesiastica invitò due esimi Sacerdoti a visitare e controllare la mistica di Lucca, S. Gemma Galvani, emisero questo giudizio: "La giovane è ammalata e un po' toccata di mente". Giudizio che si dimostrò quanto mai errato.
La storia è maestra
I fenomeni mistici variano da anima ad anima, però hanno tutti un fondo comune, per cui studiata bene la vita di una mistica, si è in grado di giudicare con maggiore discernimento i fenomeni delle altre.
Oltre a qualche buon trattato di mistica, può giovare molto ai Sacerdoti la lettura di uno dei seguenti libri: «Alexandrina», «Suor Benigna Consolata Ferrero», «Suor Consolata Betrone», «Lucia Mangano», «Lettere di S. Gemma», «Teresa Neumann», «Per la storia» (Padre Pio da Pietrelcina), «Invito all'amore», «Cum clamore valido N», «Colloquio interiore»...
Il direttore spirituale
Spesso è lo stesso Gesù che indica all'anima privilegiata il Sacerdote cui affidarsi per la direzione spirituale e ciò può avvenire all'inizio della vita mistica o anche in seguito. S. Margherita Alacoque, dopo le dolorose prove d'incomprensione da parte della superiora e dei Teologi chiamati a giudicarla, fu esortata da Gesù ad affidare la sua anima a un Sacerdote di passaggio: il P. De la Colombière. Lo stesso avvenne per S. Gemma Galvani riguardo a P. Germano.
Certo Gesù non ha bisogno del Sacerdote per attuare i suoi disegni su un'anima, ma nella sua amabile sapienza vuole servirsi quasi sempre dei suoi ministri, sia perché conoscendo le meraviglie della Grazia divina se ne avvantaggino loro stessi, sia perché l'anima privilegiata ne riporti il merito dell'obbedienza.
Compito del Direttore è:
1 - conoscere la missione specifica dell'anima affidata alle sue cure;
2 - seguire con prudenza e avvedutezza le diverse tappe della vita mistica, che possono presentare sempre nuovi orizzonti;
3 - guidare l'anima a quelle mete ove Dio vuole che giunga, sapendo sacrificare le proprie vedute, qualora Gesù facesse delle richieste non sempre conformi a quelle di chi la dirige;
4 - incoraggiare e sostenere l'anima privilegiata, che trovandosi abitualmente nello stato di vittima, deve passare per il crogiolo di tante prove e grandi tribolazioni.
Tre caposaldi
Una delle croci più pesanti per le anime mistiche è l'incomprensione. Ognuna di esse riproduce qualche tratto della vita di Gesù: il Getsemani, il Calvario e specialmente la incomprensione, di cui fu vittima durante la sua vita pubblica.
L'anima privilegiata spesso è incompresa da chi convive con lei. Se è Suora può essere incompresa dalla superiora, da alcune consorelle o addirittura da tutta la comunità. Se una vive in famiglia, può essere incompresa e osteggiata da qualcuno o da tutti i familiari.
È necessario che almeno il suo Direttore spirituale la comprenda e sostenga. L'anima mistica non è un modello perfetto di santità; gode di speciali carismi, ma resta in lei la povera natura umana, con il bagaglio di tutti i difetti, come rimane anche in colui che riceve la sacra Ordinazione.
Dire perciò che un'anima non può trovarsi nello stato mistico perchè ha questo o quel difetto, è un errore.
Anche i Santi canonizzati, sebbene spesso i biografi lo tacciano, hanno avuto i loro lati deboli, difetti spesso anche rilevanti.
Le miserie umane sono come la corteccia che custodisce l'albero della santità e lo ripara da sguardi indiscreti. Gesù si serve di queste miserie per conservare nell'umiltà i suoi prediletti.
Il Signore offre molto a queste anime e da loro chiede molto. Esige che tendano seriamente alla perfezione e sa compatire le loro debolezze. Quando però commettono una colpa deliberata, pur non eccedendo la venialità, ne esige la dovuta riparazione. In questi casi si intensificano e si prolungano le sofferenze.
S. Gemma un giorno indugiò a scacciare un pensiero di vana compiacenza. Gesù apparendole le disse: "Fra poco verranno alcuni demoni a flagellarti". Ciò si verificò.
Un'anima che attualmente dirigo, un giorno diede a Gesù un grande dispiacere. La esortai a umiliarsi, a chiedere perdono. Il Signore prontamente glielo concesse. Desiderando come suo Direttore spirituale cooperare alla doverosa riparazione, promisi di celebrare, con questa intenzione, cinque Sante Messe. Ma Gesù mi fece sapete che tre erano sufficienti.
Spesso l'azione di Dio nelle anime mistiche è accompagnata da quella di Satana. Il demonio ha dei particolari poteri su tutti, ma specialmente sulle vittime straordinarie. Tuttavia tale forza diabolica rimane sempre contenuta entro determinati limiti dalla potenza divina.
Il demonio si dimostra furibondo con le anime mistiche perché gli strappano molte prede; perciò si adopera per indurle al male, per torturarle e scoraggiarle, nella speranza di far fallire i disegni di Dio.
E mentre lavora su di esse direttamente, agisce indirettamente anche su coloro che le circondano. È pericoloso aver da fare con tali anime: se non si fa più che attenzione, c'è pericolo di cadere nelle sue reti e diventare anche inconsciamente suoi strumenti.
In questo modo si spiegano le controversie, le calunnie, le lotte che si scatenano contro le anime mistiche e contro gli stigmatizzati.
Possiamo concludere: Beati i Santi ... ma guai a coloro che li fanno santificare, prestandosi al gioco del diavolo!
Contatti con il soprannaturale
Tutti possono trovarsi nello stato mistico: uomini e donne, vergini e sposatì; secolari e consacrati, purché Dio li chiami.
Generalmente i mistici non sono anime scrupolose. Quasi sempre hanno un carattere forte e volitivo; diversamente non potrebbero perseverare con generosità nello stato di vittima, accettando ogni genere di sofferenze.
Per lo più essi non amano raccontare quanto avviene di straordinario in loro; si aprono con il solo Direttore spirituale e spesso anche con lui lo fanno vincendo una naturale ripugnanza. Negli stessi scritti, stesi per ubbidienza, si esprimono con molta sobrietà e riservatezza.
L'inizio della vita mistica può accadere nell'adolescenza, nella gioventù o anche in età avanzata.
I primi contatti con il soprannaturale sono vari, diversi gli uni dagli altri, quasi rispecchiando l'infinita varietà di Dio nelle sue opere.
Possono ad esempio avvertire come delle frecciate alle palme delle mani o al costato e tutto ciò d'un colpo, senza alcun preavviso e a intervalli. Per altri può verificarsi un sudore sanguigno in tutto il corpo, come accadde a un'anima di mia conoscenza.
Sovente il primo contatto con il soprannaturale avviene per mezzo di voci. In un momento di perfetta solitudine e silenzio uno avverte una voce, quasi di una persona che gli parli all'orecchio. Si odono distintamente frasi che incitano al bene, presso a poco di questo tenore: «Pensami e amami come io ti penso e ti amo!» - «Sono troppo offeso! Vuoi consolarmi?» - «Ho bisogno di qualcuno che voglia sacrificarsi per le anime» - «Non negarmi nulla di quanto ti chiederò ».
Quando si odono tali voci, che si ripetono con insistenza, in chiesa o in casa, specie nel raccoglimento della preghiera, occorre non trascurarle e tanto meno disprezzarle. Il Sacerdote che riceve tali confidenze, inviti l'anima che a lui si affida a stare attenta, a controllarsi. Il primo passo da fare è constatare se tale voce viene da Dio o dal demonio.
Ci si può accertare dicendo: "Se tu che mi parli vieni da Dio, ripeti con me: Viva Gesù!"
Se la voce viene veramente dal Signore, si udrà chiaramente l'invocazione. È questo il suggerimento dato da Gesù stesso a Santa Gemma, quando il demonio era riuscito un giorno a ingannarla.
Ad un'anima che dirigo ho dato lo stesso suggerimento e si trova molto bene. Talvolta la voce risponde: "Sono io, Gesù, il Figlio di Maria Vergine!".
Accertato che la voce viene da Dio, occorre ascoltare e possibilmente scrivere tutto quello che dice.
Se la voce venisse dal maligno si può stare sicuri che egli non pronuncerà mai la parola "Gesù" o qualche altra pia invocazione.
Certe perplessità che possono capitare e che lasciano dubbiosi su certi fenomeni, sono dovute alla mancanza di un accertamento preliminare per conoscere con sicurezza la provenienza del messaggio.
Apparizioni
Al fenomeno delle voci, generalmente segue quello delle apparizioni, spesso anzi i due fenomeni sono concomitanti: appena si ode la voce appare anche l'immagine.
In pieno giorno o di notte, mentre si è perfettamente svegli, appare un personaggio. Anche questo fenomeno può essere opera divina oppure diabolica. Conviene pertanto accertarsi come si è detto per le voci. Alle prime, apparizioni si è pervasi da uno sgomento che non permette subito di eseguire i dovuti accertamenti. Di fronte a questi fenomeni anche il fisico può risentirne. Lucia Mangano quando vide per la prima volta il demonio, mentre stava attingendo acqua a una cisterna, ne provò tanto terrore da essere costretta a letto febbricitante per diversi giorni.
Man mano però che le apparizioni si ripetono, ci si sente sempre più forti e preparati, fino ad avere la piena padronanza di se stessi.
Le apparizioni presentano i soggetti più diversi: Gesù, la Vergine, l'Angelo custode, il Santo protettore, il demonio ...
Lo Sposo Divino
Avvenuti i primi contatti diretti con Gesù, l'anima entra poco a poco in profonda intimità con lo Sposo Celeste e comincia a ricevere le sue confidenze.
Gesù è sempre rispettoso della libertà umana e prima di agire su un'anima chiede sempre il suo libero e pieno consenso.
Il mistico comprende che dicendo il suo «fiat» dovrà soffrire molto e prima di pronunciarlo può anche tentennare e sentirsi preso dallo scoraggiamento. Ma nel momento decisivo la Madonna viene in suo aiuto; la Madre divina accompagna sempre l'opera del suo Figlio adorabile.
La Menendez, come si legge nel libro «Invito all'amore», in simile circostanza fu rallegrata dall'apparizione della Madonna che le disse: "Non temere, figlia mia. Io ti sarò sempre vicina e ti aiuterò. Accetta l'invito amoroso del mio Gesù!"
Quando Gesù è pienamente libero di agire, allora dona all'anima prediletta i suoi carismi con generosità, intrecciando gioie ineffabili a grandi sofferenze.
Uno dei primi carismi può essere quello delle stimmate, visibili o invisibili. Talvolta, quando vuol rendere pubblica la missione della vittima, le rende visibili, come fece con la Neumann e con tanti altri. Quando la Mangano si accorse per le trafitture che provava di essere stimmatizzata, pregò lo Sposo Celeste di non renderle visibili e fu accontentata.
Lo sposalizio mistico
Una data memorabile nella vita dei mistivi è lo sposalizio con Gesù. È lui che sceglie il giorno, di preferenza in qualche festa della Madonna.
Noto a tutti il quadro che riproduce lo sposalizio mistico di S. Caterina da Siena, che raffigura Gesù, la Madonna, un Serafino e la Santa. Lo stesso episodio si ripete per tante anime mistiche.
In occasione di questo sposalizio Gesù talvolta fa dono dell'anello mistico, un autentico anello prezioso, sempre visibile alla persona che lo porta al dito, ma generalmente invisibile a tutti gli altri.
Quando però Gesù lo permette, in determinate occasioni l'anello può essere visto anche da altri, specialmente del Direttore spirituale.
L'anello mistico di S. Caterina fu visto dal suo Direttore, il Beato Raimondo da Capua. Nella chiesa romana di S. Maria alla Minerva, alla base dell'altare maggiore si trova il sepolcro della Santa, sul cui coperchio è raffigurata in bassorilievo la figura della Santa con l'anello al dito.
Dalla biografia della Mangano risulta che anche lei portava l'anello datole da Gesù nel giorno dello sposalizio.
In una delle lettere ricevute dall'estero, sono passati ormati tanti e tanti anni, quel Sacerdote che prima si dichiarava scettico ed incredulo, mi scriveva di avere avuto la grazia di vedere al dito della suora l'anello mistico.
Un'anima, della quale mi interesso da circa un ventennio, ricevette il prezioso anello il 15 agosto 1956, giorno dell'Assunta.
Ho avuto la gioia di vederlo più volte, alla presenza anche di un altro confratello che ebbe pure modo di osservarlo.
L'anello che Gesù offre, non è un semplice monile prezioso, ma un richiamo continuo all'anima vittima e diventa per lei quasi un termometro spirituale.
La perla centrale dell'anello emette abitualmente un raggio luminoso. Quando la vittima soffre più intensamente o supera una certa prova, la luce aumenta. Se invece commette qualche infedeltà, la luce diminuisce e può anche sparire. Riparata però la colpa, la luminosità. torna normale.
Quando S. Caterina, in qualche rara occasione, vedeva il suo anello senza luce, piangeva, pregava e si umiliava senza darsi pace, finché la luce non fosse ritornata.
Per i mistici che devono lottare spesso con il diavolo tentatore che cerca di farli cadere nell'impurità, l'anello è un aiuto provvidenziale.
Quante volte ho dovuto rassicurare l'anima, di cui ho la direzione spirituale, dicendo: "Non deve avere alcun timore di aver offeso Dio durante quell'assalto diabolico. Terminata la prova, ha guardato l'anello? - Sl! La perla continuava a emanare la sua luce? Sì, anzi era più luminosa di prima! Allora stia tranquilla; Gesù non è rimasto offeso, anzi glorificato per la prova superata".
Ci si può chiedere perché mai queste vittime siano costrette a subire forti tentazioni e veri assalti diabolici contro la purezza. La risposta è stata data da una di queste anime privilegiate.
Lo stato di vittima è ordinariamente a beneficio dei Sacerdoti. Ad ogni prova superata e vittoria ottenuta, corrisponde un aumento di grazia per loro, o per impedire qualche caduta e aiutarli a rialzarsi.
Profumi e bilocazione
Il Tanquerey, nel suo trattato di mistica pastorale, afferma che tra i carismi dei mistici c'è anche quello dei profumi. Si tratta di un forte e soave odore che proviene da un insieme di diversi profumi.
Una persona che aveva constatato questo fenomeno, mi diceva: "Ho un negozio di cosmetici e so distinguere perfettamente gli odori delle varie essenze, ma non sono mai riuscito a individuare a quale specie appartenga questo profumo mistico".
Molti parlano del «profumo di P. Pio». Ci saranno anche dei suggestionati, ma sono moltissimi gli uomini che avvertono questo strano profumo quando si accostano allo stigmatizzato; un profumo che dura pochi istanti e che si ripete a intervalli. Qualcuno lo sente anche da lontano.
Che spiegazione dare a questo fenomeno? Forse vuol significare la vicinanza di Dio e il suo gradimento per la missione affidata all'anima privilegiata.
In alcuni Santi canonizzati dalla Chiesa, si è verificato anche il fenomeno della bilocazione. D. Bosco, per citare uno tra i più recenti, si trovava nella sua cameretta a Torino, ma spesse volte durante la notte veniva trasportato misteriosamente nella Spagna o in Francia e persino in qualche altra più lontana regione del mondo. Le «Memorie Biografiche» del Santo riportano diversi di questi viaggi misteriosi. Una altra volta racconta che, mentre si trovava in treno, contemporaneamente si ritrovò sul fiume Dora per dare una buona lezione a dei giovani che stavano facendo il bagno con pericolo per l'anima e il corpo.
Fenomeni simili si riscontrano nella vita di parecchi mistici, anche se non sempre si tratta di vera bilocazione. Nella vita di Teresa Neumann si legge che talvolta era vista in chiesa in un villaggio lontano, o accanto a qualche persona per impedire un delitto, mentre invece lei si trovava tranquillamente a casa sua. Interrogata in proposito rispose: "Non sono io che mi muovo da casa; è il mio Angelo custode che prende le mie sembianze e fa le mie veci".
Può accadere anche qualcosa di più straordinario. Voglio citare un episodio di cui sono stato testimone e che potrei confermare con giuramento.
Testimonianza personale
Conosco un'anima vittima che è stata a lungo esaminata dall'Autorità ecclesiastica. Lo stesso Sommo Pontefice la volle per ben dieci giorni in Vaticano per farne un accurato esame. In seguito lei stessa mi raccontò: "In ripetute udienze il S. Padre mi rivolgeva delle domande, alle quali io rispondevo. Ogni risposta veniva accuratamente registrata".
Questa persona dimorava circa 250 chilometri lontano dalla mia residenza. Un giorno mi disse: "Sa che di tanto in tanto io vengo a trovarla nella sua città? - E in quale luogo? - Al suo posto di lavoro, ma più spesso nella sua camera. - Vuol descrivere la mia camera?" Quantunque non fosse mai stata nella mia città e tanto meno nella casa ove abito, mi descrisse la camera fin nei minimi particolari. Fui costretto a risponderle: "È perfettamente così!"
Un giorno avevo deposto sul tavolo della camera un quaderno manoscritto: si trattava di uno studio che stavo facendo sulla vita pubblica di Gesù. Trascorso qualche tempo mi recai per motivi di apostolato nella città ove abitava quella mistica e ne approfittai per farle una visita. Dopo un breve saluto mi disse: "Ha ancora sul tavolo il manoscritto sulla vita pubblica del Signore? - Certo, si trova sicuramente là. - No, non c'è più. Sono venuta io stessa a prenderlo! - E quando? - Circa venti giorni fa. - Può raccontarmi esattamente come avvenne? - Sono entrata nella sua camera con Gesù. Lei stava in un angolo a scrivere e voltava le spalle al tavolo; Gesù mi disse: «Prendi questo quaderno, così darai a questo Sacerdote la prova che sei venuta a trovarlo». Naturalmente ho obbedito. - Se è vero, vorrebbe ora ridarmi il mio quaderno?". La mistica tirò fuori da un armadietto il quaderno e me lo consegnò.
"Ma venne con lo spirito o anche con il corpo in camera mia? - Non saprei proprio dirlo. Posso solo confermare che il quaderno lo presi con le mie mani".
Faccio notare che quando sono in camera per lavorare, tengo sempre la porta chiusa dall'interno con un piccolo ferro e posso garantire che anche in quel giorno la porta era assolutamente chiusa.
Vita di sofferenze
I mistici hanno la missione di soffrire, perciò hanno abitualmente qualche pena fisica o morale. Di giorno tuttavia la loro sofferenza consente sempre di disimpegnare il lavoro quotidiano.
Le pene maggiori, e solo Dio sa sino a qual grado possano giungere, le subiscono durante la notte, cominciano nella serata e si protraggono fino al mattino. E’ durante le ore della notte che si commettono le colpe più gravi, i più orrendi delitti, per questo Gesù chiede alle sue vittime un contributo particolare di sofferenze.
Al mattino queste anime si trovano in uno stato di prostrazione che umanamente parlando renderebbe loro impossibile la ripresa dell'attività giornaliera. Invece appena ricevuta la S. Comunione, riprendono integralmente le loro energie, si sentono risollevare e possono lavorare come se nulla fosse accaduto.
Tutti coloro che hanno la fortuna di seguire da vicino qualcuna di queste anime, possono confermare questa verità.
Le sofferenze cui sono sottoposte queste vittime sono diverse e varie: dolori fisici, perché soggette a malattie, dolori delle stigmate visibili o invisibili. Quando poi Dio lo permette devono sopportare battiture e flagellazioni del demonio, bruciature e scottature ricevute spesso nel contatto con le forze demoniache.
A queste sofferenze fisiche si aggiungono quelle morali: l'incomprensione degli altri, amarezze e contrasti, la tristezza e l'agonia del Getsemani che sovente Gesù fa loro provare, terribili tentazioni, l'abbandono e le tenebre dello spirito...
Le sofferenze aumentano di intensità al giovedì sera e perdurano tutta la notte e l'intero venerdì, diminuiscono notevolmente il sabato mattina.
Le sofferenze a cui sono sottoposte le anime vittime, seguono il ciclo liturgico: al principio della Quaresima cominciano ad aumentare, con un crescendo nella settimana di Passione. Raggiungono il massimo nella Settimana Santa, particolarmente il Venerdì Santo.
Tutte queste sofferenze e questi continui sacrifici il Signore li chiede e li utilizza quasi sempre per i suoi Sacerdoti.
Confidenze di un prete
(Le pagine che seguono sono la succinta relazione di un'anima mistica sacerdotale, che conosco e seguo da vicino da tanti anni. La ritengo molto utile, non soltanto per la testimonianza viva che riferisce, ma anche per le interessanti riflessioni che fa in qualità di ministro di Dio).
Credo che lei mi conosca bene: poiché segue da molti anni la mia attività. Giacché desidera una breve relazione sui fenomeni che mi succedono, lo faccio in spirito di vera umiltà e obbedienza.
Nella mia vita sacerdotale ho avuto anch'io i miei alti e bassi, anche se mi pare di poter affermare - Dio mi perdoni la presunzione - di non aver mai offeso gravemente il mio amabilissimo Signore. Ma quante miserie, infedeltà, omissioni, soprattutto quanta incorrispondenza alla Grazia!
Certo non avrei mai potuto supporre di diventare un giorno un'anima prediletta dal mio Signore Gesù, una sua vittima, uno stimmatizzato. Ritenevo, prima di questa esperienza, che gli stimmatizzati si potessero contare sulla punta delle dita nella storia millennaria del Cristianesimo. Invece non è così.
Una data per me indimenticabile è il 23 maggio 1964, quando Sua Sanità Paolo VI mi concesse un'udienza e potei confidargli quanto Gesù stesso volle che gli confidassi. Il Papa ne fu lieto e restò felicemente sorpreso quando gli dissi che in Italia ci sono 33 Sacerdoti con le stimmate e in tutto il mondo 154, tutti Sacerdoti viventi.
Io cominciai ad avvertire le stimmate nella novena dell'Immacolata, nel 1952. Gesù mi andava preparando già da lungo tempo. «Ti farò un grande dono», mi ripeteva spesso, ma non avrei mai pensato si trattasse di questa prova meravigliosa.
Lei ha avuto modo di osservare più volte le palme delle mie mani; al centro vi avrà notato un segno a forma di piccolo cerchio rosso. Quando il dolore si accentua i tessuti si gonfiano e vi si forma una protuberanza come una mandorla. Abitualmente al centro delle palme provo un calore tutto particolare.
Il dolore viene a intervalli. Le trafitture talvolta si fanno sentire improvvise e fortissime. Allora, potendolo, mi inginocchio, bacio la terra e prego, pensando a Gesù che mi chiede una riparazione.
Un fenomeno analogo lo porto ai piedi; anche sulle piante c'è una piccola protuberanza. La stimmata più importante è quella del costato, al lato sinistro, visivo al cuore.
Il dolore sulla parte esterna per lo più non è forte; la sofferenza più viva la provo internamente, al cuore. Tempo fa provai dolori mortali. Mi trovavo a letto ed era notte. Il tormento al cuore durò circa mezzora. Se non avessi avuto la certezza che il dolore proveniva dalla stimmata, avrei creduto di star per esalare l'ultimo respiro.
Per questa stimmata avverto anche un altro dolore, assai strano e che si produce solo a intervalli lontani. Sento di colpo irradiarsi al centro del cuore delle fitte lancinanti che mi afferrano tutto il petto: ho la sensazione di venire trafitto contemporaneamente da molte lame pungenti e taglienti.
Ho pensato più volte che devono avere una certa somiglianza con i dolori provati da Gesù nella sua lunga agonia sulla Croce.
Le stimmate chiuse o invisibili sono su per giù come delle ferite fasciate; se si toccano fanno male. Ho chiesto al Signore che rimangano nascoste; ma se avesse dei fini particolari, sarei sempre disposto a inchinarmi alla sua amabile volontà.
Qualche ricordo
Una volta alla mezzanotte precisa di un Venerdì Santo, Gesù mi rivolse una semplice domanda, che tuttavia racchiudeva tutto un programma: «Posso?». Risposi prontamente che aveva la massima libertà di agire come riteneva meglio. E da quel momento ha preso a lavorarmi con grande discrezione e delicatezza. È grande la gioia che si prova nell'udire la sua voce. Una voce virile, qualche volta supplichevole e malinconica. In questi ultimi tempi mi ha ripetuto: "Sono triste ... tanto triste! ... Voglio che ti faccia santo ... un gran santo!" So che è desiderio di Gesù che io raggiunga un alto grado di perfezione, poggiata sull'umiltà. Perciò insiste spesso: "Sii umile, molto umile!"
In una visione a due riprese mi mostrò alcuni aspetti della sua vita, nei momenti di maggiore umiliazione: la nascita nella grotta di Betlemme e i dileggi subiti al pretorio di Pilato, mentre sottolineava la sua beatitudine: «Beati i puri di cuore e gli umili!».
Vittima
La più grande rovina per certi Sacerdoti è cedere alle tentazioni impure. Addolorato e preoccupato per questo fatto, pregai il Signore così: "Mi offro vittima al tuo Amore Misericordioso per essere di aiuto ai Sacerdoti deboli di fronte alle tentazioni contro la purezza. Ti chiedo il martirio del corpo e dello spirito, certo che mi darai la forza per sopportare quello che vorrai".
Gesù gradì questa mia offerta e dopo poco tempo mi accorsi che aveva dato potere a un demonio di agire contro di me. Da anni vivo sotto l'azione implacabile di questo tentatore. In aiuto il Signore mi ha affidato alla custodia di un Arcangelo.
Non si riesce neppure a immaginare gli assalti che subisco di giorno e di notte. È terribile sentirsi afferrare dal demonio senza riuscirsi a svincolare. Essere costretto a stare a contatto con lui, specie quando prende sembianze di donna. Non resta che pregare e resistere con la volontà a ogni tentativo di diletto impuro.
La sembianza umana che il tentatore assume talvolta, è di una persona dalla pelle grigiastra, un colore scuro tra il bianco e il nero. Appena l'immagine si dilegua non resta alcuna traccia della sua presenza. Ho potuto anche vederlo in forma di persona normale, come un uomo dalla faccia abbronzata, però il suo sguardo era più felino che umano.
Durante questi assalti ho la certezza di non cadere, avendo ricevuto assicurazione da Gesù stesso.
In una visione Gesù volle farmi conoscere il frutto delle lotte che devo sostenere contro il demonio. Ricordo: mi apparve un serpente, lungo circa mezzo metro, che strisciava per terra. Ad un tratto vidi una mano che afferrò il rettile, stringendo con forza dalla parte del cuore. Vidi allora uscire dal cuore dell'animale un magnifico fiore dall'ampia corolla. La mano misteriosa recise il fiore mettendolo da parte; poi prese a stringere il serpente dalla parte del capo, fino a spremere un altro fiore identico al primo; quindi la visione cessò. Gesù si benignò approvare la mia interpretazione: il serpente infernale mi tenta al peccato, ma io resistendogli coopero alla rinascita spirituale di prede che egli aveva fatto sue.
Disturbi notturni
Avendo il demonio un certo potere su di me, mi disturba nei più diversi modi. I suoi assalti sono frequenti, avvengono ogni giorno. Mi sento toccare la testa o la spalla; avverto sul viso come un grosso ragno che si agita ed ho avvertito anche come un lungo ago che, partendo dalla sommità del capo, mi penetra nell'interno della testa, provocandomi dolorosa trafittura. Generalmente un semplice segno di croce fa cessare il disturbo. Gli assalti più violenti li subisco quando sono coricato. Ora è una vociaccia, ora un trillo improvviso di campanello che mi svegliano di soprassalto; talvolta sento le ali di un uccellaccio che sbattono sul guanciale, o una mano invisibile che gratta il guanciale; a volte sono campanelli che trillano alla spalliera del letto, colpi sul comodino o un petardo che scoppia nella stanza.
Per la salvezza delle anime che mi sono affidate è necessario sopportare ogni cosa. Il Signore poi ha voluto farmi comprendere un fenomeno particolare riguardo all'azione diabolica.
Una sera mi ero messo a letto; posato il capo sul guanciale, ancora completamente sveglio, udii come l'appressarsi di un ciclone, preceduto da un sibilo acuto, all'altezza di un metro circa dal letto. Contemporaneamente fui invaso dal maligno e mi trovai in un antro soffuso di penombra. Due esseri in sembianze umane, dall'abito e dal volto nero, mi stavano davanti e assistevano muti alla lotta che avevo ingaggiato con il demonio.
La lotta si protrasse a lungo mentre io invocavo l'aiuto del Sangue redentore di Gesù per esserne liberato. Continuavo ad essere pienamente consapevole dei miei atti. Il fenomeno, improvvisamente come era cominciato, ebbe termine; durò dieci minuti.
Questa esperienza mi ha fatto comprendere chiaramente cosa provano gli ossessi quando il demonio si impadronisce di loro.
Gesù mi chiede particolari sofferenze nella notte del giovedì, del venerdì e dei giorni festivi. Certe mattine alzandomi mi sento veramente spossato, provo il desiderio di restare a letto per ricuperare le forze perdute.
Appena però mi alzo, riacquisto in breve tutte le mie energie e riesco a lavorare come se avessi comodamente riposato tutta la notte; anzi, peggio trascorro la notte e tanto meglio mi sento durante il giorno.
Doni particolari
Il Signore mi fa sovente dei regali che chiama «segni divini». Mentre mi avvio all'altare per la celebrazione del S. Sacrificio o all'inizio di questo, avverto ondate di profumo pur non avendo alcun fiore accanto. Durante la Messa di Natale avvertii un crescendo continuo di luce sul corporale, dal «Domine non sum dignus» al «Postcommunio».
Il fenomeno del profumo cui ho fatto cenno si ripete qualche volta in casa e anche per strada. Qualcuno me ne chiede la causa, mettendomi in difficoltà per dare una spiegazione plausibile.
Gesù mi ha anche promesso di darmi a suo tempo l'anello delle anime vittime. L'anello in seguito mi è stato dato; ha la forma di cuore, è di oro bianco ed emette tre piccoli raggi luminosi. Sta al dito anulare della mano destra. Passato qualche tempo, nel giorno dell'Immacolata, durante la celebrazione della Messa la Madonna mi ha dato anche un altro anello che sta al dito medio della mia destra. Ha la forma ovale, e rappresenta la Madonna dei Raggi, cioè la Vergine con le braccia abbassate e le mani emettenti raggi. Ormai tanti sanno che tengo questi anelli, perché quando Dio vuole, si rendono visibili a certe persone, o mentre celebro la Messa, o mentre amministro la Comunione o mentre si sta a colloquio con me.
Da parecchi anni si verifica anche un altro fenomeno, quello della bilocazione.
Una Suora mi diceva tempo fa: "Mi trovavo in convento; ero sola nella mia celletta, durante là notte ho visto lei, ritto davanti a me. Ma come sarà entrato? - mi sono chiesta e ho avuto paura".
Un altro signore venne a dirmi: "Padre, di notte non venga in casa, se può ci venga di giorno".
Una signora: "Mentre le scrivevo una lettera, l'ho vista davanti a me con uno sguardo incoraggiante e questo mi è capitato più volte".
Sono molte le persone che vengono a raccontarmi tali cose. Ho saputo che è il mio Angelo custode ad assumere il mio aspetto per incoraggiare anime bisognose o impedire che cadano in peccato.
Di fronte a questi fenomeni concludo: conosco la mia estrema miseria e ammiro la bontà e la grandezza di Dio.
Prego ed esorto lei e tutti gli altri a pregare per me, affinché possa corrispondere ai disegni di Dio, mémore dell'avvertimento del Signore Gesù: «Molto sarà domandato a chi molto è stato dato».
NB: il decreto della Congregazione per la propagazione della Fede A.A.S. n. 58/16 del 29-12-1966, era stato già approvato da S.S. Paolo VI il giorno 14-10-1966 e venne pubblicato per volere di Sua Santità stessa. Tre mesi dopo la pubblicazione il Decreto venne convalidato, per cui NON È PIÙ PROIBITO DIVULGARE - senza l'imprimatur - SCRITTI RIGUARDANTI NUOVE APPARIZIONI, RIVELAZIONI, PROFEZIE e MIRACOLI.
Il Concilio Vaticano II ha riconosciuto il diritto all'informazione leale fra le persone oneste; dopo il 15-11-1966 i canoni 1399 e 2218 non sono più in vigore.
(Documentazione cattolica N. 1488 pag. 327).
Esemplarità sacerdotale
Ciò che potrebbe disgustare ed amareggiare Gesù è il vivere di quei Sacerdoti che danno il culto alla modernità di oggi condividendo le vedute del mondo, mentre dovrebbero vivere morti al mondo librandosi in alto senza imbrattarsi per potere diffondere la luce. Non si conquistano le anime con la sola cultura, ma occorre l'amore sapiente, che deve scaturire dal Pane Eucaristico disceso nelle loro mani consacrate.
I Ministri di Dio devono romperla con le innovazioni imprudenti; devono avere l'intuito di una vera comprensione che nessun libro può dare, per coltivare e formare le anime più docili alla conquista del Regno di Dio. Devono mantenere il primato nella vita interiore.
I più dei Sacerdoti hanno svalutato la loro nobiltà casta e divina, vivendo di superficialità. non mantenendosi all'altezza del dono ricevuto.
I Sacerdoti santi di un tempo incutevano rispetto e venerazione a chi li avvicinava o incontrava per la strada. Adesso come tutto è cambiato da fare pietà!
La presenza del Sacerdote dovrebbe ripetere al mondo: "Io sono nel mondo, ma sono tutto di Dio e per donare anime a Dio".
Il Sacerdote austero di condotta, formato ai pascoli della vera vita, va incontro alle anime in abito decoroso e serio. Il clergyman sia sempre ornato della crocetta, quale distintivo sacerdotale.
Il Ministro dell'Altare non deve assimilare la vita del mondo, né deve giustificarla per convenienza personale, sarebbe deplorevolmente assurdo, perché se è Sacerdote di questi tempi, non deve appartenere ai tempi di grande scompiglio, ma deve tenere punti fermi e assodati nell'immutabilità della legge del Vangelo, che dice: «Non si possono servire due padroni...»; parabola generale per tutti e per i Sacerdoti.
Il tempo attuale semina zizzania d'ignominia. Il Prete dovrebbe rimanere immune da tale contagio e coltivare il suo genere di vita di vera donazione, come lo furono i discepoli di Cristo, che seppero combattere e conquistare anime alla vera vita.
Nel Sacerdote si dovrebbe sentire la fragranza mistica della sua Sacra Unzione.
Il Sacerdote di oggi deve essere come quello dei secoli scorsi, in cui brillava la vera Fede, e deve vivere il suo nobile e unico ideale per il quale è stato scelto e prediletto da Dio.
Il Ministro del Signore deve essere dedito alla preghiera, alla meditazione, all'esame di coscienza accurato tutte le sere e deve controllare bene come vive la sua giornata nei rapporti eucaristici dell'immolazione. Deve evitare l'operosità convulsa che soffoca le forze dello spirito e lascia vuoti e sterili della vita divina; quindi non s'intrometta a fin di bene in certi affari che non riguardano il suo Ministero Sacerdotale. non si adegui al momento che passa, perdendo così il senso intimo del soprannaturale, il quale esige l'opera caritativa con la mira unica di condurre anime al porto di salvezza.
Il Sacerdote di Dio deve essere amante della vita interiore compendiata nell'Eucaristia, divinizzandosi e inebriandosi del fuoco del divino amore, e deve trasmettere alle anime la vera vita divina, la quale dovrebbe risplendere come un raggio di sole per rischiarare le tenebre.
I Sacerdoti si rendano capaci di formare anime innamorate dei Tabernacoli con un'esperta preparazione e direzione fondamentale, per fare giungere le anime di buona volontà a una vera spiritualità, avviandole alla vita migliore, poiché dei buoni alla buona ve ne sono tantissimi, ma non sono molto graditi a Dio da formare la dimora e la consolazione di Gesù, Re d'amore...
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