Frà Benigno Palilla |
Il demonio ci tiene molto a chiamarsi intelligentissimo e a chiamare gli altri ignoranti. Ha il difetto dei politici: sono brave persone quelli della propria ideologia; tutti ignoranti che non capiscono niente quelli della corrente politica opposta. Gli ricordo: “Non sei stato tanto intelligente quando hai disobbedito a Dio, rovinando la tua esistenza per sempre con una scelta sbagliata”.
Mi risponde: “Io non ho mai obbedito a nessuno e mai obbedirò. Mi diverto a fare il male e portar via le anime a Dio, a condurle nel nostro regno: è tutta la mia soddisfazione”.
A quel punto replico: “Ma non ti accorgi che Dio si serve di te per realizzare i suoi progetti? Tu, che dici di essere Lucifero, con i tuoi colleghi, non amici perché siete come cani e gatti, avete torturato la vita di P. Pio con le malattie misteriose, con le calunnie, le accuse, percuotendolo nella sua cameretta, facendolo rinchiudere per due anni in cella per impedirgli di incontrare le anime. Che ci avete guadagnato? A guadagnarci è stato Dio e la missione di P. Pio. Ha guadagnato tanti meriti per salvare ancor più anime, per ottenere tante grazie da Dio, per diventare quel P. Pio che conosciamo”.
A questi discorsi il demonio non sa rispondere. Cioè nelle grandi scelte il demonio non vede molto avanti, non sa valutare il bene o il meglio perché accecato dalla sua rabbia, invidia, odio. È incapace di un sano e completo giudizio. Dinanzi a simili riflessioni sfugge, dice di non sapere niente, o nega quello che ha già detto. Quando gli faccio domande a cui non intende o non sa rispondere, mi dice: “Fatti gli affari tuoi: sei venuto qui per pregare, e prega”, cioè vuole sfuggire alla domanda.
Il demone Asmodeo contro i Santi
Asmodeo usa delle strategie per impedire gli esorcismi che maggiormente lo fanno soffrire, perché non vuole andarsene, spesso deridendo le mie preghiere, i santi che invoco e i segni liturgici. Succede anche con i segni di Croce. Mi dice: “Non hai ancora finito; ancora croci, quante croci ci sono! Che ne fai di tutte queste croci? Lui è morto 2000 anni fa; chi si ricorda di Lui?”.
Soffre molto all’invocazione di S. Leopoldo o di Giovanni Paolo II° . A riguardo di P. Pio, mi dice: “Lascialo stare, è morto, sono tanti che lo disturbano, che lo chiamano”.
Passo allora ad invocare S. Antonio di Padova: “Ah, questo ormai è vecchio”.
Allora invoco il Curato d’Ars: “Oh, questo sì è buono! Ma quanti ne vuoi tirar fuori. Non la finisci più; lasciali in pace”.
Anche se soffre, trova lo stesso il tempo per ironizzare, per fare dell’umorismo e scherzarvi sopra. “Lascia P. Pio a dormire, perché lo disturbi anche tu? Come vuoi che faccia ad ascoltare tutti, sono troppi quelli che lo cercano! Finché era in vita ci ha bastonati bene, ormai fa poco”.
Vedendo che avverte bene la presenza di P. Pio per le sofferenze che gli procura gli dico: “Hai visto che non dormiva, che è venuto; hai sentito come pesano le sue mani?”.
Commenta: “Purtroppo sì, mi ha fatto sentire le sue mani”.
Invoco ancora S. Antonio e lui mi ripete: “È troppo vecchio, non fa più niente. Una volta sì ha fatto molto. Ma sono ancora molti che vanno ad invocarlo. Si, fanno bla bla, ma non c’è fede. Passano davanti chiacchierando”. Vuol farmi capire che sono più turisti che devoti del Santo.
Alle invocazioni di S. Romualdo, S. Pio, S. Leopoldo soffre e si lamenta ancor di più. Durante i segni di Croce per mandarlo via, mi dice che non ne può più, di lasciarlo stare. Aggiunge: “In fondo sono il più buono dei demoni”. Naturalmente mi dice questo per tentare di impietosirmi.
Durante un esorcismo a una ragazza posseduta, il diavolo fissa lo sguardo in un angolo sulla sinistra e arrabbiato dice: “Tu, cosa fai qui? Vattene!”. Più volte gli sputa contro ripetendogli: “Vattene!”.
Chiedo al demonio: “In nome di Gesù, dimmi chi c’è! Qualche santo è presente?”.
“Padre Pio”, mi risponde.
E io guardandolo in faccia gli comando: “Dimmi che cosa ti sta dicendo?”.
Replicò: “Mi dice di andarmene”.
“E allora obbedisci e vattene”. E in quel momento avvenne la liberazione.
In un esorcismo precedente sempre alla stessa ragazza, ricevetti un messaggio da parte di P. Pio. A trasmetterlo fu proprio il demonio. Lui stesso mi domanda: “Ti sei confessato”?
Gli chiedo: “Che cosa devo confessare?”.
Risponde: “Il peccato che hai fatto”.
“Quale peccato?”
Dice seccato: “Sei esorcista e non capisci niente”.
Allora replico: “Hai ragione, precisai, non capisco proprio nulla. Eppure il Signore si serve di me per liberare chi è posseduto da te”.
Riprese: “Vuoi fare l’esorcista, e commetti peccati! Vuoi fare e non sai fare niente!”.
“Quale è il peccato che ho commesso? Te lo comando in nome di Gesù: dimmelo!”.
Disse: “Hai commesso un peccato di fede. Nell’ultimo esorcismo mi hai chiesto notizie su una persona. Queste cose tu non puoi chiederle a me. Le puoi chiedere soltanto al tuo Dio”.
Poi volge lo sguardo verso l’angolo della stanza e grida forte: “Gliel’ho detto! Gliel’ho detto! L’hai sentito? Gliel’ho detto!”.
Mi rivolgo quindi al demonio con autorità: “Ti comando nel nome di Gesù, dimmi con chi stai parlando”.
“Con Padre Pio”, mi risponde.
In effetti avevo commesso peccato. Il Signore ci ha dato il potere di agire in suo nome su tutti i demoni: l’esorcista non può abdicare a tale potere. Non può rivolgersi al demonio per chiedere un favore, come le informazioni su una persona, quasi sottomettendosi, avendo fiducia in lui e mancando di fede in Dio. Assomiglierebbe alle informazioni che si chiedono nelle sedute spiritiche. E questo al demonio non può essere chiesto.
Tratto da: www.veniteadme.org, sez. demonologia. (L'articolo originale è stato suddiviso in due parti).
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