Pregare è stare in comunicazione (comunico, riconosco, quindi credo) e comunione con Dio ed è proprio in virtù della comunione spirituale che possiamo intuire, ma non più che un'infinitesima parte, il mistero immenso di Dio.
Non ci è dato di poter comprendere l'infinito Dio. Possiamo comprendere il finito nella misura in cui Dio ci dà di poter conoscere ed Egli, Dio, non ci chiede di comprendere, ci chiede di credere, d'aver fede in Lui anche senza comprendere; senza questa condizione non può esservi rapporto di fede e d'amore con l'Amato.
Dio sa che abbiamo sempre bisogno di doni tangibili, nonostante e oltre il dono inestimabile del Figlio, Agnello sacrificale e nostro Dio. Egli però è più propenso ai doni spirituali che a quelli materiali.
Ma proprio in ciò Dio rivela sé stesso: giacché i doni spirituali non son'altro che Dio medesimo, a cui abbiamo aperto cuore e anima, che opera in noi e con noi. Noi siamo partito e parte di Dio, noi come Lui, per sua onnipotenza e amore, poiché le nostre piccole forze ci lascerebbero esposti come nuvole al vento. Un'altra confortevole considerazione è che il Creatore stravede d'amore per noi figlie e figli, che non si stanca mai di seguire come solo può il suo amore di Dio e Padre.
Dunque la preghiera è una comunicazione con Dio solo in apparenza straordinaria, (solo perché la sua efficacia ci sorprende e stupisce per via della nostra poca fede), ma in realtà è un mezzo ordinario eppur superiore di comunione con Dio, purché sia preghiera d'amore non soltanto come orazione, purché portiamo Dio nel cuore nel nostro ordinario quotidiano.
Eppure anche l'orazione "tiepida" è quantomeno un riconoscere Dio - ed è già qualcosa - che implica però in larga misura la rinuncia sia a essere partecipi alla divinità, sia a quel bagno nello Spirito Santo che Dio ci dona quando in comunione con Lui preghiamo con autentico cuore.
Parrà strano, ma anche da una non profonda meditazione potrà emergere come la preghiera non sia affatto farina del nostro sacco, ma come sia da sempre ispirata da Dio, giacché preghiamo confidando in Lui. La nostra natura spirituale comprende essenzialmente il bisogno reale di riconoscere Dio per il mezzo della preghiera, pena la morte in spirito, che non possiamo giammai accettare, avendo rinunciato a satana. Quali sue creature, Dio ci ispira la preghiera che da Lui viene a pregnarci di Spirito Santo e a Lui torna con trasporto d'amore. Ecco dunque la preghiera del cuore, quella comunione con Dio che è partecipazione alla divinità.
Qualcuno potrebbe ancora chiedersi: "Ma come si fa a pregare in comunione con Lui?", o forse pensa che sia una cosa riservata a pochi... eletti. La risposta è in Dio stesso. Cos'è Dio se non misericordia? E cos'è la misericordia se non amore?
Durante l'orazione, come anche nel nostro vivere quotidiano, deve parlare il cuore. Si tenga aperta la porta del cuore a ciò che possiamo avere di più caro: Dio. Non serve nient'altro che fermarsi un attimo, per restare stupiti da coLui che induce ad amare Egli stesso e gli altri.
E se qualcun'altro facesse notare: "Sempre questo gran parlare d'amore... ma se non si sente?"
Allora gli direi: "Se tu passavi dalla porta larga, ora passa invece dalla porta stretta, così da lasciare il passo all'amore". Capirà che la via della grazia inizia nell'umiltà del confessionale?
Cristo, buon pastore, pasci le tue pecore... amen.
Teófilo
Benedico il Signore Gesù , per il Suo Amore, nel silenzio una preghiera esce dal mio cuore ,vieni Gesù , manda il Tuo Santo Spirito insegnami ad amare . Fratello in Cristo spero che queste mie umili preghiere vengano accolte . Grazie
RispondiEliminaDio è Dio d'amore e la preghiera in amore e bene tutto può...
EliminaQuando non riusciamo ad amare qualcuno, il S. Rosario recitato ripetutamente col cuore per lui/lei/loro, chiedendo l'intercessione della S. Vergine, fa veramente miracoli!