Image Cross Fader Redux
Ciascuno di noi è un messaggio che Dio manda al mondo (P. G. Vannucci OSM)

Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE

Lui e io: diario spirituale di Gabrielle Bossis - Capitolo II°

20 marzo 1937
A Lozère:
«Sii amabile, buona, al di là delle tue abitudini. La sposa assomiglia allo Sposo. Ascoltali parlare. A loro fa bene parlare ed essere ascoltati».
Assisi. Durante un “Benedicite”, in cui ero stata molto distratta, Lui mi ha detto:
«Tu credi che sia una piccola cosa? Per me, è grande».

Pasqua 1937
Roma, Chiesa della Minerva. Lo ringraziavo delle sue sofferenze. Lui:
«Non metterai mai nella tua riconoscenza tanto amore e gioia quanto amore e gioia ho messo io nel soffrire per salvarvi».
Taormina, Sicilia: osservavo le donne che hanno un marito per sbrogliare le piccole difficoltà dei viaggi. Lui mi ha detto:
«Ma se ci sono io, qui!…».

30 marzo 1937
Palermo:
«Ascolta e ti parlerò. Vuoi essere la mia confidente?».
Monreale di Palermo:
«Io sono in te più che te stessa».
Nella corriera da Kairouan a Sousse:
«Ti ricordi, quando eri piccola? Ti avevo detto: “Raccontami ciò che hai fatto oggi”. Ma non avevi creduto che fosse la mia voce».

8 aprile 1937
Sousse:
«Rendi il bene per il male. Non perderne una sola occasione».

9 aprile 1937
Tunisi:
«Io sarò il tuo sorriso di oggi».
Tunisi, nella chiesa del Sacro Cuore:
«Perché gli uomini non vogliono credere al mio Amore? Sono forse stato malvagio? Mi sono forse vendicato quando ero sulla terra? Non sono forse stato tutto indulgenza, tutto perdono? Non sono diventato il “Dolore” per amor vostro? Perché gli uomini non vogliono credere al mio Amore?»
«Non credere che un santo sia stato santo in ogni momento... Ma c’è la mia Grazia».
Oran. Convento delle Suore Trinitarie. Nella mia cella sotto la scala:
«Mira alla perfezione. Ma alla perfezione della “tua natura”».
Lui mi fece capire che la perfezione di un’anima non richiede lo stesso lavoro che la perfezione di un’altra:
«E tu mi farai piacere».
Nella cappella:
«Spero che tu non abbia paura di me! I tuoi peccati? Me ne incarico io».

16 aprile 1937
Algeri. Nella chiesa di Sant’Agostino, dove avevo potuto comunicarmi appena scesa dal treno:
«Abbrevia il tuo ringraziamento per spirito di carità».
Infatti, all’uscita, trovai sulla piazza le suore che, non avendomi vista alla stazione, mi cercavano,
preoccupate.
Algeri:
«Fa’ attenzione a non parlare del male. C’è sempre un po’ di Bene, non fosse che in germe, in ogni anima. Abbi degli altri la stessa cura delicata che Io ho di te ».

18 aprile 1937
In un teatro:
«Perché mi parli come se Io fossi molto lontano? Io sono vicinissimo... nel tuo cuore».

23 aprile 1937
Algeri:
«Non stancarti di me. Io non mi stanco di te».
«Quando Io non ti parlo, è perché quello è per te il momento dell’azione. Parla agli altri come pensi che Io parlerei a te. Io ti aiuterò».

25 aprile 1937
Porto Vendres. In un caffè non lontano dall’imbarcadero:
«Se, nel ristorarti, tu pensassi a dar sollievo alle mie labbra arse, quale somma di gioie mi daresti… Ma questo non è chiesto a tutti».

30 aprile 1937
Sul treno di ritorno:
«Quando un oggetto ha bisogno di riparazioni, lo si affida alle mani di un operaio. Metti dunque l’anima tua, silenziosa e immobile, sotto il mio sguardo. Io riparo».
A Le-Fresne, mentre piantavo i gerani in giardino e inghirlandavo il pergolato:
«Noi due insieme faremo belle cose! Ho voluto fare dell’uomo il mio collaboratore per rendere più stretta la nostra unione. L’amore tende all’unione».
In treno:
«Lasciare gli amori per l’Amore».
Mentre ripartivo:
«Prendi il mio Vangelo. Tienilo sempre con te. Mi farai piacere».

5 maggio 1937
Nel vagone:
«Vedi la differenza che c’è fra il ricordo di una frase che hai letto e la “mia Parola”».
Cappella di Sant’Anna:
«Perché non mi riconosci nel tuo prossimo?».
Al catechismo a Le-Fresne:
«Sii più tenera con loro. I bambini hanno bisogno di tenerezza».

12 maggio 1937
«Io cerco sofferenze che davvero vogliano unirsi alle mie».

14 maggio 1937
Passando dalla stazione di Vannes:
«Tu non sei che un tessuto di misericordie».

19 maggio 1937
Parigi. In metropolitana:
«Io sono l’Ostia. Tu sei l’ostensorio. I raggi d’oro sono le mie Grazie tramite te».

20 maggio 1937
Montmartre. Mentre pensavo a raccogliermi, mi ha detto:
«Lo Sposo non si avvicina alla sposa mentre essa si distrae alla finestra... Lui attende che essa lo attenda nel fondo della camera dei segreti».

Maggio
A Le-Fresne. Dopo la Comunione. Io: “Signore, supplisci alle mie insufficienze”. Lui:
«Sono qui per questo».
Davanti ad alcune rose appassite:
«Io non passo. Io non inganno».

28 maggio
Pensavo alla sua Festa del Corpus Domini e Lui mi ha detto:
«Quando riceverò tutte le predilezioni, le predilezioni di tutte le anime, sarà veramente la mia Festa».
«Non temere di gioire di me. Vedi quel piccolo insetto che sale dritto nel cielo? Fa’ come lui. Impara a guardare, imparerai a vedere me, il Creatore».
«Sai che cos’è la Bontà? La Bontà è mia Madre».

30 maggio 1937
Festa del Corpus Domini. Dopo la Comunione:
«Io non ho lasciato niente di me in Cielo. Io mi dono interamente a te: donati interamente a Me».

31 maggio 1937
Nella Seine-et-Oise:
«Quando sei in chiesa, spogliati di ogni pensiero, di ogni preoccupazione della giornata. Spogliatene come di un vestito. E sii tutta per Me».
In un vagone. Ho avuto la tentazione di essere pungente con una viaggiatrice pungente. Lui mi ha detto dolcemente:
«Più si è cristiani, cioè miei, più si è amabili: sii amabile fra tutte le donne».

4 giugno 1937
Festa del Sacro Cuore. In una stazione:
«Oggi, prendo per me ognuno dei tuoi sorrisi».
Allora, ho deciso di sorridere a tutto e a tutti.

8 giugno 1937
A Le-Fresne:
«Non ti fermare ai piccoli dettagli della vita. Pensa unicamente all’amore: quello che ricevi da me. Quello che tu mi dai».
 «Pensa con carità. I pensieri generano le parole».

Giugno
A Le-Fresne:
«Io non ti chiedo la perfezione – sarebbe difficile per te – ma lo Spirito di perfezione. Abbi sempre la volontà di far bene. E questo, con grande amore».
Davanti alle rose che si arrampicano fino alla cima del grande ciliegio, Lui mi ha detto:
«Tuo padre aveva colto dal prato per te una piccola rosa, e ne eri stata tanto commossa. Io, ho fatto sbocciare per te tutte le tue splendide aiuole. Amami di più».

11 giugno 1937
Mentre soffrivo, ho inteso:
«Ora, sei tu che offri».
Per strada:
«Io non vi chiedo di essere degli angeli. Vi chiedo di essere santi secondo la vostra natura».

12 giugno 1937
«Dividi la tua giornata in tre fasi: la mattina, donati al Padre Creatore che ti offre suo Figlio in nutrimento; dopo la messa: donati al Figlio che è in te; addormentati nello Spirito Santo che è l’Amore».
Per strada:
«Tu, così colma di doni, sii la più piccola».
«La musica innalza l’uomo al di sopra del mondo. Perché meravigliarti che la mia contemplazione possa dare l’Estasi?».
«Considera ogni cosa in vista dell’Eternità».
Io: “Come puoi dare tanto amore a me, così miserabile!”. Lui:
«A causa della mia Misericordia».
Mentre recitavo il Pater e l’Ave, dopo la preghiera “O buono e dolcissimo Gesù”, Lui:
«Può il tuo cuore rimanere chiuso davanti alle mie piaghe aperte?».
Per la strada:
«Ascoltami. Non solo con le parole si può fare del bene: uno sguardo penetra in un’anima e la tocca».
«Per farti piccola, non diminuire i tuoi doni, pensa soltanto che tutti provengono da me».

Leggi l'intero diario spirituale di Gabrielle Bossis

Nessun commento:

Posta un commento