Su facebook.
Quanto scrivo riguarda me personalmente, senza pretesa di fare un’analisi generale.
Quanto scrivo riguarda me personalmente, senza pretesa di fare un’analisi generale.
Sono circa tre mesi che sono in facebook e se ne tiro le somme è opportuno che io faccia anche ammenda personale.
Per sua natura, facebook è un grande mezzo per comunicare, o almeno credo che questo sia lo scopo.
Per sua natura, l’uomo riversa anche qui tutto ciò che lo caratterizza, è normale.
Ma la normalità dell’uomo è il peccato … Dio invece è altro … è elezione alla grazia, è virtù.
Dunque mi chiedo se la mia presenza su facebook sia stata di qualche utilità, facendo alcune premesse.
Dio non sottostà alla perversione umana che trasforma facebook in un “grande fratello”.
Dio non risiede nella morbosità che soggiunge nell’uomo di fronte agli scandali e anzi, la morbosità può costituire l’anticamera del peccato.
Dio mi ha lasciato l'amore per la Croce da condividere, non desidera le mie chiacchiere vane.
Dio non si scandalizza, ma io ho messo impazientemente le mani sulla tastiera per “riprendere” più di uno.
Dio ama tutti i suoi figli e non ci dà di poter criticare i fratelli, io invece non ho esitato, illudendomi di far bene.
Dio è umile, Lui, che è il nostro Dio è umile, … io invece, suo figlio, sono arrogante nelle mie valutazioni.
Dio non sbaglia, e presuntuosamente ho creduto di poter fare altrettanto, ricordo infatti di aver lasciato il beneficio del dubbio soltanto in due o tre messaggi.
Solo la parola di Dio è autentica, io invece ho esposto i pensieri personali con sicurezza e talvolta ho mal tollerato i pensieri di altri.
Dio ci ha insegnato che nel suo nome possiamo scacciare i demoni, eppure constato che talvolta mi sono fatto coinvolgere dai loro giochi perversi.
Dio solo è giudice e io ho perfino ripreso alcuni che vestono l’abito sacro, perché mi sembravano (…ndr); ma chi sono io per fare questo? Dio non mi ha eletto a tanto.
Anche io ho le mie responsabilità. La prima è di aver accettato, condividendole, questo stato di cose, questo “grande fratello” dove si manifesta “anche” ciò di quanto è più gradito al maligno: l’odio, il livore, le avversioni verso i nostri fratelli.
Ben lungi dal fare di tutta l’erba un fascio, riconosco che facebook è un gran calderone dove anche il maligno allarga le reti che deturpano lo spirito.
Poiché io posso essere soldato di Cristo solo se mi faccio “imitazione di Cristo” nella sua parola e non altro, tutto il resto è mia invenzione.
Quando mi sono abbandonato a criticare ciò che mi è apparso scandaloso, anche con l’intenzione di fare apostolato, non ero evidentemente ispirato dallo Spirito Santo; vedete dunque di che pochezza sono.
Facebook è labile come le onde del mare… soltanto la parola di Dio è stabile e giusta e solo con questa debbo parlare.
Chiedo perdono a Dio e a tutti quelli ai quali posso aver causato disagio o anche semplice disappunto e se ho fatto qualcosa di bene, questa resterà nel giudizio di Dio.
Lascio quindi il tempo per leggere questo scritto e da domani: pulizia! Prima in me; torno alle origini, al motivo per cui sono entrato in facebook: Dio e l’umanità, quella che lo cerca, che ne ha bisogno.
Indubbiamente non si può fare a meno della politica, ma poiché i fatti dimostrano che questo alto onore/dovere non viene svolto come missione di fronte a Dio e ai popoli, chi critica la Chiesa e chi fa politica non me ne voglia, che troverà penso, accoglienza altrove.
Auguro a tutti la pace in Cristo.
Teófilo
Teófilo
Nessun commento:
Posta un commento