La Domenica seguente, volli sapere che rivelazione aveva avuto Madre Geneviève; lei mi assicurò di non averne avuta alcuna, allora la mia ammirazione fu ancora maggiore, vedendo a quale grado eminente Gesù viveva in lei e la faceva agire e parlare. Ah! quella santità lì mi sembrava la più vera, la più santa ed è quella che io desidero perchè non ci si incontra alcuna illusione...
Il giorno della mia professione fui anche consolatissima di sapere dalla bocca della Madre Geneviève che lei era passata attraverso la stessa mia prova prima di emettere i suoi voti... Nel momento delle nostre grandi pene, ti ricordi, le consolazioni che noi abbiamo trovato da lei? infine il ricordo che Madre Geneviève ha lasciato nel mio cuore è un ricordo profumato...
Il giorno della sua partenza per il Cielo io mi sono sentita particolarmente toccata, era la prima volta che assistevo ad una morte, veramente lo spettacolo era affascinante... Ero sistemata giusto ai piedi del letto della santa morente, vedevo perfettamente i suoi più piccoli movimenti.
Mi pareva, durante le due ore che ho passato così, che la mia anima avrebbe dovuto sentirsi piena di fervore, al contrario, una specie di insensibilità si era impadronita di me, ma nel momento stesso della nascita al Cielo della nostra Santa Madre Geneviève, la mia disposizione interiore cambiò, in un batter d'occhio mi sono sentita piena di una gioia e di un fervore indicibili, era come se Madre Geneviève mi avesse dato una parte della felicità di cui ella gioiva perché io sono davvero convinta che è andata dritta in Cielo...
Durante la sua vita un giorno le dissi: “O Madre mia! voi non andrete in purgatorio!...” - “Lo spero” mi rispose lei con dolcezza... Ah! sicuramente il buon Dio non ha potuto ingannare una speranza così piena di umiltà, tutti i favori che abbiamo ricevuto ne sono la prova... Ogni sorella si affrettò a prendersi qualche reliquia; tu sai, Madre mia cara, quale di esse io ho la felicità di possedere... Durante l'agonia della Madre Geneviève, ho notato una lacrima che brillava sulla sua palpebra, come un diamante; quella lacrima, l'ultima di tutte quelle che lei ha sparse, non cadde, io la vidi ancora luccicare in coro senza che nessuno pensasse di raccoglierla. Allora prendendo un fazzolettino fine, io alla sera ho osato accostarmi senza essere vista e prendere come reliquia l'ultima lacrima di una Santa... Da allora l'ho sempre portata nel piccolo sacchetto in cui sono racchiusi i miei voti.
Non do molta importanza ai miei sogni, del resto ne ho così raramente di simbolici e mi chiedo persino come è possibile che pensando tutta la giornata al Buon Dio, io non me ne occupi di più durante il mio sonno... ordinariamente sogno i boschi, i fiori, i ruscelli e il mare e quasi sempre, vedo dei bei bambini, prendo farfalle e uccelli come non ne ho mai visti. Tu vedi, Madre mia, che se i miei sogni hanno un'apparenza poetica, sono lungi dall'essere mistici... Una notte dopo la morte di Madre Geneviève ne ho fatto uno più consolante: sognavo che lei faceva il suo testamento, lasciando a ciascuna sorella una cosa che le era appartenuta; quando venne il mio turno, io credevo di non ricevere niente, perché non le era restato niente, ma sollevandosi lei mi disse per tre volte con un accento penetrante: “A voi, io lascio il mio cuore”.
Un mese dopo la partenza della nostra Santa Madre, l'influenza scoppiò nella comunità, io ero sola in piedi con altre due suore, mai potrò dire tutto ciò che ho visto, ciò che mi è parsa la vita e tutto ciò che passa...
Il giorno dei miei 19 anni fu festeggiato con una morte, subito seguita da altre due. A quell'epoca ero sola per la sacrestia, perché la mia maggiore d'ufficio era gravemente malata, ero io che dovevo preparare i funerali, aprire le grate del coro per la messa, ecc... Il Buon Dio mi ha dato molte grazie di forza in quel momento, io mi domando ora come ho potuto fare senza terrore tutto quello che ho fatto; la morte regnava dappertutto, le più malate erano curate da quelle che si trascinavano a fatica, appena una suora aveva reso l'ultimo respiro si era costretti a lasciarla sola. Una mattina alzandomi, ebbi il presentimento che Suor Maddalena era morta; il dormitorio era immerso nell'oscurità, nessuno usciva dalle celle, finalmente mi decisi ad entrare in quella della mia Suor Maddalena la cui porta era aperta; la vidi in realtà, vestita e coricata sul pagliericcio, non ebbi la minima paura. Vedendo che non aveva la candela andai a cercargliene una, ed anche una corona di rose.
La sera della morte della Madre Vice-priora, io ero sola con l'infermiera; è impossibile immaginarsi il triste stato della comunità in quel momento, solo quelle che stavano in piedi poterono farsi un'idea, ma in mezzo a questo abbandono, io sentivo che il Buon Dio vegliava su di noi. Era senza sforzo che le moribonde passavano ad una vita migliore, e subito dopo la loro morte un'espressione di gioia e di pace si diffondeva sul loro viso, si sarebbe detto un dolce sonno; e lo era veramente dal momento che dopo che la scena di questo mondo sarà passata, loro si sveglieranno per gioire eternamente delle delizie riservate agli eletti...
Tutto il tempo in cui la comunità fu così provata, io potei avere l'ineffabile consolazione di fare tutti i giorni la S. Comunione... Ah! quanto era dolce!... Gesù mi viziò a lungo, più a lungo delle sue fedeli spose, perché egli permise di essermi dato senza che le altre avessero la felicità di riceverLo. Ero perciò felicissima di toccare i vasi sacri, di preparare i pannolini destinati a ricevere Gesù, io sentivo che dovevo essere molto fervorosa e mi ricordavo spesso queste parole indirizzate ad un santo diacono: “Siate santi, voi che toccati i vasi del Signore”.
Non posso dire che ho ricevuto spesso consolazioni durante i miei ringraziamenti, forse è il momento in cui ne ho di meno... Trovo la cosa del tutto naturale poiché io mi sono offerta a Gesù non come una persona che desidera ricevere la sua visita per la sua propria consolazione, ma al contrario per il piacere di Colui che si dona a me. - Io mi rappresento l'anima mia come un terreno libero e prego la S. Vergine di portar via gli ostacoli che potrebbero impedirgli di essere libero, poi la supplico di piantare lei stessa una grande tenda degna del Cielo, di arredarla con i suoi gioielli e poi invito tutti i Santi e gli Angeli a venire a fare un magnifico concerto. Quando Gesù scende nell'anima mia, mi sembra che Egli sia contento di trovarsi così ben accolto e io, anche io sono contenta... Tutto questo non impedisce alle distrazioni ed al sonno di venire a trovarmi, ma quando esco dal ringraziamento vedendo che l'ho fatto così male faccio il proposito di restare in ringraziamento per tutto il resto della giornata... Tu vedi, Madre mia cara, che io sono ben lungi dall'essere condotta per la via del timore, so sempre trovare il modo di essere felice e di approfittare delle mie miserie... senza dubbio la cosa non spiace a Gesù, perché Egli sembra incoraggiarmi in questo cammino. - Un giorno, contrariamente alla mia abitudine, io ero un pò turbata andando alla Comunione, mi pareva che il Buon Dio non era contento di me e mi dicevo: “Ah! se oggi non ricevo che la metà di un'ostia, avrò un grande dolore, crederò che Gesù viene quasi con riluttanza nel mio cuore”. Io mi avvicino... oh! che felicità! per la prima volta nella mia vita, vedo il prete prendere due ostie ben separate e darmele!... Tu comprendi la mia gioia e le dolci lacrime che ho versato, vedendo una misericordia così grande...
L'anno che segui la mia professione, cioè due mesi prima della morte di madre Geneviève, io ho ricevuto grandi grazie durante il ritiro. Ordinariamente i ritiri predicati sono per me ancora più penosi di quelli che faccio da sola, ma quell'anno la cosa andò altrimenti. Avevo fatto una novena preparatoria con molto fervore, malgrado il sentimento intimo che provavo, perché mi pareva che il predicatore non avrebbe potuto capirmi, essendo destinato soprattutto a fare del bene ai grandi peccatori, ma non alle anime religiose. il Buon Dio volendo mostrarmi che era Lui solo il mio Direttore, si servi proprio di questo Padre che non fu apprezzato che da me... Avevo allora grandi prove interiori di ogni specie (fino a chiedermi talora se c'era un Cielo). Io mi sentivo disposta a non dire niente delle mie disposizioni interiori, non sapendo come esprimerle, ma appena entrata nel confessionale sentii la mia anima dilatarsi. Dopo aver detto poche parole, io fui compresa in un modo meraviglioso, e persino indovinata... la mia anima era come un libro aperto nel quale il Padre leggeva meglio di me stessa... Egli mi lanciò a vele spiegate sulle onde della confidenza e dell'amore che mi attiravano così fortemente ma sulle quali io non osavo avanzare... Mi disse che le mie colpe non addoloravano il Buon Dio, che a nome suo egli mi diceva che Lui era molto contento di me...
Oh! quanto fui felice sentendo quelle consolanti parole!... Mai avevo sentito dire che le colpe potevano non addolorare il Buon Dio, questa assicurazione mi colmò di gioia, mi fece sopportare pazientemente l'esilio della vita... Io sentivo davvero in fondo al mio cuore che era vero perché il Buon Dio è più tenero di una Madre, ebbene, tu, Madre mia cara, non sei sempre pronta a perdonare le piccole indelicatezze che ti faccio involontariamente?... Quante volte io ne ho fatto la dolce esperienza!... Nessun rimprovero mi avrebbe colpito tanto quanto una tua sola carezza. Io sono di una tale natura che il timore mi fa andare all'indietro; con l'amore non solo vado avanti ma volo...
O Madre mia! fu soprattutto dopo il giorno benedetto della tua elezione che io volai nelle vie dell'amore... Quel giorno, Paolina divenne il mio Gesù vivente ...
Già da tanto tempo io ho la fortuna di contemplare le meraviglie che Gesù compie per mezzo della mia Madre cara... Vedo che solo la sofferenza può generare le anime e più che mai queste sublimi parole di Gesù mi svelano la loro profondità: “In verità, in verità, io ve lo dico, se il grano di frumento cadendo a terra non arriva a morire, resta solo, ma se muore porta tanto frutto”.
Che messe abbondante hai raccolta!... Tu hai seminato nelle lacrime, ma presto vedrai il frutto delle tue fatiche, tu tornerai piena di gioia con in mano i covoni di grano. Madre mia, in mezzo a quei covoni fioriti, il fiorellino bianco si tiene nascosto ma in Cielo avrà una voce per cantare la tua dolcezza e le virtù che ti vede praticare ogni giorno nell'ombra e nel silenzio della via dell'esilio...
Si, da due anni, ho capito molti misteri fino allora nascosti per me. il buon Dio mi ha mostrato la stessa misericordia che mostrò al re Salomone. Egli non ha voluto che avessi un solo desiderio che non fosse esaudito, non soltanto i miei desideri di perfezione, ma anche quelli di cui comprendevo la vanità, senza che la avessi sperimentata.
Avendoti sempre, Madre mia cara, guardato come il mio ideale, io desideravo somigliarti in tutto; vedendoti fare dei bei quadri e delle affascinanti poesie, io mi dicevo: “Ah! quanto sarei felice di poter dipingere, di saper esprimere i miei pensieri in versi e di fare anche del bene alle anime...”. Io non avrei voluto chiedere questi doni naturali e i miei desideri restavano nascosti al fondo del mio cuore. Gesù nascosto anche lui in questo povero cuoricino si compiacque a mostrargli che tutto è vanità e afflizione di spirito sotto il sole. Con grande sbalordimento delle sorelle, mi hanno fatto dipingere e il Buon Dio permise che io sapessi approfittare delle lezioni che la mia cara Madre mi diede... Egli volle anche che io potessi sul suo esempio scrivere delle poesie, comporre scritti che furono trovati graziosi... Allo stesso modo in cui Salomone girandosi verso le opere delle sue mani, cui aveva dedicato una fatica così inutile, vide che tutto è vanità e afflizione di spirito, così, io ho riconosciuto per esperienza che la felicità non consiste che nel nascondersi, nel restare nell'ignoranza delle cose create. Ho capito che senza l'amore, tutte le opere non sono che nulla, anche le più clamorose, come risuscitare i morti o convertire i popoli...
Invece di farmi del male, di portarmi alla vanità, i doni che il Buon Dio mi ha prodigato (senza che io glieli chiedessi mi portano verso di Lui, vedo che Lui solo è immutabile, che Lui solo può riempire i miei immensi desideri...
Ci sono ancora desideri di altro genere, che Gesù si è compiaciuto di esaudire, desideri infantili simili a quelli della neve della mia vestizione.
Tu sai, Madre mia cara, quanto amo i fiori; facendomi prigioniera a 15 anni, io rinunciavo per sempre alla felicità di correre nei campi smaltati dai tesori della primavera; ebbene! mai io ho avuto più fiori che dopo il mio ingresso al Carmelo... È consuetudine che i fidanzati offrano spesso mazzetti di fiori alle loro fidanzate, Gesù non lo ha dimenticato, mi mandò a profusione mazzi di fiordalisi, margherite, papaveri, ecc... tutti i fiori che mi piacciono di più. C'era anche un fiorellino chiamato nigella del grano, che io non avevo più trovato dai tempi del nostro soggiorno a Lisieux, desideravo molto rivederlo, questo fiore della mia infanzia; colto per me nelle campagne di Alencon; fu al Carmelo che esso venne a sorridermi e a mostrarmi che nelle cose più piccole, come in quelle più grandi, il Buon Dio dà il centuplo fino da questa vita alle anime che per suo amore hanno lasciato tutto.
Ma il più intimo dei miei desideri, il più grande di tutti, che io pensavo di non veder mai realizzato, era l'ingresso della mia Celina nello stesso nostro Carmelo... Questo sogno mi pareva inverosimile: vivere sotto lo stesso tetto, partecipare le gioie e le pene della compagna della mia infanzia; così avevo fatto del tutto il mio sacrificio, avevo lasciato a Gesù il futuro della mia sorella cara essendo decisa a vederla partire verso i confini del mondo, se era necessario. La sola cosa che non potevo accettare, era che lei non fosse la sposa di Gesù, perché amandola tanto quanto me stessa, mi era impossibile vederla dare il suo cuore ad un mortale. Avevo già sofferto molto sapendola esposta nel mondo a pericoli che mi erano stati sconosciuti. Posso dire che dopo il mio ingresso al Carmelo il mio affetto per Celina era tanto un amore di madre che di sorella... Un giorno che lei doveva andare ad una festa serale la cosa mi dava tanta pena che supplicai il Buon Dio di impedirle di ballare e (contrariamente al mio solito) versai un torrente di lacrime. Gesù si degnò di esaudirmi. Non permise che la sua fidanzatina potesse ballare quella sera (anche se lei non sarebbe stata imbarazzata a farlo con grazia qualora fosse stato necessario). Essendo stata invitata senza che potesse rifiutare, il suo cavaliere si trovò nell'incapacità totale di farla ballare; con sua grande confusione fu condannato a camminare semplicemente per riportarla al suo posto, poi spari e non ricomparve per tutta la sera. Questo episodio, unico nel suo genere, mi fece crescere nella fiducia e nell'amore di Colui che imponendo il suo sigillo sulla mia fronte, l’aveva nello stesso tempo impresso su quella della mia Celina cara...
Il 29 luglio dell'ultimo anno, il Buon Dio ruppe le catene del suo incomparabile servitore e chiamandolo alla ricompensa eterna, ruppe nello stesso tempo quelle che legavano al mondo la sua amata fidanzata, lei aveva adempiuto la sua prima missione; incaricata di rappresentarci tutte presso nostro Padre così teneramente amato, quella missione lei l'aveva portata a termine come un angelo... e gli angeli non restano sulla terra, quando hanno compiuto la volontà del Buon Dio, ritornano subito da lui, è per questo che hanno le ali... Anche il nostro angelo scosse le sue ali bianche, era pronto a volare molto lontano per trovare Gesù, ma Gesù lo fece volare vicinissimo... Egli si accontentò dell'accettazione del grande sacrificio che fu dolorosissimo per la piccola Teresa... Durante due anni la sua Celina le aveva nascosto un segreto ... Ah quanto ne aveva sofferto anche lei'.... Alla fine dall'alto dei Cieli, il mio amato Re che sulla terra non amava gli indugi, si affrettò a sistemare le faccende così complicate della sua Celma e il 14 Settembre lei si riuniva a noi....
Un giorno che le difficoltà parevano insormontabili, dissi a Gesù durante il mio ringraziamento alla Comunione: “Tu sai, mio Dio, quanto desidero sapere se Papà è andato dritto in Cielo, non ti chiedo di parlarmi, ma un segno. Se la mia Suor A. di G. acconsente l'ingresso di Celina o non vi mette più ostacolo, sarà risposta che Papà è andato dritto con te”. Questa suora, come tu sai, Madre mia cara, trovava che eravamo già troppe in tre, e per questo non voleva ammetterne un’altra, ma il Buon Dio, che tiene in mano il cuore delle creature e lo piega come vuole Lui, cambiò le disposizioni d'animo della suora; la prima persona che incontri dopo il ringraziamento, fu lei che mi chiamò con fare amabile, mi disse di salire da te e mi parlò di Celina, con le lacrime agli occhi...
Ah'. quante ragioni ho io di ringraziare Gesù che ha saputo esaudire tutti i miei desideri...
Ora, non ho più alcun desiderio, se non quello di amare Gesù alla follia... I miei desideri infantili sono spariti, senza dubbio amo ancora adornare con i fiori l'altare di Gesù Bambino, ma dopo che egli mi ha regalato il Fiore che io desideravo, la mia cara Celina, io non ne desidero altri, è lei che io gli offro come il mio più affascinante mazzetto...
Il giorno della mia professione fui anche consolatissima di sapere dalla bocca della Madre Geneviève che lei era passata attraverso la stessa mia prova prima di emettere i suoi voti... Nel momento delle nostre grandi pene, ti ricordi, le consolazioni che noi abbiamo trovato da lei? infine il ricordo che Madre Geneviève ha lasciato nel mio cuore è un ricordo profumato...
Il giorno della sua partenza per il Cielo io mi sono sentita particolarmente toccata, era la prima volta che assistevo ad una morte, veramente lo spettacolo era affascinante... Ero sistemata giusto ai piedi del letto della santa morente, vedevo perfettamente i suoi più piccoli movimenti.
Mi pareva, durante le due ore che ho passato così, che la mia anima avrebbe dovuto sentirsi piena di fervore, al contrario, una specie di insensibilità si era impadronita di me, ma nel momento stesso della nascita al Cielo della nostra Santa Madre Geneviève, la mia disposizione interiore cambiò, in un batter d'occhio mi sono sentita piena di una gioia e di un fervore indicibili, era come se Madre Geneviève mi avesse dato una parte della felicità di cui ella gioiva perché io sono davvero convinta che è andata dritta in Cielo...
Durante la sua vita un giorno le dissi: “O Madre mia! voi non andrete in purgatorio!...” - “Lo spero” mi rispose lei con dolcezza... Ah! sicuramente il buon Dio non ha potuto ingannare una speranza così piena di umiltà, tutti i favori che abbiamo ricevuto ne sono la prova... Ogni sorella si affrettò a prendersi qualche reliquia; tu sai, Madre mia cara, quale di esse io ho la felicità di possedere... Durante l'agonia della Madre Geneviève, ho notato una lacrima che brillava sulla sua palpebra, come un diamante; quella lacrima, l'ultima di tutte quelle che lei ha sparse, non cadde, io la vidi ancora luccicare in coro senza che nessuno pensasse di raccoglierla. Allora prendendo un fazzolettino fine, io alla sera ho osato accostarmi senza essere vista e prendere come reliquia l'ultima lacrima di una Santa... Da allora l'ho sempre portata nel piccolo sacchetto in cui sono racchiusi i miei voti.
Non do molta importanza ai miei sogni, del resto ne ho così raramente di simbolici e mi chiedo persino come è possibile che pensando tutta la giornata al Buon Dio, io non me ne occupi di più durante il mio sonno... ordinariamente sogno i boschi, i fiori, i ruscelli e il mare e quasi sempre, vedo dei bei bambini, prendo farfalle e uccelli come non ne ho mai visti. Tu vedi, Madre mia, che se i miei sogni hanno un'apparenza poetica, sono lungi dall'essere mistici... Una notte dopo la morte di Madre Geneviève ne ho fatto uno più consolante: sognavo che lei faceva il suo testamento, lasciando a ciascuna sorella una cosa che le era appartenuta; quando venne il mio turno, io credevo di non ricevere niente, perché non le era restato niente, ma sollevandosi lei mi disse per tre volte con un accento penetrante: “A voi, io lascio il mio cuore”.
Un mese dopo la partenza della nostra Santa Madre, l'influenza scoppiò nella comunità, io ero sola in piedi con altre due suore, mai potrò dire tutto ciò che ho visto, ciò che mi è parsa la vita e tutto ciò che passa...
Il giorno dei miei 19 anni fu festeggiato con una morte, subito seguita da altre due. A quell'epoca ero sola per la sacrestia, perché la mia maggiore d'ufficio era gravemente malata, ero io che dovevo preparare i funerali, aprire le grate del coro per la messa, ecc... Il Buon Dio mi ha dato molte grazie di forza in quel momento, io mi domando ora come ho potuto fare senza terrore tutto quello che ho fatto; la morte regnava dappertutto, le più malate erano curate da quelle che si trascinavano a fatica, appena una suora aveva reso l'ultimo respiro si era costretti a lasciarla sola. Una mattina alzandomi, ebbi il presentimento che Suor Maddalena era morta; il dormitorio era immerso nell'oscurità, nessuno usciva dalle celle, finalmente mi decisi ad entrare in quella della mia Suor Maddalena la cui porta era aperta; la vidi in realtà, vestita e coricata sul pagliericcio, non ebbi la minima paura. Vedendo che non aveva la candela andai a cercargliene una, ed anche una corona di rose.
La sera della morte della Madre Vice-priora, io ero sola con l'infermiera; è impossibile immaginarsi il triste stato della comunità in quel momento, solo quelle che stavano in piedi poterono farsi un'idea, ma in mezzo a questo abbandono, io sentivo che il Buon Dio vegliava su di noi. Era senza sforzo che le moribonde passavano ad una vita migliore, e subito dopo la loro morte un'espressione di gioia e di pace si diffondeva sul loro viso, si sarebbe detto un dolce sonno; e lo era veramente dal momento che dopo che la scena di questo mondo sarà passata, loro si sveglieranno per gioire eternamente delle delizie riservate agli eletti...
Tutto il tempo in cui la comunità fu così provata, io potei avere l'ineffabile consolazione di fare tutti i giorni la S. Comunione... Ah! quanto era dolce!... Gesù mi viziò a lungo, più a lungo delle sue fedeli spose, perché egli permise di essermi dato senza che le altre avessero la felicità di riceverLo. Ero perciò felicissima di toccare i vasi sacri, di preparare i pannolini destinati a ricevere Gesù, io sentivo che dovevo essere molto fervorosa e mi ricordavo spesso queste parole indirizzate ad un santo diacono: “Siate santi, voi che toccati i vasi del Signore”.
Non posso dire che ho ricevuto spesso consolazioni durante i miei ringraziamenti, forse è il momento in cui ne ho di meno... Trovo la cosa del tutto naturale poiché io mi sono offerta a Gesù non come una persona che desidera ricevere la sua visita per la sua propria consolazione, ma al contrario per il piacere di Colui che si dona a me. - Io mi rappresento l'anima mia come un terreno libero e prego la S. Vergine di portar via gli ostacoli che potrebbero impedirgli di essere libero, poi la supplico di piantare lei stessa una grande tenda degna del Cielo, di arredarla con i suoi gioielli e poi invito tutti i Santi e gli Angeli a venire a fare un magnifico concerto. Quando Gesù scende nell'anima mia, mi sembra che Egli sia contento di trovarsi così ben accolto e io, anche io sono contenta... Tutto questo non impedisce alle distrazioni ed al sonno di venire a trovarmi, ma quando esco dal ringraziamento vedendo che l'ho fatto così male faccio il proposito di restare in ringraziamento per tutto il resto della giornata... Tu vedi, Madre mia cara, che io sono ben lungi dall'essere condotta per la via del timore, so sempre trovare il modo di essere felice e di approfittare delle mie miserie... senza dubbio la cosa non spiace a Gesù, perché Egli sembra incoraggiarmi in questo cammino. - Un giorno, contrariamente alla mia abitudine, io ero un pò turbata andando alla Comunione, mi pareva che il Buon Dio non era contento di me e mi dicevo: “Ah! se oggi non ricevo che la metà di un'ostia, avrò un grande dolore, crederò che Gesù viene quasi con riluttanza nel mio cuore”. Io mi avvicino... oh! che felicità! per la prima volta nella mia vita, vedo il prete prendere due ostie ben separate e darmele!... Tu comprendi la mia gioia e le dolci lacrime che ho versato, vedendo una misericordia così grande...
L'anno che segui la mia professione, cioè due mesi prima della morte di madre Geneviève, io ho ricevuto grandi grazie durante il ritiro. Ordinariamente i ritiri predicati sono per me ancora più penosi di quelli che faccio da sola, ma quell'anno la cosa andò altrimenti. Avevo fatto una novena preparatoria con molto fervore, malgrado il sentimento intimo che provavo, perché mi pareva che il predicatore non avrebbe potuto capirmi, essendo destinato soprattutto a fare del bene ai grandi peccatori, ma non alle anime religiose. il Buon Dio volendo mostrarmi che era Lui solo il mio Direttore, si servi proprio di questo Padre che non fu apprezzato che da me... Avevo allora grandi prove interiori di ogni specie (fino a chiedermi talora se c'era un Cielo). Io mi sentivo disposta a non dire niente delle mie disposizioni interiori, non sapendo come esprimerle, ma appena entrata nel confessionale sentii la mia anima dilatarsi. Dopo aver detto poche parole, io fui compresa in un modo meraviglioso, e persino indovinata... la mia anima era come un libro aperto nel quale il Padre leggeva meglio di me stessa... Egli mi lanciò a vele spiegate sulle onde della confidenza e dell'amore che mi attiravano così fortemente ma sulle quali io non osavo avanzare... Mi disse che le mie colpe non addoloravano il Buon Dio, che a nome suo egli mi diceva che Lui era molto contento di me...
Oh! quanto fui felice sentendo quelle consolanti parole!... Mai avevo sentito dire che le colpe potevano non addolorare il Buon Dio, questa assicurazione mi colmò di gioia, mi fece sopportare pazientemente l'esilio della vita... Io sentivo davvero in fondo al mio cuore che era vero perché il Buon Dio è più tenero di una Madre, ebbene, tu, Madre mia cara, non sei sempre pronta a perdonare le piccole indelicatezze che ti faccio involontariamente?... Quante volte io ne ho fatto la dolce esperienza!... Nessun rimprovero mi avrebbe colpito tanto quanto una tua sola carezza. Io sono di una tale natura che il timore mi fa andare all'indietro; con l'amore non solo vado avanti ma volo...
O Madre mia! fu soprattutto dopo il giorno benedetto della tua elezione che io volai nelle vie dell'amore... Quel giorno, Paolina divenne il mio Gesù vivente ...
Già da tanto tempo io ho la fortuna di contemplare le meraviglie che Gesù compie per mezzo della mia Madre cara... Vedo che solo la sofferenza può generare le anime e più che mai queste sublimi parole di Gesù mi svelano la loro profondità: “In verità, in verità, io ve lo dico, se il grano di frumento cadendo a terra non arriva a morire, resta solo, ma se muore porta tanto frutto”.
Che messe abbondante hai raccolta!... Tu hai seminato nelle lacrime, ma presto vedrai il frutto delle tue fatiche, tu tornerai piena di gioia con in mano i covoni di grano. Madre mia, in mezzo a quei covoni fioriti, il fiorellino bianco si tiene nascosto ma in Cielo avrà una voce per cantare la tua dolcezza e le virtù che ti vede praticare ogni giorno nell'ombra e nel silenzio della via dell'esilio...
Si, da due anni, ho capito molti misteri fino allora nascosti per me. il buon Dio mi ha mostrato la stessa misericordia che mostrò al re Salomone. Egli non ha voluto che avessi un solo desiderio che non fosse esaudito, non soltanto i miei desideri di perfezione, ma anche quelli di cui comprendevo la vanità, senza che la avessi sperimentata.
Avendoti sempre, Madre mia cara, guardato come il mio ideale, io desideravo somigliarti in tutto; vedendoti fare dei bei quadri e delle affascinanti poesie, io mi dicevo: “Ah! quanto sarei felice di poter dipingere, di saper esprimere i miei pensieri in versi e di fare anche del bene alle anime...”. Io non avrei voluto chiedere questi doni naturali e i miei desideri restavano nascosti al fondo del mio cuore. Gesù nascosto anche lui in questo povero cuoricino si compiacque a mostrargli che tutto è vanità e afflizione di spirito sotto il sole. Con grande sbalordimento delle sorelle, mi hanno fatto dipingere e il Buon Dio permise che io sapessi approfittare delle lezioni che la mia cara Madre mi diede... Egli volle anche che io potessi sul suo esempio scrivere delle poesie, comporre scritti che furono trovati graziosi... Allo stesso modo in cui Salomone girandosi verso le opere delle sue mani, cui aveva dedicato una fatica così inutile, vide che tutto è vanità e afflizione di spirito, così, io ho riconosciuto per esperienza che la felicità non consiste che nel nascondersi, nel restare nell'ignoranza delle cose create. Ho capito che senza l'amore, tutte le opere non sono che nulla, anche le più clamorose, come risuscitare i morti o convertire i popoli...
Invece di farmi del male, di portarmi alla vanità, i doni che il Buon Dio mi ha prodigato (senza che io glieli chiedessi mi portano verso di Lui, vedo che Lui solo è immutabile, che Lui solo può riempire i miei immensi desideri...
Ci sono ancora desideri di altro genere, che Gesù si è compiaciuto di esaudire, desideri infantili simili a quelli della neve della mia vestizione.
Tu sai, Madre mia cara, quanto amo i fiori; facendomi prigioniera a 15 anni, io rinunciavo per sempre alla felicità di correre nei campi smaltati dai tesori della primavera; ebbene! mai io ho avuto più fiori che dopo il mio ingresso al Carmelo... È consuetudine che i fidanzati offrano spesso mazzetti di fiori alle loro fidanzate, Gesù non lo ha dimenticato, mi mandò a profusione mazzi di fiordalisi, margherite, papaveri, ecc... tutti i fiori che mi piacciono di più. C'era anche un fiorellino chiamato nigella del grano, che io non avevo più trovato dai tempi del nostro soggiorno a Lisieux, desideravo molto rivederlo, questo fiore della mia infanzia; colto per me nelle campagne di Alencon; fu al Carmelo che esso venne a sorridermi e a mostrarmi che nelle cose più piccole, come in quelle più grandi, il Buon Dio dà il centuplo fino da questa vita alle anime che per suo amore hanno lasciato tutto.
Ma il più intimo dei miei desideri, il più grande di tutti, che io pensavo di non veder mai realizzato, era l'ingresso della mia Celina nello stesso nostro Carmelo... Questo sogno mi pareva inverosimile: vivere sotto lo stesso tetto, partecipare le gioie e le pene della compagna della mia infanzia; così avevo fatto del tutto il mio sacrificio, avevo lasciato a Gesù il futuro della mia sorella cara essendo decisa a vederla partire verso i confini del mondo, se era necessario. La sola cosa che non potevo accettare, era che lei non fosse la sposa di Gesù, perché amandola tanto quanto me stessa, mi era impossibile vederla dare il suo cuore ad un mortale. Avevo già sofferto molto sapendola esposta nel mondo a pericoli che mi erano stati sconosciuti. Posso dire che dopo il mio ingresso al Carmelo il mio affetto per Celina era tanto un amore di madre che di sorella... Un giorno che lei doveva andare ad una festa serale la cosa mi dava tanta pena che supplicai il Buon Dio di impedirle di ballare e (contrariamente al mio solito) versai un torrente di lacrime. Gesù si degnò di esaudirmi. Non permise che la sua fidanzatina potesse ballare quella sera (anche se lei non sarebbe stata imbarazzata a farlo con grazia qualora fosse stato necessario). Essendo stata invitata senza che potesse rifiutare, il suo cavaliere si trovò nell'incapacità totale di farla ballare; con sua grande confusione fu condannato a camminare semplicemente per riportarla al suo posto, poi spari e non ricomparve per tutta la sera. Questo episodio, unico nel suo genere, mi fece crescere nella fiducia e nell'amore di Colui che imponendo il suo sigillo sulla mia fronte, l’aveva nello stesso tempo impresso su quella della mia Celina cara...
Il 29 luglio dell'ultimo anno, il Buon Dio ruppe le catene del suo incomparabile servitore e chiamandolo alla ricompensa eterna, ruppe nello stesso tempo quelle che legavano al mondo la sua amata fidanzata, lei aveva adempiuto la sua prima missione; incaricata di rappresentarci tutte presso nostro Padre così teneramente amato, quella missione lei l'aveva portata a termine come un angelo... e gli angeli non restano sulla terra, quando hanno compiuto la volontà del Buon Dio, ritornano subito da lui, è per questo che hanno le ali... Anche il nostro angelo scosse le sue ali bianche, era pronto a volare molto lontano per trovare Gesù, ma Gesù lo fece volare vicinissimo... Egli si accontentò dell'accettazione del grande sacrificio che fu dolorosissimo per la piccola Teresa... Durante due anni la sua Celina le aveva nascosto un segreto ... Ah quanto ne aveva sofferto anche lei'.... Alla fine dall'alto dei Cieli, il mio amato Re che sulla terra non amava gli indugi, si affrettò a sistemare le faccende così complicate della sua Celma e il 14 Settembre lei si riuniva a noi....
Un giorno che le difficoltà parevano insormontabili, dissi a Gesù durante il mio ringraziamento alla Comunione: “Tu sai, mio Dio, quanto desidero sapere se Papà è andato dritto in Cielo, non ti chiedo di parlarmi, ma un segno. Se la mia Suor A. di G. acconsente l'ingresso di Celina o non vi mette più ostacolo, sarà risposta che Papà è andato dritto con te”. Questa suora, come tu sai, Madre mia cara, trovava che eravamo già troppe in tre, e per questo non voleva ammetterne un’altra, ma il Buon Dio, che tiene in mano il cuore delle creature e lo piega come vuole Lui, cambiò le disposizioni d'animo della suora; la prima persona che incontri dopo il ringraziamento, fu lei che mi chiamò con fare amabile, mi disse di salire da te e mi parlò di Celina, con le lacrime agli occhi...
Ah'. quante ragioni ho io di ringraziare Gesù che ha saputo esaudire tutti i miei desideri...
Ora, non ho più alcun desiderio, se non quello di amare Gesù alla follia... I miei desideri infantili sono spariti, senza dubbio amo ancora adornare con i fiori l'altare di Gesù Bambino, ma dopo che egli mi ha regalato il Fiore che io desideravo, la mia cara Celina, io non ne desidero altri, è lei che io gli offro come il mio più affascinante mazzetto...
Io non desidero più nemmeno la sofferenza, e neppure la morte, e tuttavia le amo tutte e due, ma è soltanto l’amore che mi attira... A lungo le ho desiderate; ho posseduto la sofferenza, ed ho creduto di toccare la riva del Cielo, ho creduto che il piccolo fiore sarebbe stato colto nella sua primavera... ora è solo l'abbandono che mi guida, io non ho assolutamente altra bussola!... Io non posso più domandare niente con ardore, eccettuato il compimento perfetto della volontà del Buon Dio sull'anima mia senza che le creature possano metterci ostacolo. Io posso dire queste parole del cantico spirituale del N. Padre S. Giovanni della Croce: “Ho bevuto nella cella interiore del mio Amato e quando sono uscita, in tutta la pianura non conoscevo più niente e ho perso il gregge che prima seguivo... La mia anima si è impegnata con tutte le sue forze al suo servizio, io non custodisco più greggi, non ho più altro incarico, perché adesso tutto il mio lavoro è amare!...” oppure anche: “Dopo che ne ho fatto esperienza, l'amore è così potente in opere che sa approfittare di tutto, del bene e del male che trova in me, e trasformare la mia anima in sè” Madre mia cara! Quanto è dolce la via dell'amore. Senza dubbio, si può cadere, si possono commettere delle infedeltà, ma, poiché l'amore sa trarre vantaggio da tutto, ha consumato prestissimo tutto quello che può dispiacere a Gesù, non lasciando che un'umile e profonda pace nel fondo del cuore...
Ah! quante illuminazioni ho tratto dalle opere del Nostro P. S. G. della C.!... All'età di 17 e 18 anni non avevo altro nutrimento spirituale, ma più tardi tutti i libri mi lasciarono nell'aridità e sono ancora in questo stato. Se apro un libro scritto da un autore spirituale (anche il più bello, il più commovente), io sento subito il mio cuore chiudersi e leggo per così dire senza capire, o se capisco, il mio spirito si ferma senza poter meditare... In questa impossibilità, la scrittura Santa e l'imitazione vengono in mio aiuto; in esse trovo un nutrimento solido e purissimo. Ma è soprattutto il Vangelo che mi intrattiene durante le mie orazioni, in esso io trovo tutto quello che è necessario alla mia povera piccola anima. Ci scopro sempre nuove luci, sensi nascosti e misteriosi...
Io capisco e so per esperienza “Che il regno di Dio è dentro di noi”. Gesù non ha bisogno di libri nè di dottori per istruire le anime; Lui, il Dottore dei dottori, insegna senza rumore di parole. Mai l'ho sentito parlare, ma io sento che Egli è in me, ad ogni istante. Egli mi guida e mi ispira ciò che debbo dire o fare. Io scopro proprio al momento in cui ne ho bisogno lumi che non avevo mai visti prima, e non capita più spesso che essi abbondano maggiormente durante le mie orazioni, è piuttosto in mezzo alle occupazioni della mia giornata...
O Madre mia cara! dopo tante grazie io non posso (che) cantare con il salmista: “Quanto è buono il Signore, quanto la sua misericordia è eterna”. Mi pare che se tutte le creature avessero le stesse grazie che ho io, il Buon Dio non sarebbe temuto da nessuno, ma amato fino alla follia, e che per amore, e non tremando, mai nessuna anima consentirebbe a darGli dolore... Io comprendo tuttavia che tutte le anime non possono essere simili, bisogna che ce ne sia di differenti famiglie per onorare specialmente ciascuna delle perfezioni del Buon Dio. A me Egli ha dato la sua Misericordia infinita ed è attraverso essa che io contemplo ed adoro le altre perfezioni Divine!... Allora tutte mi appaiono radiose di amare, la Giustizia stessa (e forse ancora più delle altre) mi pare rivestita d'amore... Che dolce gioia pensare che il Buon Dio è Giusto, cioè che Egli tiene conto delle nostre debolezze, che Egli conosce perfettamente la fragilità della nostra natura. Di che dunque potrei avere paura? Ah! il Dio infinitamente giusto che si degnò di perdonare con tanta bontà tutte le colpe del figlio prodigo, non deve forse essere Giusto anche verso di me che “sono sempre con Lui”.
Quest'anno, il 9 giugno, festa della Santa Trinità, ho ricevuto la grazia di capire più che mai come Gesù desidera essere amato. Pensavo alle anime che si offrono come vittime alla Giustizia di Dio per stornare ed attirare su se stesse i castighi riservati ai peccatori, questa offerta mi sembrava grande e generosa, ma io ero ben lungi dal sentirmi portata a farla. “O mio Dio! ho esclamato in fondo al mio cuore, non ci sarà dunque che la tua Giustizia che riceverà anime che si immolano come vittime?... il Tuo Amore Misericordioso non ne ha bisogno anche lui?... Da ogni parte esso è misconosciuto, respinto; i cuori cui tu desideri prodigarlo si rivolgono verso le creature chiedendo loro la felicità con il loro miserabile affetto, invece di gettarsi nelle tue braccia ed accettare il tuo Amore infinito... O mio Dio! il tuo Amore disprezzato resterà dunque nel tuo Cuore? Mi pare che se tu trovassi anime che si offrono come Vittime di olocausto al tuo Amore, tu le consumeresti rapidamente, mi pare che tu saresti felice di non comprimere i flutti di infinite tenerezze che sono in te... Se la tua Giustizia ama scaricarsi, essa che non si estende che sulla terra, quanto più il tuo Amore Misericordioso desidera infiammare le anime, poiché la tua Misericordia si innalza fino ai Cieli mio Gesù! che sia io questa felice vittima, consuma il tuo Olocausto con il fuoco del tuo Divino Amore!...”
Madre mia cara, tu che mi hai permesso di offrirmi così al Buon Dio, tu sai i fiumi o piuttosto gli oceani di grazie che sono venuti ad inondare l’anima mia... Ah! da quel felice giorno, mi sembra che l'Amore mi penetra e mi circonda, mi sembra che ad ogni istante questo Amore Misericordioso mi rinnova, purifica la mia anima e non vi lascia alcuna traccia di peccato, e così non posso temere il purgatorio... Io so che da sola non meriterei neppure di entrare in quel luogo di espiazione, poiché solo le anime sante vi possono aver accesso, ma io so anche che il Fuoco dell'Amore è più santificante di quello del purgatorio, io so che Gesù non può desiderare per me delle sofferenze inutili e che Egli non mi ispirerebbe i desideri che sento, se Lui non volesse esaudirli...
Oh! quanto è dolce la via dell'Amore!... Come voglio applicarmi a fare sempre con il più grande abbandono, la volontà del Buon Dio!...
Ecco, Madre mia cara, tutto quello che posso dirti della vita della tua piccola Teresa, tu conosci ben meglio da sola ciò che ella è e quello che Gesù ha fatto per lei, e così mi perdonerai di aver tanto abbreviato la storia della sua vita religiosa...
Come finirà, questa “storia di un fiorellino bianco”? Forse il fiorellino sarà colto nella sua freschezza oppure trapiantato su altre rive? non lo so, ma ciò di cui sono certa, è che la Misericordia del Buon Dio l'accompagnerà sempre, è che mai esso smetterà di benedire la Madre amata che l'ha donata a Gesù; eternamente esso si rallegrerà di essere uno dei fiori della sua corona... Eternamente esso canterà con questa Madre cara il cantico sempre nuovo dell'Amore...
(Continua...)
Io capisco e so per esperienza “Che il regno di Dio è dentro di noi”. Gesù non ha bisogno di libri nè di dottori per istruire le anime; Lui, il Dottore dei dottori, insegna senza rumore di parole. Mai l'ho sentito parlare, ma io sento che Egli è in me, ad ogni istante. Egli mi guida e mi ispira ciò che debbo dire o fare. Io scopro proprio al momento in cui ne ho bisogno lumi che non avevo mai visti prima, e non capita più spesso che essi abbondano maggiormente durante le mie orazioni, è piuttosto in mezzo alle occupazioni della mia giornata...
O Madre mia cara! dopo tante grazie io non posso (che) cantare con il salmista: “Quanto è buono il Signore, quanto la sua misericordia è eterna”. Mi pare che se tutte le creature avessero le stesse grazie che ho io, il Buon Dio non sarebbe temuto da nessuno, ma amato fino alla follia, e che per amore, e non tremando, mai nessuna anima consentirebbe a darGli dolore... Io comprendo tuttavia che tutte le anime non possono essere simili, bisogna che ce ne sia di differenti famiglie per onorare specialmente ciascuna delle perfezioni del Buon Dio. A me Egli ha dato la sua Misericordia infinita ed è attraverso essa che io contemplo ed adoro le altre perfezioni Divine!... Allora tutte mi appaiono radiose di amare, la Giustizia stessa (e forse ancora più delle altre) mi pare rivestita d'amore... Che dolce gioia pensare che il Buon Dio è Giusto, cioè che Egli tiene conto delle nostre debolezze, che Egli conosce perfettamente la fragilità della nostra natura. Di che dunque potrei avere paura? Ah! il Dio infinitamente giusto che si degnò di perdonare con tanta bontà tutte le colpe del figlio prodigo, non deve forse essere Giusto anche verso di me che “sono sempre con Lui”.
Quest'anno, il 9 giugno, festa della Santa Trinità, ho ricevuto la grazia di capire più che mai come Gesù desidera essere amato. Pensavo alle anime che si offrono come vittime alla Giustizia di Dio per stornare ed attirare su se stesse i castighi riservati ai peccatori, questa offerta mi sembrava grande e generosa, ma io ero ben lungi dal sentirmi portata a farla. “O mio Dio! ho esclamato in fondo al mio cuore, non ci sarà dunque che la tua Giustizia che riceverà anime che si immolano come vittime?... il Tuo Amore Misericordioso non ne ha bisogno anche lui?... Da ogni parte esso è misconosciuto, respinto; i cuori cui tu desideri prodigarlo si rivolgono verso le creature chiedendo loro la felicità con il loro miserabile affetto, invece di gettarsi nelle tue braccia ed accettare il tuo Amore infinito... O mio Dio! il tuo Amore disprezzato resterà dunque nel tuo Cuore? Mi pare che se tu trovassi anime che si offrono come Vittime di olocausto al tuo Amore, tu le consumeresti rapidamente, mi pare che tu saresti felice di non comprimere i flutti di infinite tenerezze che sono in te... Se la tua Giustizia ama scaricarsi, essa che non si estende che sulla terra, quanto più il tuo Amore Misericordioso desidera infiammare le anime, poiché la tua Misericordia si innalza fino ai Cieli mio Gesù! che sia io questa felice vittima, consuma il tuo Olocausto con il fuoco del tuo Divino Amore!...”
Madre mia cara, tu che mi hai permesso di offrirmi così al Buon Dio, tu sai i fiumi o piuttosto gli oceani di grazie che sono venuti ad inondare l’anima mia... Ah! da quel felice giorno, mi sembra che l'Amore mi penetra e mi circonda, mi sembra che ad ogni istante questo Amore Misericordioso mi rinnova, purifica la mia anima e non vi lascia alcuna traccia di peccato, e così non posso temere il purgatorio... Io so che da sola non meriterei neppure di entrare in quel luogo di espiazione, poiché solo le anime sante vi possono aver accesso, ma io so anche che il Fuoco dell'Amore è più santificante di quello del purgatorio, io so che Gesù non può desiderare per me delle sofferenze inutili e che Egli non mi ispirerebbe i desideri che sento, se Lui non volesse esaudirli...
Oh! quanto è dolce la via dell'Amore!... Come voglio applicarmi a fare sempre con il più grande abbandono, la volontà del Buon Dio!...
Ecco, Madre mia cara, tutto quello che posso dirti della vita della tua piccola Teresa, tu conosci ben meglio da sola ciò che ella è e quello che Gesù ha fatto per lei, e così mi perdonerai di aver tanto abbreviato la storia della sua vita religiosa...
Come finirà, questa “storia di un fiorellino bianco”? Forse il fiorellino sarà colto nella sua freschezza oppure trapiantato su altre rive? non lo so, ma ciò di cui sono certa, è che la Misericordia del Buon Dio l'accompagnerà sempre, è che mai esso smetterà di benedire la Madre amata che l'ha donata a Gesù; eternamente esso si rallegrerà di essere uno dei fiori della sua corona... Eternamente esso canterà con questa Madre cara il cantico sempre nuovo dell'Amore...
(Continua...)