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Ciascuno di noi è un messaggio che Dio manda al mondo (P. G. Vannucci OSM)

Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE

Dal Vangelo secondo Marco (16,15-20)

Domenica 20 maggio 2012.
Ascensione del Signore - Anno B.

Dal Vangelo secondo Marco.
Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.
E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.


Tre anni di predicazio­ne, di libertà e di con­flitti sembrano chiu­dersi con un bilancio falli­mentare: undici uomini im­pauriti che stanno a fissare il cielo. Undici uomini che non hanno capito molto del Vangelo, se nell’ultimo in­contro domandano: «È adesso che rifondiamo il re­gno di Israele?». Lui parlava del Regno di Dio, loro capi­vano il regno di Israele. E in­vece di restare con loro, di spiegare ancora, di accom­pagnarli ancora, Gesù se ne va! Con un atto di enorme fiducia negli uomini «Ce la farete» dice.
Fra sangue e miracoli, fra ve­leni e fatiche, tra parole ina­scoltate e parole potenti. Io ce la farò, io salverò un pez­zetto di Dio in me, lo aiuterò a incarnarsi ancora in queste strade. Cristo se ne va con un atto di fede nell’uomo.
Ma Cristo non se ne è anda­to se non dai nostri sguardi.
Egli è il Vicino-lontano, co­me scrive la mistica Mar­gherita Porete, remoto e prossimo, oltre il cielo e den­tro tutte le cose, oltre ogni forma e più intimo a me di me stesso. La sua assenza è diventata una più ardente presenza.
Noi restiamo nella storia a fi­darci di un corpo assente, a fidarci di una Voce! Io sto con la Voce, continuo a starci, perché la senti cantare den­tro, la senti riaccenderti e farti cuore.
Cristo non è andato in alto, è andato avanti, assente e me­no assente che mai. Cristo non si è spostato di luogo, è andato oltre.
Il Vangelo, a sorpresa, oggi parla più degli apostoli che di Gesù. Di una missione che ricevono, e io con loro: «An­nunciate». Niente altro. Non dice: organizzate, occupate i posti chiave, emanate leggi, ma semplicemente: «An­nunciate».
Che cosa? Il Vangelo. Non le mie idee più belle, non la so­luzione di tutti i problemi, non una politica o una teo­logia migliori: solo il Vange­lo, la storia di Cristo.
E mi sembra persino facile, quando lo amo e lo respiro! L’ultimo versetto chiude il Vangelo di Marco e al con­tempo apre il mio: «Il Si­gnore operava insieme con
loro». Il verbo greco suona così: «Il Signore era la loro e­nergia». Cristo, il Vicino-­lontano, forza del cuore, si­nergia degli amori.
Una famosa preghiera dice: «Cristo non ha mani se non le nostre mani; non ha pie­di se non i nostri piedi». Vor­rei capovolgere questa pre­ghiera e dire: Sono io che non ho mani se non sono le mani di Cristo. Io che non ho voce, non ho parole, non desideri o sogni veri, se non sono quelli venuti dal Van­gelo. Non ho un mio amo­re se non è sinergia con l’a­more di Dio.

(E. Ronchi)

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