L'annuncio di Papa Francesco al termine dell'Angelus:
"Desidero annunciare che sabato 6 giugno, a Dio piacendo mi recherò a Sarajevo, capitale della Bosnia ed Erzegovina!"
Una visita breve a Sarajevo, sul modello di quella che in settembre lo aveva portato a Tirana, a diciotto anni dalla famosa visita di Giovanni Paolo II nella città martoriata dalla guerra civile nel 1997 e a Banja Luka nel 2003, la cui notizia era già trapelata a dicembre dopo la visita al Papa di Dragan Čović, membro croato della Presidenza Collegiale della Bosnia ed Erzegovina, che ora diventa ufficiale.
Pare poco probabile una visita lampo a Medjugorje, anche se Papa Francesco ci sta ormai abituando a ogni tipo di piacevole sorpresa.
Il S. Padre invierà da Sarajevo un messaggio di pace al mondo in occasione dei 100 anni dello scoppio della prima guerra mondiale. Lo ha riferito la tv della Federazione croato-musulmana (Ftv). La Federazione è una delle due entità di cui si compone la Bosnia-Erzegovina, l'altra è la Republika Srpska.
"Vi chiedo fin d’ora - ha aggiunto subito il S. Padre Francesco - di pregare affinché la mia visita a quelle care popolazioni sia di incoraggiamento per i fedeli cattolici, susciti fermenti di bene e contribuisca al consolidamento della fraternità e della pace, del dialogo interreligioso, dell'amicizia."
Papa Francesco ha iniziato con la Parola di Dio, spiegando che la prima preoccupazione di Gesù, arrivando a Cafarnao, fu quella della predicazione. "Gesù non rimanda l’annuncio del Vangelo, non pensa prima alla sistemazione logistica, certamente necessaria, della sua piccola comunità, non indugia nell’organizzazione. La sua preoccupazione principale è quella di comunicare la Parola di Dio con la forza dello Spirito Santo. Gesù predica con autorità. E una delle caratteristiche della Parola di Dio è che realizza ciò che dice. Infatti Gesù, dopo aver predicato, dimostra subito la sua autorità liberando un uomo, presente nella sinagoga, che era posseduto dal demonio. Con la sola forza della sua parola, Gesù libera la persona dal maligno." |
"E questo perché la Parola di Dio libera: Il Vangelo è parola di vita: non opprime le persone, al contrario, libera quanti sono schiavi di tanti spiriti malvagi di questo mondo: la vanità, l’attaccamento al denaro, l’orgoglio, la sensualità... Il Vangelo cambia il cuore, cambia la vita, trasforma le inclinazioni al male in propositi di bene. Pertanto è compito dei cristiani diffonderne ovunque la forza redentrice, diventando missionari e araldi della Parola di Dio.
E questa nuova dottrina insegnata con autorità da Gesù è quella che la Chiesa porta nel mondo, insieme con i segni efficaci della sua presenza: l’insegnamento autorevole e l’azione liberatrice del Figlio di Dio diventano le parole di salvezza e i gesti di amore della Chiesa missionaria."
Il Papa ha anche ricordato la Giornata nazionale della Vita unendosi al messaggio dei vescovi italiani nel sollecitare un rinnovato riconoscimento della persona umana e una cura più adeguata della vita, dal concepimento al suo naturale termine.
Il Papa ha anche ricordato la Giornata nazionale della Vita unendosi al messaggio dei vescovi italiani nel sollecitare un rinnovato riconoscimento della persona umana e una cura più adeguata della vita, dal concepimento al suo naturale termine.
Nessun commento:
Posta un commento