XVII Domenica del Tempo Ordinario - Anno A
"Così sarà alla fine del mondo"
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Parola del Signore
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
MEDITA
Nella scorsa settimana, riflettere sulla pazienza di Dio, il quale non ha fretta di sradicare la zizzania, il quale aspetta che il grano maturi nel campo e non si scoraggia per i nostri ritardi o il nostro sonno, ci ha messi in guardia contro la tentazione di voler subito cambiare le cose, rimediare le situazioni, risolvere i problemi.
Potremmo cadere nella tentazione opposta: quella di essere semplici spettatori e quindi lasciare che le situazioni si evolvano da sé e che i problemi si sciolgano col tempo. Così ad un precipitoso intervenire succederebbe un passar sopra e un lasciar fare, atteggiamenti ugualmente dannosi.
L’atteggiamento del Cristo, che ci presenta la pagina odierna di Matteo, è molto diverso. Gesù conosce le pesantezze umane, la lentezza dei nostri cammini e come è necessario ripartire con impegno, senza mai perdere la fiducia. Ma questa accettazione dell’uomo, piena di pazienza e di amore, ha per contropartita la sua premura a impegnarci, totalmente e da subito, nella direzione giusta.
E’ con una preoccupazione di urgenza che Egli invita i suoi discepoli a mettersi in cammino e, senza rimandare, prendere decisioni forti: il tesoro nascosto nel campo merita che si venda tutto per acquistare il campo, la perla di grande valore vale bene il sacrificio di tutti i beni.
Occorre non illudersi! Si tratta di mettere sulla bilancia la vita e la morte e compiere la scelta radicale. Tutto deve essere messo in gioco, perché questa è la posta finale: tutto o niente. Il tesoro, la perla preziosa non sono altro che la vita stessa.
La parabola della rete gettata nel mare è chiara: i pescatori raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Ciò significa: dietro l’offerta di una fortuna irripetibile, che Dio ti mette oggi dinanzi, sta il più serio avvertimento a non perdere l’occasione. Si tratta dell’acquisto o della perdita di tutto il senso dell’esistenza umana.
“Il regno è quella occasione unica che con la venuta di Gesù e con la sua opera viene offerta a ciascuno, povero o ricco che sia … Conviene afferrare questa occasione impegnandovi tutti i mezzi e le possibilità che si hanno a disposizione” (O. Knoch). “E’ Lui il regno”, scriveva Origene.
“Avete compreso tutte queste cose?”.
Spesso, sembra che non abbiamo compreso. La perla preziosa, il tesoro nascosto, a lungo andare non ci fanno più battere il cuore, ci abbiamo fatto l’abitudine. La perla preziosa è sotto i nostri occhi, il tesoro è nelle nostre mani, ma di fatto li consideriamo oggetti qualunque. La polvere dei giorni feriali si deposita sulla perla offuscandone lo splendore originale. Ci può addirittura capitare di cadere nell’inganno in cui caddero gli indigeni dell’America, i quali cedevano il loro oro a certi colonizzatori europei, che offrivano in cambio pezzetti di vetro colorato o altre cianfrusaglie.
“Avete compreso tutte queste cose?”.
I discepoli, senza esitare, subito rispondono di “sì”, ma la vera comprensione, forse, si avrà soltanto con la rivelazione pasquale. È a Pasqua, infatti, che Gesù ha spiegato ai discepoli tutto il senso della Scrittura: “tutto ciò che nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi è scritto di me “ (Lc.24, 44). E così, nella luce del Nuovo Testamento, essi comprendono anche la “simbologia” del Vecchio.
E così Gesù, alla fine del discorso in parabole per “i discepoli del regno dei cieli”, può paragonarsi a un “padrone di casa”, il quale “dal suo tesoro estrae cose nuove e cose antiche”.
Tu, hai scoperto il tesoro nascosto, la perla di grande valore? Che cosa – per questo tesoro, per questa perla – hai sacrificato? Hai compreso che la rinuncia non è perdere, ma condizione per possedere pienamente quella realtà che appaga le esigenze più profonde del cuore dell’uomo? Che tu possa fare l’esperienza felice del vero discepolo evangelico, il quale, più che essere “uno che lascia”, è “uno che trova”!.
Card. PiovanelliPotremmo cadere nella tentazione opposta: quella di essere semplici spettatori e quindi lasciare che le situazioni si evolvano da sé e che i problemi si sciolgano col tempo. Così ad un precipitoso intervenire succederebbe un passar sopra e un lasciar fare, atteggiamenti ugualmente dannosi.
L’atteggiamento del Cristo, che ci presenta la pagina odierna di Matteo, è molto diverso. Gesù conosce le pesantezze umane, la lentezza dei nostri cammini e come è necessario ripartire con impegno, senza mai perdere la fiducia. Ma questa accettazione dell’uomo, piena di pazienza e di amore, ha per contropartita la sua premura a impegnarci, totalmente e da subito, nella direzione giusta.
E’ con una preoccupazione di urgenza che Egli invita i suoi discepoli a mettersi in cammino e, senza rimandare, prendere decisioni forti: il tesoro nascosto nel campo merita che si venda tutto per acquistare il campo, la perla di grande valore vale bene il sacrificio di tutti i beni.
Occorre non illudersi! Si tratta di mettere sulla bilancia la vita e la morte e compiere la scelta radicale. Tutto deve essere messo in gioco, perché questa è la posta finale: tutto o niente. Il tesoro, la perla preziosa non sono altro che la vita stessa.
La parabola della rete gettata nel mare è chiara: i pescatori raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Ciò significa: dietro l’offerta di una fortuna irripetibile, che Dio ti mette oggi dinanzi, sta il più serio avvertimento a non perdere l’occasione. Si tratta dell’acquisto o della perdita di tutto il senso dell’esistenza umana.
“Il regno è quella occasione unica che con la venuta di Gesù e con la sua opera viene offerta a ciascuno, povero o ricco che sia … Conviene afferrare questa occasione impegnandovi tutti i mezzi e le possibilità che si hanno a disposizione” (O. Knoch). “E’ Lui il regno”, scriveva Origene.
“Avete compreso tutte queste cose?”.
Spesso, sembra che non abbiamo compreso. La perla preziosa, il tesoro nascosto, a lungo andare non ci fanno più battere il cuore, ci abbiamo fatto l’abitudine. La perla preziosa è sotto i nostri occhi, il tesoro è nelle nostre mani, ma di fatto li consideriamo oggetti qualunque. La polvere dei giorni feriali si deposita sulla perla offuscandone lo splendore originale. Ci può addirittura capitare di cadere nell’inganno in cui caddero gli indigeni dell’America, i quali cedevano il loro oro a certi colonizzatori europei, che offrivano in cambio pezzetti di vetro colorato o altre cianfrusaglie.
“Avete compreso tutte queste cose?”.
I discepoli, senza esitare, subito rispondono di “sì”, ma la vera comprensione, forse, si avrà soltanto con la rivelazione pasquale. È a Pasqua, infatti, che Gesù ha spiegato ai discepoli tutto il senso della Scrittura: “tutto ciò che nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi è scritto di me “ (Lc.24, 44). E così, nella luce del Nuovo Testamento, essi comprendono anche la “simbologia” del Vecchio.
E così Gesù, alla fine del discorso in parabole per “i discepoli del regno dei cieli”, può paragonarsi a un “padrone di casa”, il quale “dal suo tesoro estrae cose nuove e cose antiche”.
Tu, hai scoperto il tesoro nascosto, la perla di grande valore? Che cosa – per questo tesoro, per questa perla – hai sacrificato? Hai compreso che la rinuncia non è perdere, ma condizione per possedere pienamente quella realtà che appaga le esigenze più profonde del cuore dell’uomo? Che tu possa fare l’esperienza felice del vero discepolo evangelico, il quale, più che essere “uno che lascia”, è “uno che trova”!.
Meditazione tratta da: diocesitrivento.it
Nessun commento:
Posta un commento