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Ciascuno di noi è un messaggio che Dio manda al mondo (P. G. Vannucci OSM)

Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE
«Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!» (Lc 11,13)

Domenica 19 gennaio 2014: Vangelo di Giovanni (1,29-34) con meditazione

II Domenica del Tempo Ordinario - Anno A
"Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo"
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
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MEDITA
«Viene uno che era prima di me». Vedo, con gli occhi di Giovanni, il venire infaticato di Dio. Viene verso di me, eterna­mente incamminato lun­go il fiume dei giorni, cari­candosi di tutta la lonta­nanza; viene negli occhi dei fratelli, negli uccisi co­me agnelli, viene lungo quella linea di confine tra bene e male, tra morte e vi­ta, dove ancora si gioca il tuo destino e, in te, il de­stino del mondo.«Ecco l'agnello di Dio, co­lui che toglie il peccato del mondo». Non i peccati, ma il peccato; non toglie i sin­goli comportamenti mala­ti, ma guarisce ? se lo ac­cogli ? la radice del cuore dove tutto ha origine.
Il peccato del mondo è u­na parola enorme, in cui risuonano i passi della morte. Il peccato è sce­gliere la morte: «io ti ho po­sto davanti la vita e la mor­te: scegli. Ma scegli la vi­ta!» ( Deut 30,19). È questo il comando originario, fon­tale, sorgente di tutti i co­mandi. Legge di Dio è che l'uomo scelga. Dio è un imperativo di libertà. Leg­ge di Dio è che l'uomo vi­va. Dio è un imperativo di vita. Scegliere la vita è il comandamento che rias­sume in sé tutti gli altri, l'asse primordiale attorno a cui ruotano gli imperati­vi divini. Gesù è venuto co­me datore di vita, come in­cremento d'umano: buo­no è ciò che costituisce l'uomo in umanità, male ciò che lo distrugge in u­manità.
«Ecco l'agnello di Dio» e­quivale a dire: «Ecco colui che prende su di sé la mor­te di tutti con la propria morte. Ecco la morte di Dio perché non ci sia più morte». Un abisso dal qua­le emerge la differenza cri­stiana: in tutte le religioni gli dèi chiedono sacrifici, Gesù sacrifica se stesso; in tutte le fedi gli dèi preten­dono offerte, nel Vangelo Gesù porta in offerta la propria vita.
Nel Vangelo il peccato è presente, e tuttavia è as­sente; Gesù ne parla solo per dirci: è perdonato, è tolto, o almeno è perdona­bile, sempre. Come Lui, il cristiano non annuncia condanne, ma testimonia il volto di Dio capace di di­menticarsi dietro una pe­cora smarrita, un bambi­no, un'adultera, capace d'amare fino a morire, fi­no a risorgere. Il peccato è non conoscere questo Dio, è l'ombra sul suo volto. Ge­sù è venuto a togliere il ve­lo che celava e oscurava il volto di Dio. Un Dio agnel­lo! Non l'onnipotente, ma l'ultimo nato del gregge; non il giudice supremo, ma il piccolo animale dei sacrifici. Peccare significa non accettare questa tene­rezza e umiltà di Dio..

Meditazione di Padre Ermes Ronchi tratta da: lachiesa.it

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