"L’angelo custode ha un corpo umano, fulgido e bellissimo, provvisto di ali e capelli biondi lunghi ed inanellati, poiché Dio gli concede d’assumere questo aspetto per essere riconoscibile agli umani. L’angelo ha un vestito aureo o azzurro e bianco. Ha il compito di seguirci per tutta la vita ed aiutarci a vincere le tentazioni per accompagnarci in Paradiso o lasciarci ed essere affidato ad altri in caso di dannazione. L’angelo custode di ciascun sacerdote lo vedo a sinistra e sta a sinistra perché, essendo i sacerdoti ministri di Dio, vengono considerati superiori agli angeli come ministri, pur essendo come uomini, imperfetti o perfetti, inferiori."
Così la mistica italiana Natuzza Evolo era solita descrivere l’angelo custode che spesso le era vicino, pronto a confortarla nei momenti di bisogno e di maggiore difficoltà.
Ella aveva un rapporto speciale con questi spiriti celesti: nella sua biografia troviamo più volte riferimenti ad essi con relativi dialoghi, anche in situazioni giocose (la Evolo racconta
di come ad una sua semplice battuta l’angelo abbia sorriso divertito),
regalandoci degli estratti inediti raramente riscontrabili in altri scritti
d’epoca cristiana.
Troviamo inoltre scritto che “l’angelo non
rinnega mai il suo protetto, nemmeno quando è in stato di peccato, pure
il più grave peccato. Piuttosto prega e cerca d’intercedere per lui presso Dio poiché, anche se affievolito e contaminato dalle colpe, nell'uomo
esiste sempre il soffio divino”.
Quest’ultima affermazione desta
particolare interesse essendo completamente in linea con le Sacre Scritture
dove, nello specifico, l’Arcangelo Michele in una disputa con Satana non
pronuncia giudizi contro quest’ultimo, pur essendo il male assoluto.
Le descrizioni di Natuzza Evolo sono in verità molte di più ma, come possiamo ben
immaginare, le testimonianze che nel corso dei secoli sono state donate
all'umanità riguardo gli angeli custodi (e gli angeli in generale) da santi,
teologi, visionari e persone comuni sono estremamente variegate, colme
d’interessanti particolari ed in alcuni casi molto particolari, e proprio per
questo vogliamo intraprendere un profondo viaggio nella storia per avere un
quadro meglio definito di uno dei doni più grandi fatti da Dio all'uomo:
l’angelo custode.
Ogni persona ha un angelo custode?
A questa domanda risponde uno dei dottori della Chiesa, S. Tommaso
D’Aquino (1225-1274), confermandoci quanto la dottrina cristiana
afferma: nel tortuoso percorso della vita ad ogni uomo viene assegnata una
guida, un sostegno direttamente dal Creatore stesso. Trattasi dell’angelo
custode.
Esso, stando sempre a quanto afferma S. Tommaso, sarebbe donato al
bambino nel momento della nascita dato che dal concepimento sino al parto
sarebbe direttamente sotto la protezione dell’angelo della madre.
Esiste qui
tuttavia una divergenza di pensiero con altri teologi, secondo i quali sarebbe
invece affidato sin dall'istante del concepimento.
Che caratteristiche ha l’angelo custode?
Abbiamo già accennato in parte alle caratteristiche dell’angelo custode
citando Natuzza Evolo, sottolineando l’assoluta sottomissione agli ordini di
Dio. Interessante sarà dunque citare testimonianze di alcuni santi e mistici per
comprendere a fondo il modus operandi e l’essenza di questi spiriti
celesti.
Padre Pio da Pietralcina, anche conosciuto come
S. Pio, era solito dialogare con il proprio angelo con la stessa
frequenza della Evolo, ricevendo allo stesso tempo gli angeli custodi delle
persone a lui vicine per ricevere le preghiere e le suppliche di
quest’ultime:
Un tizio disse a Padre Pio: Io non posso venire sempre da voi. Il mio stipendio non mi permette spese per viaggi così lunghi. Padre Pio rispose: “E chi ti ha detto di venire qui? Non hai il tuo Angelo Custode? Gli dici cosa vuoi, lo mandi qua, e avrai subito la risposta”.
Questo estratto ci spiega molto bene la funzione di
messaggero (non a caso il termine “angelo” deriva dal
greco ἄγγελος, “messaggero”), intercessore non solo presso Dio ma anche presso i
Santi del cielo e della terra.
I “viaggiatori” celesti, sia a Padre Pio che a
Natuzza Evolo, portavano non solo le richieste dei fedeli italiani, ma anche di
quelli stranieri: traducevano quindi per i santi o suggerivano loro cosa dire.
Nella teologia è difatti universalmente riconosciuto che gli angeli
conoscono tutte le lingue del mondo passate e presenti.
L’Angelo Custode spiegava a padre Pio la lingua francese che Padre Pio non aveva studiato: «Levami, se è possibile, una curiosità. Chi ti ha insegnato il francese? Come mai, mentre prima non ti piaceva, ora ti piace» (Padre Agostino nella lettera del 20-04-1912).
Arrivano da tutto il mondo. Io non conosco le lingue straniere, non sono io che parlo. È l’angelo che mi suggerisce cosa dire. (Natuzza Evolo in un intervista)
La testimonianza di Don Giovanni Bosco (1815 -1888) ci
riporta un aggiuntivo evento misterioso e collegabile – si crede – all'intervento del custode celeste.
Una sera del 1852 egli stava rientrando a
casa sua abbastanza tardi e, mentre camminava sul corso Regina Margherita un
individuo, imboscato dietro un albero, gli scaricò a bruciapelo due colpi di
pistola. Fortunatamente partì solo la capsula. Allora l’uomo si gettò su Don
Bosco nel tentativo di ucciderlo ma, in quell'istante, un molosso di grosse
dimensioni si lanciò sul dorso dell’aggressore. Il miserabile non ebbe che il
tempo di fuggire mentre il Santo, rientrato dalla sua emozione, accarezzava con
gratitudine quella bestia apparsa all'improvviso.
Don Bosco era spesso
vittima d’attentati a causa di alcune inimicizie violente, tant'è che episodi di
questo genere accaddero più volte: stranamente in tutte le occasioni il cane si
precipitava per salvargli la vita, per poi scomparire nel nulla. Il fatto si
ripetè per 32 anni: Don Bosco visibilmente invecchiava, il fido protettore mai
(cosa insolita per un cane vivere 32 anni senza mostrare segni di
cedimenti).
In questo racconto possiamo dunque sicuramente notare la funzione
di soccorritore e protettore, tipica di molti
angeli (basti pensare all'Arcangelo Michele).
Il “travestimento” utilizzato
nell'episodio appena citato, ovvero le sembianze d’animale, venne riproposto
anche nei casi di Anna Ebele (1917-1985) e di Marie Du
Christ (1907-1973) rispettivamente nei panni di un passerotto e di un
aquila, per poter assistere e proteggere da alcuni pericoli le mistiche (“[...]
prendo questa forma al fine di poter conversare con te senza attrarre
l’attenzione“).
Come la teologia c’insegna che queste manifestazioni sotto
diverse spoglie non dovrebbero sorprenderci, gli angeli, esattamente come
Dio, la Madonna, Gesù e gli stessi demoni, per entrare in contatto con
questo mondo e rendersi visibili devono assumere un corpo fittizio (animale o
umano).
Non a caso troviamo anche alcune testimonianze di “angeli bambini”:
parliamo di Marina De Escobar (1554-1633), Teresa
Musco (1943-1976, già citata nell'articolo sull'Arcangelo Gabriele) e di
Camilla Zagnoni (1586-1662).
Gli angeli hanno un nome?
Nei secoli sono state avanzate infinite ipotesi sulla denominazione effettiva
degli angeli, esclusi naturalmente i tre grandi Arcangeli citati nelle Sacre
Scritture: in epoca paleocristiana era molto diffusa la venerazione a
Geudiele, Uriele, Sealtiele e Barachiele
(ampiamente descritti nell’articolo sugli Arcangeli dimenticati) poi caduta
in disuso, altri riprendendo il libro di Enoch proponevano la venerazione di
Metatron, Fanuele e Sandalphon (o Sandalfon) ,
diverse correnti del giudaismo e della letteratura rabbinica citavano
Aniel, Kazfiel e così via.
Non mancano casi alquanto “strampalati” come quello di Benedetta Carlini (1590-1661), presunta stigmatizzata, la quale assicurava di frequentare degli angeli dai nomi
sconosciuti e stravaganti: Splenditello, Tesauriello e
Radicello. Inutile sarebbe citare le numerosissime interpretazioni e
proposte new age confusionarie come quelle dei siti: angelologia.it e
oroscopi.com. Ovviamente la Chiesa si è sempre dichiarata contraria
a questo tipo di speculazioni sui nomi angelici che molto spesso scadono
nell'occultismo, nella magia o nello gnosticismo.
In effetti non vi è una
reale necessità di conoscere gli appellativi, più che nomi propri, degli
angeli, considerando soprattutto il fatto che non ne possiedono uno come lo
intendiamo noi ma gli viene attribuito a seconda della loro
attività.
Doveroso dunque citare l’apparizione di alcuni Serafini (angeli appartenenti all'ordine più alto, apparizione più unica che rara) alla mistica Margherita da Cortona (1247-1297), ammonendo gli uomini a riguardo:
"Noi siamo dell’ordine dei Serafini (…). Non cercare di conoscere i nostri nomi, poiché i nomi degli angeli sono raramente espressi sulla terra."
Di cosa parla l’angelo custode?
Naturalmente alle apparizioni fanno seguito discorsi, ammonizioni, lodi o preghiere. Forse la citazione più rinomata è quella di Padre Pio, ove a seguito delle lamentele del Santo per i continui attacchi del demonio l’angelo risponde:
"Ringrazia Gesù che ti tratta da eletto a seguire lui da vicino per l’erta del Calvario; io vedo, anima affidata alla mia cura da Gesù, con gioia e commozione del mio interno questa condotta di Gesù verso di te. Credi tu forse che sarei così contento, se non ti vedessi così abbattuto? Io che nella carità santa molto desidero il tuo vantaggio, godo sempre più nel vederti in codesto stato. Gesù permette questi assalti al demonio, perché la sua pietà ti rende a sé caro e vuole che tu lo rassomigli nelle angosce del deserto, dell’orto e della croce.
Tu difenditi, allontana sempre e disprezza le maligne insinuazioni e dove le tue forze non potranno arrivare non ti affliggere, diletto del mio cuore, io sono vicino a te."
Il forte sostenimento delle parole angeliche dimostra ancora una volta
il grande attaccamento del custode al suo protetto, senza scendere in giudizi o
ammonimenti troppo sconsiderati.
Interessante ammonimento venne anche
dall'Arcangelo Raffaele contro i falsi profeti, quotato ampiamente nel nostro
articolo su di esso (link): l’esortazione ferma e
decisa dona al messaggero celeste un'aura di maestosità.
Altra testimonianza
la abbiamo risalente al XV secolo, a seguito di una apparizione ad una fanciulla
di Narni: "Bambina mia, disse l’angelo, questa grande gioia (il Paradiso) non ti sarà
data a meno che tu ami veramente e con tutto il cuore il nostro Padre del
cielo. Tutte le creature cantano la sua gloria, e quello che dicono gli uccelli,
quello che si può leggere sui fiori, è: Amate Dio, poiché egli ha tratto dal
nulla tutte le cose per ottenere il vostro amore."
Emerge un forte invito alla preghiera, alla contemplazione ed a
spingersi di più verso Dio.
Non sono inoltre rare le occasioni in cui
l’angelo custode s’impegna per istruire il protetto riguardo la teologia, la
spiritualità e la storia: sono questi i casi di Maria Valtorta e l’angelo
Azaria (il quale donerà numerosi dettati ancora oggi
accessibili) e Gonzalez Puig, suora missionaria del XIX secolo
spesso visitata dai propri spiriti protettori per essere istruita “riguardo
al modo con cui dovevo condurmi nel cammino della virtù“.
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Fonte: veniteadme.org - Autore: veniteadme.org
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